Ascoltate Josè Saramago intervistato da Serena Dandini

lunedì 30 giugno 2008

LA COMUNITA' EUROPEA HA APERTO UNILATERALMENTE LA GUERRA AI PROFUGHI DEL MONDO

Dalla primavera 2007, l’agenzia per il controllo delle frontiere europee Frontex ha iniziato il suo lavoro di pattugliamento e respingimento dei migranti in alto mare in collaborazione con gli stati confinanti, per costringere i migranti con mezzi militari a cambiare rotta.
Da allora le cifre dei morti annegati si sono raddoppiate.
Per gli attivisti di Amnesty International e di altre organizzazioni umanitarie non c’è dubbio: la Comunità Europea ha aperto unilateralmente la guerra ai profughi del mondo.
(PeaceReporter: Guerra nel Mediterraneo)


Ecco come alcune unità dell'agenzia europea costringono le barche dei clandestini a invertire la rotta.
Frontex toglie viveri e carburanti dalle navi dei migranti nel Mediterraneo per costringerli a tornare indietro a loro rischio e pericolo. È quanto emerge dall'ultimo documentario radiofonico di Roman Herzog, Guerra nel Mediterraneo, messo in onda dalla Radio Pubblica Tedesca (Ard) il 22 giugno 2008 e presentato in versione italiana a Palermo.

Lo ammettono la Guardia di Finanza italiana e il direttore esecutivo della Frontex Ilkka Laitinen. Sui respingimenti in mare però le autorità degli Stati membri sarebbero divise. Priorità al soccorso per gli italiani, pugno di ferro da parte della Germania.
Il Capo della Centrale operativa della Guardia di Finanza a Roma, Colonnello Francesco Saverio Manozzi, dichiara nel documentario: “In ambito comunitario ci sono diversità di vedute. Noi italiani abbiamo un approccio garantista.
Prima si salvaguarda la vita umana, poi si reprime. Altri paesi invece utilizzano il termine diversion che significa, costringere qualcuno a tornare a casa”. E il punto è come si intende costringerlo. “Abbiamo assistito – continua Manozzi - in incontri ufficiali a concetti operativi che hanno trovato anche testimonianze in carte scritte, dove si intende contrastare l'immigrazione clandestina salendo al bordo dei barconi, togliendo viveri e carburanti. Per cui, l'immigrato a quel punto o prosegue avanti in condizioni …, oppure torna indietro”.
Una pratica secondo Manozzi particolarmente diffusa tra le unità tedesche.
Le dichiarazioni della Guardia di Finanza mettono una nuova luce sulla missione di pattugliamento congiunto del Canale di Sicilia, Nautilus III, iniziata a maggio. In un comunicato stampa Frontex stessa ammette che “l'avvio della missione era rimasto in sospeso a causa di una serie di divergenze di opinioni su chi dovesse ricadere la responsabilità dei migranti salvati in mare”. L'accordo raggiunto prevede che “i migranti salvati nelle acque di ricerca e soccorso libiche saranno riportati in Libia”.Il direttore di Frontex conferma. “Se esiste qualsiasi mezzo legale per fare tornare al porto di partenza le persone che cercano di oltrepassare i confini, viene applicato.” E alla domanda sui conflitti tra unità italiane e tedesche risponde: “I singoli Stati membri interpretano le leggi diversamente. Alcuni sono più disposti a respingere, non dico che è illegale, semplicemente interpretano le leggi diversamente. Altri Stati hanno ordini di non praticare questo modus operandi in nessuna forma”.


E quando nel documentario il giornalista chiede se sia vero che unità di Frontex tolgano viveri e carburante ai migranti per costringerli a invertire la rotta, Laitinen non smentisce: “Frontex redige piani operativi. Per i singoli piani operativi sono responsabili soltanto gli Stati membri partecipanti e ogni singolo capitano che prende le decisioni. Questo tipo di istruzioni per i casi più frequenti è, però, messo per iscritto nel piano operativo e viene confrontato con le norme giuridiche per assicurare che gli interventi si svolgano in questa forma. So che ci sono dei casi nelle acque internazionali dove si tratta principalmente di salvare vite umane. Il modo di effettuare questo consiste nell’assicurare il ritorno sicuro al porto di partenza. A questo fine saliamo a bordo per verificare che dispongano di salvagente, di acqua e viveri, e sufficiente carburante per tornare indietro, e spieghiamo la forma migliore per risolvere il problema.”
Secondo dati ufficiali riportati dalla Guardia di Finanza, Frontex ha respinto 42.000 migranti e rifugiati in tutto il mare Mediterraneo da gennaio a novembre 2007.Guerra nel Mediterraneo analizza la politica europea di immigrazione dopo il 1998 e mostra come dal 1999 la Comunità Europea abbia finanziato la costruzione di una ventina di campi di detenzione per migranti negli Stati nordafricani. ( PeaceReporter : Oltre ogni immaginazione)
Un estratto del documentario è consultabile in italiano sul sito Audiodoc.

Per ricevere una copia del documentario in italiano scrivete a roman.herzog@virgilio.it



Nel Canale di Sicilia sono morte almeno 2.796 persone, lungo le rotte che vanno dalla Libia (da Zuwarah, Tripoli e Misratah) e dalla Tunisia (da Sousse, Chebba e Mahdia) all'isola di Malta, alle isola di Pantelleria e Lampedusa e alla costa sud della Sicilia, ma anche dall'Egitto e dalla Turchia alla Calabria. Più della metà (1.749) sono disperse. Altri 70 giovani sono annegati navigando dall'Algeria (Annaba) alla Sardegna.Nel corso del 2007, nonostante un calo netto degli sbarchi, i morti sono raddoppiati. Per evitare i pattugliamenti infatti, si viaggia su imbarcazioni sempre più piccole e su rotte più lunghe e quindi più rischiose. Inoltre i passeur non mandano più i loro uomini al timone: la guida delle barche è ormai affidata a caso ad uno dei passeggeri, spesso senza che abbia nessuna esperienza di mare. E infine i pescatori prestano sempre più difficilmente soccorso in mare, per non rischiare l'arresto e il sequestro delle navi.
"Era il 2 gennaio , quando siamo tornati in pesca dopo le vacanze di natale, si sono cominciate a pescare delle cose strane, cose che di solito non si pescano e che restavano invece nelle reti: scarpe, pantaloni, maglie e quant’altro. Poi qualcuno ha cominciato a dire in paese che avevano pescato dei “Tonni”… ancora più strano: non si pescano dei tonni con la rete a strascico. Non riuscivo proprio a capire, all’inizio, cosa volessero dire. Solo qualche giorno dopo ho capito che quello che avevano pescato nelle reti non erano tonni ma erano cadaveri… cadaveri in decomposizione...all’epoca si era già verificato già qualche collega che aveva recuperato un cadavere e lo aveva portato a terra avesse avuto poi problemi grossi: gli avevano sequestrato la barca per 10 giorni, quindi mancato guadagno, con la scusa della burocrazia. Si capiva bene che il messaggio era chiaro: lasciateli a mare, tanto sono extracomunitari. Questo si capiva, questo ci era trasmesso: lasciateli a mare. Sono tanti… lasciateli a mare."...
A raccontare tutto questo è Salvo Lupo, pescatore di Porto Palo di Capo Passero, perché la sua storia è strettamente legata a quella del più tremendo naufragio di migranti registrato a largo delle coste siciliane negli ultimi 50 anni.
283 persone persero la vita in mare nel Canale di Sicilia.
(Leggi l'intervista a cura di Alessandra Sciurba su Melting Pot Europa )

Maggiori informazioni sul numero delle vittime dell’immigrazione clandestina sono disponibili sul sito http://fortresseurope.blogspot.com/, una rassegna stampa on line che dal 1988 censisce per Paese e per anno le morti lungo le frontiere europee.
E per finire ( sempre grazie a Roman Herzoge) entriamo a dare un'occhiata nel Cpa (Centro di prima accoglienza) di Cassibibile in provincia di Siracusa.
Quì, vengono trasferiti migranti e rifugiati che sbarcano a Portopalo di Capo Passero e lungo le coste siracusane.
Un’area ingabbiata di 40 metri per 20. All’interno, un cortile e una struttura di due piani, senza finestre al secondo piano. Si tratta di una delle principali strutture di detenzione dei migranti sbarcati in Sicilia.
Abiola mi racconta la sua fuga dalla prigione in Nigeria, e di quante esigenze primarie non sono soddisfatte a Cassibile. “Il cibo è scarso”, dice, “ci siamo ammalati in tanti”. Me lo confermano gli eritrei: “non mangiamo da tre giorni, ci hanno fatto venire la diarrea”. Sono in sciopero della fame. Vogliono parlare con la “direttrice della prigione” come la chiamano, “vogliamo sapere cosa sarà di noi”. “Non abbiamo commesso nessun crimine, perché ci mantengono qua dentro” si arrabbia Semere, “è giusto questo? Dove sono i nostri diritti? Abbiamo dei diritti!”
Altre notizie sul centro di Cassibile, quì (Melting Pot Europa)
" Ogni volta che entro in acqua sento l’angoscia salire allo stomaco. E penso che non sia affatto normale. Avanzo con cautela, in una piccola baia di Samos. Sono scalzo. E ho paura di toccare un cadavere sottacqua. "...

sabato 28 giugno 2008

" IL MOSTRO SULLO STRETTO - SETTE OTTIMI MOTIVI PER NON COSTRUIRE IL PONTE"


Quali sono i veri obiettivi che muovono da anni la cosiddetta “lobby del Ponte sullo Stretto di Messina”? È vero che la costruzione della mega-opera sarà un disastro per i conti dello Stato? E quale sarà il reale impatto dei cantieri sulle popolazioni?
Sono alcune delle domande a cui risponde il volume




"Il mostro sullo Stretto - Sette ottimi motivi per non costruire il Ponte "

scritto dai ricercatori Antonello Mangano e Antonio Mazzeo di Terrelibere.org.

Il libro (104 pagine), edito da Sicilia Punto L, sviluppa le argomentazioni contrarie al Ponte, riportando ragioni note (ambiente, mafia, impatto occupazionale) e proponendo questioni meno conosciute (militarizzazione del territorio, conflitti d’interesse, fitta ragnatela di società ed aziende coinvolte).
Rappresenta uno strumento indispensabile per costruire e rafforzare l’opposizione contro la costruzione del Ponte sullo Stretto; fornisce le motivazioni e le informazione utili a comprendere le ragioni del No e a smontare le argomentazioni mendaci e truffaldine dei sostenitori dell’opera. “Negli ultimi decenni abbiamo assistito ad una retorica della privatizzazione, ad un attacco frontale allo Stato ed ad ogni forma di presenza pubblica in economia che oggi può essere letto in maniera diversa”, scrivono Antonello Mangano e Antonio Mazzeo.
“Lo Stato è rimasto stazione appaltante ed assicura alle imprese private profitti al riparo dalla concorrenza, rischi di mercato, verifiche di efficienza. L’arretramento dello Stato, lungi dall’assicurare efficienza, ha significato riduzione di regole e controlli, discrezionalità dei “General Contractor” nell’assegnazione di subappalti o nella gestione privatistica di fondi e voci di bilancio, con perdita di rilevanza penale di comportamenti dannosi per la società. Ha significato nei fatti maggiore spazio per la criminalità, l’annullamento dei diritti dei lavoratori, l’allontanamento di imprese che non accettano tavolini di spartizione, la penalizzazione della qualità e dell’efficienza.
In questo scenario s’iscrive il devastante progetto del Ponte sullo Stretto di Messina”. Il libro si apre con l’analisi del “club delle grandi opere” legato trasversalmente alle forze politiche ed “abituato alle spartizioni, alle presenze incrociate che annullano controlli e concorrenza, alla depredazione delle risorse”. Si prosegue con uno studio sull’impatto sociale dell’opera, in un territorio fragilissimo dal punto di vista socio-economico: i cantieri e la vita quotidiana, l’inquinamento, la salute delle popolazioni, gli espropri.
Ancora, il ruolo delle mafie sotto un duplice aspetto: l’inserimento della criminalità locale che controlla il territorio nei subappalti ed il tentativo già avvenuto della grande mafia internazionale di finanziare direttamente l’opera. Fondamentale e trascurato, l’impatto sui conti pubblici, dove sono stati sovrastimati i vantaggi e gli utili e sottostimati i costi.
Si analizza poi l’impatto ambientale dell’opera su un paesaggio dal valore unico, “già deturpato da abusivismo ed incuria e che oggi si trova al bivio tra l’affossamento definitivo ed un possibile rilancio”. Infine il capitolo sulle ancora troppo poco conosciute convergenze tra gli “amici del ponte” e i conflitti che insanguinano il pianeta.
Il Ponte stesso genererà nuovi processi di militarizzazione nell’area dello Stretto, come se non dovessero già bastare le servitù di basi e infrastrutture convenzionali e nucleari che soffocano il Mezzogiorno d’Italia.



Indice del volume
1 Il club del cemento. Perché il Ponte è affare per pochi.
2 Impatto sociale. Perché il Ponte stravolge la vita della comunità.
3 La Mafia. Perché il Ponte ripropone il dominio criminale.
4 La diseconomia. Perché il Ponte è un disastro per i conti pubblici.
5 Impatto occupazionale. Perché il Ponte non dà lavoro.
6 Impatto ambientale. Perché il Ponte distrugge l’ecosistema.
7 I militari. Perché il Ponte è collegato alla guerra.


Il libro lo potete acquistare quì ,costa: € 5.80. Le spese di spedizione per i paesi dell'Unione Europea sono incluse. Non sono previsti altri costi

Oppure: Lo potete leggere on line

La vignette è di MASSIMO GARIANO

giovedì 26 giugno 2008

E' un censimento o una schedatura?

Il ministro Maroni ipotizza di prendere le impronte anche ai minori rom"come garanzia per la tutela dei loro diritti".

DIRITTI?
Sulla Carta dei diritti dell’infanzia approvata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989, all’articolo 2, si legge testualmente:

1) Gli Stati parti s'impegnano a rispettare i diritti che sono enunciati nella presente Convenzione ed a garantirli ad ogni fanciullo nel proprio ambito giurisdizionale, senza distinzione alcuna per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, del fanciullo o dei suoi genitori o tutori, della loro origine nazionale, etnica o sociale, della loro ricchezza, della loro invalidità, della loro nascita o di qualunque altra condizione.

2) Gli Stati parti devono adottare ogni misura appropriata per assicurare che il fanciullo sia protetto contro ogni forma di discriminazione o di sanzione motivata dallo status, le attività, le opinioni espresse o il credo dei suoi genitori, dei suoi tutori o di membri della sua famiglia.

Maroni lo spiega così: sapere chi sono i minori rom, quanti sono, dove vivono e con chi è il fondamento "per rispettare il loro diritto all'infanzia" e dire basta ad abusi e sfruttamenti, anche quelli a cui li sottopongono i genitori.

Un altro intendimento del ministro, infatti, è quello di togliere la patria potestà a chi manda i figli a rubare o a chiedere l'elemosina. Anche solo a vendere rose.

"Del resto - ha aggiunto Maroni - nel 2007 l'allora ministro Rosi Bindi disse che occorreva difendere i minori anche ricorrendo alla rilevazione delle impronte digitali".


Ma... allora non è un censimento, è una schedatura!?

Mi perdoni ministro Maroni ma tra la prima e la seconda parola c'è una sostanziale differenza, direi un abisso.

L’idea di poter schedare un bambino in rapporto alla sua appartenenza etnica, è inconcepibile!

Dov'era, ministro Maroni, mentre le fiamme distruggevano le baracche e Rebecca Covaciu e gli altri bambini piangevano, e una mamma supplicava gli uomini in divisa: "Per piacere, lasciatemi prendere le copertine per i miei bambini" e un poliziotto le rispondeva: "Non ti servono a niente, perché adesso, con il nuovo governo, vi rimandiamo tutti in Romania"???????????????????????

Prendere le impronte ai minorenni rom può essere una pericolosa "discriminazione". Lo dice pure il Garante per la privacy Francesco Pizzetti : "pur nell'ambito dell'attività di identificazione e di censimento delle comunità di nomadi", potrebbe coinvolgere "delicati problemi di discriminazione che possono toccare anche la dignità delle persone e specialmente dei minori".

Ugo Pastore, procuratore dei minori di Ancona, sottolinea come, prendere le impronte digitali solo ai Rom violi l’art.3 della nostra Costituzione, in quanto discriminatorio.

L'ex ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero non esita a paragonare la pratica di prendere le impronte ai bambini rom alla stregua delle discriminazioni che mise in atto il nazifascismo, sessant'anni fa. «La schedatura su base etnica di bambini, cittadini italiani o esteri che siano, rom o meno che siano, è infatti una proposta barbara, inaccettabile, indegna di un Paese civile. Mi metterò in fila anch'io, per farmi schedare dal ministro Maroni, e spero che così come me faranno tanti altri cittadini e genitori».

L'UNICEF Italia si auspica che il Governo italiano affronti le tematiche relative alla sicurezza senza trascurare i diritti dei bambini, tra cui quelli di essere tutelati e non essere discriminati, come ricorda la Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia, ratificata dall'Italia con legge n° 176 del 27 maggio 1991».

Ogni tempo ha il suo fascismo. A questo si arriva in molti modi, non necessariamente col terrore dell'intimidazione poliziesca, ma anche negando e distorcendo l'informazione, inquinando la giustizia, paralizzando la scuola, diffondendo in molti sottili modi la nostalgia per un mondo in cui regnava sovrano l'ordine. (Primo Levi)
LA VIGNETTA E' DI MAURO BIANI

martedì 24 giugno 2008

STEFANO BENNI - Dramma teologico-neurologico in un atto




Dramma teologico - neurologico in un atto.

Personaggi: il pre e il pap.


Pre: Buongiorno Sua Santità.

Pap: Buongiorno signor premier... sono lieto di questo incontro, utile a rafforzare i legami che uniscono la nostra chiesa al vostro stato e alla fattiva collaborazione che...

Pre: Mi scusi Santità ma abbiamo solo mezz'ora e vorrei venire al dunque.

Pap: Prego?
Pre: Al dunque, al vero motivo della mia visita. Dunque, io non sono contento di voi...

Pap: Ma come? Con tutto il sostegno che vi abbiamo dato, lo IOR, i cardinali, i vescovi...

Pre: No. Io non sono contento... del suo superiore...

Pap: Intende dire?

Pre: Proprio di Lui. Mi spiego. Io non dovrei avere più pensieri, né problemi. Sono uno statista che ha fallito due volte e mi hanno rieletto. Sono dieci volte più ricco di quando ho cominciato a fare politica. L'opposizione mi regge lo strascico. E a forza di leggi ad personam, sono intoccabile. Sto eliminando i giudici, la magistratura, i processi, ripulendo la stampa, nessuno potrà più sfiorarmi...

Pap: E allora?

Pre: A allora? Non vede come sono esasperato, con quanta rabbia continuo ad accanirmi, a dire che ce l'hanno tutti con me, a tentare di spegnere ogni critica... e che cos'è questo secondo lei?

Pap: Uh, credo di capire.

Pre: Esatto. È questa maledetta coscienza, il senso di colpa, il sapere cosa veramente sono. Crede lei che se fossi convinto di essere innocente, se fossi sereno e in pace con me stesso, mi darei tanto da fare? No, ho sempre quel rovello, quel rimorso, quel coltello nel fianco.

Pap: Ma figliolo,bisogna accettare...

Pre: No Santità scusi se glie lo dico ma il Suo Superiore ce l'ha con me. Continua a torturarmi. E io non so più che leggi fare, che televisioni e giornali comprare, che bugie dire. Continuo a sentirmi colpevole e disonorato, vivo come se fossi un evaso, e ogni mio atto lo denuncia.

Pap: Ma Lui non c'entra...

Pre: C'entra, c'entra. C'entra fin dall'inizio. Lui è prevenuto. Guardi come mi ha fatto piccolo, guardi cosa devo fare per coprire i segni della sua palese inimicizia. E non solo mi ha fatto cadere i capelli, ma mi arrovella, mi fa rosicare, non mi fa dormire la notte. Insomma lei deve intervenire contro questa persecuzione...

Pap: Premier, io posso dire ai vescovi di intervenire nel dibattito politico, posso darle dei consigli su come investire, posso assolverla, manon posso parlare direttamente con Lui...

Pre: Come sarebbe a dire! Che capo è lei? Se lei è il capo, deve avere il filo diretto, il telefono rosso, come Bush! Deve parlare con Lui e dire che lo ricuso.

Pap: Ma lei bestemmia!

Pre: Uffa, sono stanco di dover dimostrare la mia innocenza sapendo benissimo che non sono innocente. Quindi lo ricuso. Sceglierò un altro Dio.

Pap: Orrore!

Pre: Sì, Letta e Schifani stanno compilando una lista di centoventi divinità pagane. Ci metto niente, a sostituire il crocefisso nelle scuole con un totem. Faccia qualcosa o le tasso gli immobili!

Pap (barcollando): No,questo no.

Pre: Allora agisca subito. Deve dire al suo capo che la smetta di avercela con me, che non voglio avere più rimorsi, né rodermi l'anima.

Pap: Sì, ma praticamente cosa vuole?

Pre: Voglio che in luogo e data certa, in modo che le televisioni possano riprendere l'evento, le nubi si squarcino e dall'alto scenda una luce, un angelo, o qualcosa di altrettanto gradito all'audience, e che una voce tonante dica al mondo: quest'uomo è un martire, quest'uomo è innocente, quest'uomo è assolto, nessuno lo tocchi più.

Pap: Non credo che si possa fare...

Pre: Si può, si può, lei deve avviare l'operazione SSS, Silvio Santo Subito. Non saboti il dialogo! Se si rifiuta, si prepari pure a trasferire altrove il Vaticano, che ne dice del deserto libico?

Pap: No, la prego. Ciò che chiede è difficile...

Pre: Lei ha tre giorni di tempo. Dopodiché io ricuserò lei e il suo datore di lavoro.

Pap: Mi lasci sette giorni.

Pre: Va bene. Allora devo andare, ecco il regalo che le avevo portato. Un mio ritratto di dieci metri da mettere al posto del Cenacolo.

Pap: Ecco il regalo per lei. Una palla di vetro con la neve artificiale e dentro un nano.

Pre (furente): Lo vede? Anche lei è d'accordo con lui. La ricuso! Lei è prevenuto! Lei mi perseguita (cerca di aggredirlo, si scontra con le guardie svizzere. Il seguito è soggetto alla censura per le intercettazioni).

La Vignetta è di VAURO

lunedì 23 giugno 2008

CACCIA ALLE FOCHE: LA LAV DICE BASTA

Si svolgerà a Bruxelles il 1° luglio 2008 la manifestazione internazionale organizzata dalle associazioni animaliste di tutta Europa, per chiedere alla Commissione Europea e agli Stati Membri di vietare la commercializzazione e l'importazione dei prodotti di foca nell'Unione Europea. L'evento avrà luogo di fronte al Palazzo della Commissione Europea (Berlaymont) e vedrà la partecipazione di Humane Society International, GAIA, Eurogroup for Animals e di molte delle associazioni in esso riunite, tra cui la LAV e l'IFAW.
La Commissione Europea, dopo l’espressione del Parlamento europeo con le risoluzioni e le dichiarazioni scritte e dopo le risoluzioni e le mozioni del Consiglio d’Europa, che hanno chiesto norme europee che vietino l’importazione dei prodotti di foca sul territorio comunitario, è chiamata a predisporre una proposta legislativa che vada in questa direzione. La Commissione UE ha annunciato che tale proposta sarà pubblicata nei prossimi mesi, ma al momento non ne ha reso noti i contenuti.
Il raduno a Bruxelles rappresenta la conferma di quanto emerso dalla consultazione pubblica effettuata dalla Commissione Europea sul proprio sito, in cui una schiacciante maggioranza di persone, organizzazioni e cittadini ha espresso la propria univoca condanna alla strage di circa 300 mila foche ogni anno, chiedendo la fine del commercio delle loro pelli e dei prodotti derivati in Europa.
La LAV, impegnata da anni in questa campagna, sarà presente con un gruppo di persone per far sentire forte il NO italiano alla caccia alle foche.


Le foche della Groenlandia sono diffusi su un ampio territorio che comprende gli oceani Artico e Nord Atlantico fino a Terranova e all’Isola di San Lorenzo (Canada) a ovest e il nord della Russia a est.
Si tratta di una specie estremamente gregaria e migratoria che vive in gruppi.
Il branco dell’Oceano Atlantico nord-occidentale viaggia per migliaia di chilometri ogni anno tra il Canada artico e la Groenlandia occidentale, fino a raggiungere i territori adatti alla nascita dei piccoli, nel "Golfo" e sul "Front" davanti alla costa orientale canadese.
Qui, tra la fine di febbraio e all’inizio di marzo, le femmine si riuniscono per partorire, in centinaia di migliaia sulla banchisa appena formata.

Ogni madre genera un solo piccolo alla volta . I neonati, magrolini, sgraziati e giallastri alla nascita, grazie all'elevato contenuto di grassi del latte materno, diventano in circa una settimana morbidi cuccioli grassocci dai manti bianchi.

Dopo circa 12 giorni, le madri lasciano i piccoli ben nutriti per andare ad accoppiarsi con i maschi adulti. I cuccioli appena svezzati rimangono da soli sulla banchisa, piangono, poi diventano molto tranquilli e sedentari e sopravvivono grazie allo strato di grasso accumulato durante l’allattamento. In base alla legislazione del Canada, possono essere uccisi appena raggiunti i 12 giorni, nel momento in cui il suo manto è ancora quasi completamente bianco e dunque pregiato sui mercato europei ad asiatici. Alcuni giorni più tardi il manto bianco sarà scomparso totalmente per rivelare la lustra pelliccia argentata a macchie nere della giovane foca groenlandica (beater).


Nel febbraio del 2003 il "Department of Fisheries and Ocean" canadese ha incrementato la quota di esemplari che possono essere uccisi, giustificando questa scelta con motivazioni economiche, sociali ed ecologiche ed affermando che la maggioranza delle foche viene soppressa nel modo più indolore possibile. Ricerche scientifiche, studi e rapporti dimostrano che la realtà è è un'altra.

Il 98% delle foche uccise sono cuccioli con meno di 3 mesi di vita.
La morte a cui vanno incontro questi animali è la più violenta e crudele immaginabile: un team di veterinari indipendenti ha documentato che il 42% delle foche esaminate viengono scuoiate vive, e il 40% viene colpito ripetutamente con un apposito strumento (hakapick) di circa 70 cm di lunghezza, poi trascinati sul ghiaccio con l'uncino metallico situato sull’estremità dell’arma, vengono lasciate agonizzare per tanto tempo prima di morire.


Perchè?
Le foche vengono uccise per fornire al mercato Europeo e mondiale una serie di prodotti ricavati da: pelle, grasso, olio e organi genitali maschili.

La pelle
Tradizionalmente la pelle di foca viene utilizzata dagli esquimesi per realizzare coperte, tende, stivali e guanti e per impermeabilizzare le imbarcazioni in legno (kayak). Un tempo si usava anche per farne giacche a vento.
In Europa, la pellicca trova spazio soprattutto nell’abbigliamento. Di recente sono sorti altri mercati, come la decorazione per pareti e pavimenti e la realizzazione di souvenir.
Il grasso
Viene impiegato soprattutto per lucidare e ammorbidire le calzature in pelle, in particolare gli scarponi da trekking e gli scarpini da rugby. In ambito sportivo, viene usato durante le gare di podismo, per evitare il raffreddamento di mani e viso.
L'olio
Ha un mercato inferiore rispetto alla pelle ma in una forte crescita grazie alla sua versatilità. Nel catering e nella ristorazione viene utilizzato come olio di cottura, inoltre la sua composizione, ricca di acidi grassi Omega 3 (celati sotto le sigle EPA e DHA) lo rende ingrediente di farmaci e alimenti dietetici.
Spesso è componente del cibo per animali domestici o integratore per i cavalli da corsa. Nel settore cosmetico si impiega per la produzione di saponi.
Gli organi genitali
In Asia si utilizzano i peni delle foche per la preparazione di afrodisiaci. Si tratta di un commercio molto pericoloso per la sopravvivenza della specie, difficile da regolamentare e in parte celato nel mercato nero. Il risultato: centinaia di foche uccise illegalmente - fuori dai registri e dalle statistiche ufficiali - solo per asportare loro il pene.

Dal 1970 l’IFAW è impegnata in prima linea in questa battaglia.
Sono state le immagini girate segretamente dal suo fondatore Brian Davis nel 1981 a far conoscere la strage dei cuccioli neonati di foca avvenuta nel Golfo di San Lorenzo. L’opinione pubblica si è indignata ed ha creato un movimento di boicotaggio dei prodotti canadesi, ottenendo nel 1983 dalla CEE il divieto di importazione dei prodotti ricavati dai cuccioli di foca. Nonostante questo passo in avanti, la situazione rimane urgente ed allarmante: i cuccioli sono cacciabili non appena iniziano la muta del pelo e sono le prede preferite dei cacciatori. L’approvazione del “piano triennale di gestione” ha aumentato il numero delle foche che possono essere uccise legalmente ogni anno. L’IFAW ha rilanciato la campagna a favore delle foche, supportata da documentazione scientifica e filmati, chiedendo il sostegno alle associazioni di tutto il mondo, perché solo un’azione internazionale di pressione contro quanto sta accadendo in Canada sarà in grado di porre fine al massacro.
Guarda il video realizzato dall’IFAW (2008) che mostra come si svolge la caccia in Canada.
Si tratta di immagini molto forti che potrebbero turbare persone particolarmente sensibili.

Negli ultimi anni questo impegno collettivo delle associazioni di diversi paesi, riunite nella campagna internazionale contro la caccia alle foche (coordinata in Italia dalla LAV), ha fatto importanti passi in avanti verso la fine del massacro.

1972

  • gli Stati Uniti bandiscono l’importazione e l’esportazione di tutti i prodotti derivanti da mammiferi marini (foche comprese)

2005

  • il Parlamento austriaco adotta all’unanimità una risoluzione che condanna la caccia alle foche e ne chiede la chiusura del mercato.

2006

  • il Messico vieta l’importazione e l’esportazione di tutti i prodotti derivanti da mammiferi marini (foche comprese).
  • Con un decreto interministeriale l’Italia introduce il bando all’importazione di pelli di foca.
  • Il Parlamento europeo approva una dichiarazione scritta con la richiesta alla Commissione europea di predisporre una proposta legislativa per vietare la commercializzazione e l’importazione di prodotti derivanti dalla caccia alle foche. Sono raccolte oltre 400 firme, una delle dichiarazioni scritte più firmate nella storia delle Istituzioni europee.
  • L'Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa vota la storica risoluzione contro la caccia alle foche proposta dalla LAV che impegna la Commissione Europea a predisporre una nuova normativa che vieti, in tutto il territorio europeo, l’importazione di prodotti derivanti dall’uccisione delle foche.
  • Il Parlamento tedesco vota all’unanimità la risoluzione che chiede al Governo di adottare un primo divieto d’importazione di questi prodotti, in attesa di un bando dell’Unione europea.

2007

  • il Parlamento belga vota all’unanimità una legge che vieta l’importazione dei prodotti derivati da foche. Il Belgio è il primo Paese europeo a chiudere le frontiere al commercio di tali prodotti, inviando un chiaro messaggio al Governo canadese.

Passi avanti in Italia

  • Il 2006 è stato l’anno dell’approvazione del Decreto del Ministero delle Attività Produttive e del Tesoro che ha bandito l’importazione delle pelli e derivati di foca nel nostro Paese. La LAV chiede di trasformare questo decreto in legge, affinché il nostro paese non sia mai più complice di questa barbarie.
  • Il 15 marzo 2007 il Senato ha approvato una mozione in cui, tra le altre cose, si impegna il Governo a vietare l’importazione e la commercializzazione dei prodotti derivanti dalla caccia alle foche.
  • Il 21 dicembre 2007 la Commissione Territorio e ambiente del Senato ha approvato in sede deliberante ed all'unanimità il disegno di legge proposto dalla LAV e firmato da maggioranza ed opposizione. La fine della legislatura non ha consentito l'approvazione definitiva del testo alla Camera. Il testo è stato ripresentato con la nuova legislatura e il nostro lavoro sarà ottenere una nuova e definitva approvazione di questa legge di civiltà per gli animali.

FONTE: LAV

sabato 21 giugno 2008

UN SORRISO PER SEMPRE

Angelina farfallina

Angelina ama la campagna, così tanto che non ne può fare a meno neanche per un solo giorno.
Il volo libero degli uccelli, i colori stupendi dei fiori, gli alberi carichi di frutti saporiti, il profumo inebriante del mosto, l'acqua fresca del pozzo, la rendono tanto felice, ma tanto tanto tanto.
Ad un suo cenno, la prendo per mano e via di corsa per la discesa fino ad arrivare in quell' immenso paradiso .
Che bello rotolarsi sull'erba, correre, saltare, cantare e ancora correre e cadere sfinite, e... poi addormentarci abbracciate col sorriso sulle labbra.
Lei con la certezza di risvegliari un giorno farfalla.
Io con la certezza che un giorno manterrà la promessa.
[Angelina era malata di Alzheimer,ma questo lei non lo sapeva, perciò poco importa per la nostra storia]



Con questa storia, il mio blog aderisce all'iniziativa, segnalata da capitancurrau : "un sorriso lungo un anno" di Comicomix per la Lotta al neuroblastoma, un tumore infantile che rappresenta la prima causa di morte in età prescolare.



Questo è uno dei tanti (bellissimi) disegni, di un piccolo grande artista di nome Alessandro scomparso nel giugno 2005 all’età di quasi sei anni .
Alessandro amava disegnare ma anche riceverne.
I disegni che Alice ed Eros (la sorella e il suo ragazzo) gli regalavano, lo facevano felice.


Chissa perchè,pensiamo sempre che siano necessarie grandi cose, per rendere felici chi ci sta accanto, invece basta poco, purchè fatto con il cuore.



Tutti i navigatori e in particolare chi ha un blog, nel corso del 2008
può aderire a questa iniziativa,
scrivere un post dedicato al tema del sorriso prendendo spunto da una vicenda personale, un fatto di cronaca, di politica, di qualunque altro argomento .
Poi segnalare il post a : alex@comicomix.com indicando il nome del blog e link al post.
Per ogni post segnalato, Comicomix donerà due euro alla Fondazione per la lotta al neuroblastoma.


Questo è solo uno dei modi per sostenere questa iniziativa, per saperne di più clicca QUI'.

Ma attenzione! Il sorriso come forma di relazione, verso gli altri, verso chi si ama, o semplicemente verso il prossimo.Non il sorriso da cartolina, quello falso o di cortesia. Il sorriso che è sostenere senza odio le proprie idee, ma con la disponibilità ad ascoltare (e, se possibile) capire le ragioni degli altri.

Cosa aspetti? Regala un sorriso !

giovedì 19 giugno 2008

REBECCA COVACIU "LA PICCOLA ARTISTA" E' ROM E VA PUNITA

LA VIGNETTA E' DI ANGESE

Rebecca Covaciu, ha 12 anni, è bravissima a disegnare, tanto che i suoi disegni sono stati esposti a Napoli, nel corso della Giornata della Memoria 2008.
Ha vinto il Premio UNICEF 2008 , per il disegno e la pittura legato ai diritti dei Bambini.

Però è rom

"Ci trattano come animali perché non ci conoscono," ha detto Rebecca dopo aver ricevuto il Premio UNICEF. "Non sanno che cosa vuol dire vivere in mezzo ai topi e ai rifiuti, al freddo, senza cibo. Quando noi bambini chiediamo l'elemosina, dicono che i nostri genitori sono cattivi, perché non sanno che se non ci aiutiamo tutti, fra di noi, moriamo di fame. E' un brutto mondo per noi 'zingari”.


LA VIGNETTA E' DI ANGESE

E’ accaduto il 17 giugno, alle 8 a Milano, nella zona di Gianbellino. Rebecca Covaciu, 12 anni e il fratellino Ioni, di 14 anni, romeni di etnia Rom, sono stati brutalmente aggrediti da due italiani di età compresa fra i 35 e i 40. La stessa sorte è toccata ai genitori che erano accorsi per difendere i figli, oltre alle botte e agli insulti, sono stati invitati a lasciare immediatamente l'Italia.

Impauriti, sono fuggiti verso la stazione di San Cristoforo, e accorgendosi di essere ancora seguiti hanno chiesto aiuto ai passanti.

Nessuno è intervenuto.

A quel punto la signora Covaciu, cardiopatica, è stata colta da un malore. Il marito allora decide di contattato telefonicamente Roberto Malini del Gruppo EveryOne, che ha dato l’allarme facendo inviare sul posto una volante della Squadra Mobile di Milano e un’ambulanza.

La famiglia Covaciu abbandonò Arad, in Romania, per fuggire povertà e discriminazione.

Durante la primavera 2007, ha incontrato gli attivisti del Gruppo EveryOne, che si sono fatti carico delle sue esigenze fondamentali.

Il 24 Aprile 2008 sono stati costretti a uscire dalle loro baracche, e messi in fila, assieme a tanti altri uomini, donne e bambini.

Mentre le fiamme distruggevano le baracche e quei pochi miserabili beni, i bambini piangevano, e una mamma supplicava gli uomini in divisa: "Per piacere, lasciatemi prendere le copertine per i miei bambini". Un poliziotto le rispondeva: "Non ti servono a niente, perché adesso, con il nuovo governo, vi rimandiamo tutti in Romania".

"Se voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora io reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall'altro. Gli uni sono la mia patria, gli altri i miei stranieri" (don Lorenzo Milani)

"Quando disegno, penso ai colori di un mondo migliore, dove anche noi possiamo essere felici. Da grande voglio aiutare i poveri e se diventerò un'artista famosa, voglio dipingere il mondo degli 'zingari', così tutti vedranno la verità. Vorrei parlare ai grandi, ai potenti, a quelli che potrebbero aiutare il mio popolo. Vorrei chiedergli di aiutarci, perché la nostra vita è troppo triste".

Qui potete vedere i disegni di Rebecca, ascoltare l'appello che lancia all'Europa contro la persecuzione dei rom in Italia e tante altre notizie interessanti del tipo:
Vi ricordate la storia di Ponticelli? A quanto pare, è stata una montatura.



Fonte: http://www.everyonegroup.com/it/EveryOne/MainPage/MainPage.html

LA DIRETTIVA DELLA VERGOGNA NON SALVA I CLANDESTINI

LA VIGNETTA E' DI MAURO BIANI

Abdelnasser e’ un egiziano come tanti, costretti a rischiare la vita per cercare fortuna in Europa, famiglia numerosa, moglie, figli, mamma e suocera a carico. Come tanti altri nel suo villaggio, Abdelnasser ha provato piu’ volte a realizzare il sogno di sempre. Ma gli e’ sempre andata male.Marc Innaro di Articolo 21 Liberi di, ci racconta "L'odissea di Abdelnasser"


LA VIGNETTA E' DI ANGESE

Mentre il Parlamento europeo approva la direttiva Ue sui rimpatri dei cittadini extracomunitari clandestini, con 367 sì, 206 no e 109 astensioni, altri sbarchi di clandestini interessato le spiagge italiane.

La direttiva, che Giulietto Chiesa (Europarlamentare) definisce "direttiva della vergogna", leggete QUI, il perchè, prevede il «ritorno volontario» entro 7-30 giorni degli immigrati illegali; la durata della detenzione per un massimo di 6 mesi in appositi centri, prorogabile fino a un totale di 18 ; il divieto di reingresso nell'Ue per 5 anni e l'allontanamento anche di minori non accompagnati.
Gli eurogruppi dei socialisti, dei verdi e della sinistra e le organizzazioni per i diritti umani hanno criticato il testo, poichè troppo severo con i clandestini colpevoli di aver cercato di fuggire dalla miseria, dalla fame, dalla mancanza di un lavoro che gli permetta di vivere in maniera dignitosa, dalla guerra, dalla dittatura...E non basta la convivenza con un cittadino italiano per impedire che un immigrato clandestino venga espulso. Lo ha stabilito la prima sezione penale della Cassazione. Secondo la Corte, non si può equiparare la famiglia legittima alla famiglia di fatto.

Ascanio Celestini: contro il papa, il duce e il fascimo

mercoledì 18 giugno 2008

NORMA "SALVA-PREMIER"

LA VIGNETTA E' DI STAINO


Berlusconi ricusa il giudice Nicoletta Gandus, tacciata di «grave inimicizia» nei suoi confronti e, pertanto, non in grado di prendere una decisione serena nel processo in cui è accusato, insieme a David Mills, di corruzione in atti giudiziari.

I pm milanesi, respingiamo le illazioni del premier : «il procedimento è stato iscritto a seguito di precise dichiarazioni rese dallo stesso avvocato Mills in data 18 luglio 2004». «Le indagini sono state condotte nel più assoluto rispetto delle garanzie della difesa e nell’esclusiva ottica dell’accertamento della verità. Ora, la decisione sulla ricusazione spetta alla quinta sezione della Corte d’Appello. Il processo, intanto, potrebbe essere sospeso per decisione del collegio già venerdì prossimo, proprio a causa dell’istanza presentata oggi, anche se il codice consente di proseguire fino al termine dell’istruttoria dibattimentale.

LA VIGNETTA E' DI VAURO


Finalmente l’opposizione si sveglia (ma si è svegliata veramente?) quando il Senato approva con 160 voti a favore e 11 contrari, il decreto che sospende per un anno i processi per i reati commessi entro il 30 giugno 2002. L’Anm denuncia che sono a rischio 100mila processi. Una volta che diventerà legge l’emendamento, i processi dovranno essere sospesi per un anno.

Antonio Di Pietro ribadisce che «questo provvedimento non ha nulla a che vedere con la difesa della sicurezza degli italiani. L’ipotesi di corruzione in atti giudiziari di un premier è il reato a più alto allarme sociale che, semmai, andrebbe fatto prima e non dopo».


"Strategie criminali" di Antonio Di Pietro 17 Giugno 2008
Tieniti aggiornato: http://www.antoniodipietro.com/iscrizione.php


«In nessun’altra democrazia si sospende un processo per decreto... E’ la prima volta in assoluto che un premier si rivolge a un ramo del Parlamento dicendo che glielo consigliano i suoi legali» dice Emma Bonino.


Perchè così ha scritto Berlusconi nella missiva che Il presidente Schifani legge pubblicamente(«me l’hanno segnalato i miei consulenti legali») di «uno fra i molti fantasiosi processi che i magistrati di estrema sinistra hanno intentato contro di me per fini di lotta politica».

E giustamente con questo emendamento infilato a sorpresa nel decreto-sicurezza, Berlusconi si salva ancora una volta il culo.



«il provvedimento che stiamo esaminando vara una serie di norme per la sicurezza dei cittadini, contro l’immigrazione clandestina, contro la mafia, per la confisca più rapida dei patrimoni mafiosi, per l’aumento della presenza dello Stato sul territorio con forze di polizia o militari». «Vogliamo accelerare i processi per i reati di grave allarme sociale per evitare - conclude - che con la prescrizione si vanifichi l’azione sanzionatoria dello Stato. Si va così nella direzione auspicata da alcuni magistrati come il procuratore di Torino, Maddalena, che auspicavano l’individuazione di alcune priorità. Si tratta di una sospensione, non di un annullamento perchè in Italia vige il principio della obbligatorietà dell’azione penale». (Maurizio Gasparri)

Corrado Guzzanti : BERLUSCONI MERITA RISPETTO !

martedì 17 giugno 2008

RICORDANDO ANDREA PAZIENZA

La notte del 15 giugno 1988, a soli 32 anni, MISS EROINA si portò via per sempre Andrea Pazienza, in arte Paz.
Ci lascia un impressionante quantità di disegni, illustrazioni e racconti abbozzati, in cui narra con ironia la realtà di cui egli è il protagonista e il testimone, l'indiziato e il giudice.

Nasce a San Benedetto del Tronto, 23 maggio 1956 da Giuliana Di Cretico e Enrico Pazienza, professore di educazione artistica.
Vive a a San Severo, la città del padre.

A 13 anni si trasferisce a Pescara per frequentare il liceo artistico.
Nel 1975 si stabilisce in pianta stabile a Bologna e si iscrive al DAMS. Divenne molto popolare a Bologna ma quando uscirono i suoi primi fumetti la popolarità cominciò ad appannarsi.

" La gente a Bologna è abituata a frequentare i cretini, non i geni, e siccome la gente non sa nulla degli infiniti problemi che un genio deve affrontare in ogni momento del suo lavoro, non gli perdona certe cose. Le persone, gli amici, i conoscenti cominciarono a riconoscersi nei fumetti di Andrea. Le fisionomie, i nomi, pezzi di conversazione, case, aneddoti, affioravano nei suoi racconti in modo disturbante. La gente si incazzava, e molto. Non capivano che non c'era altro modo, che lui usava pezzi della sua vita perchè era un disegnatore e uno scrittore, e attingeva a un serbatoio che provvedeva a riempire di quel che poteva :feste, giornate di pioggia,sguardi di ragazze,concerti rock, ragionamenti fatti per strada, film, amici, sentimenti.
Più storie uscivano, meno Andrea era popolare. Ho sentito persino di gente che avrebbe preteso dei soldi per quelle " citazioni".
Alla fine Andrea lasciò per sempre Bologna. Anche oggi, penso che il distacco di Pazienza dalla mia città, da noi, abbia avuto a che fare, in qualche modo, con Zanardi. Forse Andrea aveva riempito e svuotato il suo serbatoio troppe volte con noi, forse non gli servivamo più. O forse fu qualcos'altro. Perchè, vedete, Zanardi esisteva davvero, e quando uno così ce l'ha con te, è meglio che cambi aria.
( Giorgio Lavagna fondatore e cantante dei Gaznevada, la famosa band bolognese attiva alla fine degli anni Settanta). Tratto dall'allegato alla testata del gruppo Editoriale L'espresso S.p.A., N°1 "ZANARDI" di Andrea Pazienza

Le sue opere furono pubblicate sulle
migliori riviste : Linus, Male, Cannibale, Frigidaire.

Intervista ad Andrea Pazienza

seconda parte



Pazienza si cimentò con i generi ed i materiali più disparati: quadri, pubblicità, scene teatrali, locandine e manifesti ( noto quello del film di Fellini ‘La città delle donne’)

Andrea Paziena all'opera (notate la eccezionale bravura)



Gli sono stati dedicati : una piazza a San Benedetto, una scuola elementare a San Severo, un istituto d’arte a San Nicandro Garganico, una piazzetta nel quartiere del Torrino-Mezzocamino di Roma. Roberto Benigni gli ha dedicato il suo film Il piccolo diavolo; Roberto De Maria ha tratto un lungometraggio dai suoi fumetti; lo hanno citato nelle loro canzoni Piero Pelù nel brano Presente e i Gang nell'album controverso uscito nel 2000 gli dedicata la traccia numero nove (Paz).

Paz è sepolto nel cimitero di San Severo (disse al padre: «se mi dovesse succedere qualcosa, voglio solo un po' di terra a San Severo, e un albero sopra...»).

Stefano Benni legge, Pompeo di Andrea Pazienza


“Andrea Pazienza era l’albero del paradiso. Ci ha fatto intravedere la bellezza e poi ha chiuso tutto, però ci ha lasciato dei frutti proibiti e noi ce li siamo mangiati, li abbiamo assaporati. Ci resta una grande voglia di vedere compiute le storie incompiute, chissà cos'altro ci avrebbe potuto regalare. Andrea era vicino a tutte le età; poteva essere un bambino e un vecchio, una donna e un uomo, un animale o una biro. Era eclettico ed anche molto bello: aveva la gioia di vivere negli occhi. Era il capostipite di una grande scuola che non ha avuto poi nessun allievo prediletto perché era inimitabile, un talento irripetibile. Quando usciva un fumetto nuovo di Pazienza era una delle forme della felicità, mentre lo leggevo non volevo essere disturbato da nessuno. Era sempre duro, ma duro come lo può essere un bambino. Vedeva tutte le cose come le si vedono per la prima volta. Gli sono attaccato come si è attaccati ad un amico, ci siamo visti tante volte e ci si voleva bene senza mai chiederci il perché, come le cose più belle. Con Federico Fellini parlavamo spesso di lui, era uno dei nostri pupilli, uno dei nostri amori, uno dei nostri argomenti preferiti. Ogni tanto lo penso e qualche volta lo sogno pure; a volte ho sognato con i suoi disegni e i suoi colori. (Roberto Benigni)







Tratto dall'allegato alla testata del gruppo Editoriale L'espresso S.p.A., N°2 "TORMENTA" di Andrea Pazienza

lunedì 16 giugno 2008

RACCONTO FINALISTA AL CONCORSO PREMIO PICCOLE IMPRONTE " IO RISPETTO GLI ANIMALI" LAV


Oggi pubblico il racconto scritto da Chatoui Nadir, un bambino di V°B della scuola Primaria " Silvio Pellico di Pachino (SR).
Racconto finalista al Concorso Premio Piccole Impronte "IO RISPETTO GLI ANIMALI", istituito dalla Provincia Regionale di Siracusa in collaborazione con la LAV.

Titolo: Il leone e la scheggia


Non immaginate quanti bellissimi racconti hanno scritto i bambini .Tutti da primo premio!


Chatoui ( Salvatore) il giorno della premiazione era talmente emozionato che non riusciva neanche a parlare, è perciò che il suo racconto lo ha letto la Responsbile Nazionale Settore Educazione della LAV, Ilaria Marucelli.



Difficilmente dimenticherò questa esperienza piena zeppa di emozioni, di gioia e di festa, per tutti quanti, grandi e piccini .

giovedì 12 giugno 2008

INDAGINE NEI MACELLI EUROPEI





E' tutto collegato. Quello che accade ora agli animali, succederà in seguito all'uomo.
(Indira Gandhi)








Chi ancora non sa cosa c'è dietro una bistecca, è pregato a guardare le immagini di questo filmato.



Il filmato che avete appena visto è una parte del risultato di un investigazione recentemente portata avanti da un attivista per i diritti degli animali del Gruppo di Inchiesta di "Igualdad Animal, che si è infiltrata in diversi macelli europei.
In questa pagina è presentato un breve estratto del dossier dell'indagine nei macelli europei (2007-2008).
Sul sito di Igualdad Animal sono disponibili le foto dei macelli
In questa pagina altri video sulla macellazione .

In tutti i macelli gli animali sono parte di un processo industriale che cerca di convertirli quanto prima in pezzi di carne che noi mangeremo.
Ma non è colpa dei macellai o degli allevatori o di leggi sbagliate. E' semplicemente il risultato delle scelte alimentari individuali che adottiamo ed è per questo che le nostre decisioni sono indispensabili se vogliamo che le cose cambino.

Cosa possiamo fare?
Smettere di mangiare animali

Lasciamoci guidare passo passo da VegFacile.
Il progetto intende fornire un punto di partenza "facile" (appunto!) a chi vuole fare la scelta "veg", dove con "veg" si intende vegetariana (come prima eventuale transizione) e vegana.
VegFacile, descrive i "perché" di questa scelta, ma soprattutto il "come", in modo scorrevole, ed esplicativo, con molte foto e immagini. Esaminiamo i vari "passi" Veg-Facile...


Se sei convinto di essere naturalmente predisposto a mangiar carne, prova anzitutto a uccidere tu stesso l'animale che vuoi mangiare. Ma ammazzalo tu in persona, con le tue mani, senza ricorrere a un coltello o a un bastone o a una scure. Fà come i lupi, gli orsi e i leoni, che ammazzano da sé quanto mangiano...(Plutarco)

Fonte : AGIRE ORA

mercoledì 11 giugno 2008

NO NUCLEARE


Jeremy Rifkin, guru mondiale dello sviluppo sostenibile, non ha dubbi: quella atomica è una strada sbagliata.

Riporto l'intervista rilasciata a La Repubblica e pubblicata sabato 7 giugno

UNA fatica inutile. Perché se anche rimpiazzassimo nei prossimi anni tutte le centrali nucleari esistenti nel mondo, il risparmio di emissioni sarebbe comunque un'inezia. Un quarto di quel che serve per cominciare a rimettere le briglie a un clima impazzito. Jeremy Rifkin non ha dubbi: quella atomica è una strada sbagliata, di retroguardia. Come curare malattie nuovissime con la penicillina. E non c'è neppure bisogno dei campanelli di allarme tipo Krsko per capirlo. Basta guardare i numeri senza le lenti dell'ideologia. Proprio l'attitudine che, in Italia, scarseggia di più per il guru dell'economia all'idrogeno. Si vedrebbe così che l'uranio, come il petrolio, presto imboccherà la sua parabola discendente: ce ne sarà di meno e costerà di più. E che il problema dello smaltimento delle scorie è drammaticamente aperto anche negli Stati Uniti dove lo studiano da anni. "Vi immaginate uno scenario tipo Napoli, ma dove i rifiuti fossero radioattivi?" è il suo inquietante memento. Meglio puntare su quella che lui chiama la "terza rivoluzione industriale".
L'incidente all'impianto sloveno arroventa il dibattito italiano, a pochi giorni dall'annuncio del ritorno al nucleare. Cosa ne pensa?
"Ho parlato con persone che hanno conoscenza di prima mano dell'incidente, e mi hanno tranquillizzato. Non ci sono state fughe radioattive e il governo ha gestito bene tutta la vicenda. Ho lavorato con l'amministrazione Jan%u0161a e posso dire che hanno sempre dimostrato una leadership illuminata nel traghettare la Slovenia verso le energie rinnovabili. Non posso dire lo stesso di tutti i paesi europei, ma posso lodare le politiche energetiche di Ljubljana".

Superata questa crisi, in generale possiamo sentirci sicuri?
"Il problema col nucleare è che si tratta di un'energia con basse probabilità di incidente, ma ad alto rischio. Ovvero: non succede quasi mai niente di brutto, ma se qualcosa va storto può essere una catastrofe. Come Chernobyl".

Il governo italiano ha confermato l'inizio della costruzione delle nuove centrali entro il 2013. Coerenza o azzardo?
"Non capisco i termini della discussione in corso in Italia. Amo il vostro paese, lo seguo da anni ma questa volta mi sento davvero perso. I sostenitori dicono: il nucleare è pulito, non produce diossido di carbonio, quindi contribuirà a risolvere il cambiamento climatico. Un ragionamento che non torna se solo si guarda allo scenario globale. Oggi sono in funzione nel mondo 439 centrali nucleari e producono circa il 5% dell'energia totale. Nei prossimi 20 anni molte di queste centrali andranno rimpiazzate. E nessuno dei top manager del settore energetico crede che lo saranno in una misura maggiore della metà. Ma anche se lo fossero tutte si tratterebbe di un risparmio del 5%. Ora, per avere un qualche impatto nel ridurre il riscaldamento del pianeta, si dovrebbe ridurre del 20% il Co2, un risultato che certo non può venire da qui".

Un finto argomento quindi quello del nucleare "verde"?
"Non in assoluto, ma relativamente alla realtà, sì. Perché il passaggio al nucleare avesse un impatto sull'ambiente bisognerebbe costruire 3 centrali ogni 30 giorni per i prossimi 60 anni. Così facendo fornirebbe il 20% di energia totale, la soglia critica che comincia a fare una differenza. C'è qualcuno sano di mente che pensa che si potrebbe procedere a questo ritmo? La Cina ha ordinato 44 nuove centrali nei prossimi 40 anni per raddoppiare la sua potenza produttiva. Ma si avvia ad essere il principale consumatore di energia...".

Ci sono altri ostacoli lungo questa strada?
"Io ne conto cinque, e adesso vi dico il secondo. Non sappiamo ancora come trasportare e stoccare le scorie. Gli Stati Uniti hanno straordinari scienziati e hanno investito 8 miliardi di dollari in 18 anni per stoccare i residui all'interno delle montagne Yucca dove avrebbero dovuto restare al sicuro per quasi 10 mila anni. Bene, hanno già cominciato a contaminare l'area nonostante i calcoli, i fondi e i super-ingegneri. Davvero l'Italia crede di poter far meglio di noi? L'esperienza di Napoli non autorizza troppo ottimismo. E questa volta i rifiuti sarebbero nucleari, con conseguenze inimmaginabili".

Ecoballe all'uranio, un pensiero da brividi. E il terzo ostacolo?
"Stando agli studi dell'agenzia internazionale per l'energia atomica l'uranio comincerà a scarseggiare dal 2025-2035. Come il petrolio sta per raggiungere il suo peak. I prezzi, quindi, andranno presto su. Ciò si ripercuoterà sui costi per produrre energia togliendo ulteriori argomenti a questo malpensato progetto. Aggiungo il quarto punto. Si potrebbe puntare sul plutonio. Ma con quello è più facile costruire bombe. La Casa Bianca e molti altri governi fanno un gran parlare dei rischi dell'atomica in mani nemiche. Ma i governi buoni di oggi diventano le canaglie di domani".

Siamo arrivati così all'ultima considerazione. Qual è?
"Che non c'è abbastanza acqua nel mondo per gestire impianti nucleari. Temo che non sia noto a tutti che circa il 40% dell'acqua potabile francese serve a raffreddare i reattori. L'estate di cinque anni fa, quando molti anziani morirono per il caldo, uno dei danni collaterali che passarono sotto silenzio fu che scarseggiò l'acqua per raffreddare gli impianti. Come conseguenza fu ridotta l'erogazione di energia elettrica. E morirono ancora più anziani per mancanza di aria condizionata".

Se questi sono i dati che uso ne fa la politica?
"Posso sostenere un dibattito con qualsiasi statista sulla base di questi numeri e dimostrargli che sono giusti, inoppugnabili. Ma la politica a volte segue altre strade rispetto alla razionalità. E questo discorso, anche in Italia, è inquinato da considerazioni ideologiche".

In che senso? C'è un'energia di destra e una di sinistra?
"Direi modelli energetici élitari e altri democratici. Il nucleare è centralizzato, dall'alto in basso, appartiene al XX secolo, all'epoca del carbone. Servono grossi investimenti iniziali e altrettanti di tipo geopolitico per difenderlo".

E il modello democratico, invece?
"È quello che io chiamo la "terza rivoluzione industriale". Un sistema distribuito, dal basso verso l'alto, in cui ognuno si produce la propria energia rinnovabile e la scambia con gli altri attraverso "reti intelligenti" come oggi produce e condivide l'informazione, tramite internet".

Immagina che sia possibile applicarlo anche in Italia?
"Sta scherzando? Voi siete messi meglio di tutti: avete il sole dappertutto, il vento in molte località, in Toscana c'è anche il geotermico, in Trentino si possono sfruttare le biomasse. Eppure, con tutto questo ben di dio, siete indietro rispetto a Germania, Scandinavia e Spagna per quel che riguarda le rinnovabili".

Ci dica come si affronta questa transizione.
"Bisogna cominciare a costruire abitazioni che abbiano al loro interno le tecnologie per produrre energie rinnovabili, come il fotovoltaico. Non è un'opzione, ma un obbligo comunitario quello di arrivare al 20%: voi da dove avete cominciato? Oggi il settore delle costruzioni è il primo fattore di riscaldamento del pianeta, domani potrebbe diventare parte della soluzione. Poi serviranno batterie a idrogeno per immagazzinare questa energia. E una rete intelligente per distribuirla".

Oltre che motivi etici, sembrano essercene anche di economici molto convincenti. È così?
"In Spagna, che sta procedendo molto rapidamente verso le rinnovabili, alcune nuove compagnie hanno fatto un sacco di soldi proprio realizzando soluzioni "verdi". Il nucleare, invece, è una tecnologia matura e non creerà nessun posto di lavoro. Le energie alternative potrebbero produrne migliaia".

A questo punto solo un pazzo potrebbe scegliere un'altra strada. Eppure non è solo Roma ad aver riconsiderato il nucleare. Perché?
"Credo che abbia molto a che fare con un gap generazionale. E ve lo dice uno che ha 63 anni. I vecchi politici, cresciuti con la sindrome del controllo, si sentono più a loro agio in un mondo in cui anche l'energia è somministrata da un'entità superiore".




Un buon motivo per spingersi verso un modello energetico pulito, no!?

Caro Ministro Scajola, non può continuare a dire: "Solo gli impianti nucleari consentono di produrre energia su larga scala, in modo sicuro, a costi competitivi e nel rispetto dell'ambiente. Onoreremo questo impegno con convinzione e determinazione".
Proprio lei, che nella sua casa ad ad Imperia, ha fatto installare i pannelli solari, e sta anche pensando ad una pala eolica familiare, Made in Japan.


E anche lei, Caro professore Veronesi non può dire alla gente:
In Francia, a Le Hague, c'è un deposito di scorie su cui la gente passeggia. Sono ben custodite e le radiazioni non ci raggiungeranno mai. Si occupi di oncologia, lasciamo parlare chi ne ha competenze.



Articolo DA LEGGERE
Due fra i maggiori fisici italiani spiegano perchè la decisione del governo italiano di tornare al nucleare è completamente sbagliata da un punto di vista economico, politico e ambientale.
Ascolta l'intervista su MicroMega,a Marcello Cini, professore emerito di Istituzioni di Fisica Teorica e Teorie quantistiche all'Università "La Sapienza" di Roma.
Ascolta l'intervista su MicroMega, a Giorgio Parisi professore di Calcolo delle probabilità all'Università "La Sapienza" di Roma e membro della Nationa Academy of Science.

martedì 10 giugno 2008

L'EGITTO HA DETTO: STOP INFIBULAZIONE

E' dalla fine degli anni '90 che la pratica delle mutilazioni dei genitali è in discussione in Egitto, e grazie alla pressioni fatte dalle associazioni non governative europee , grazie all’UNICEF , al lavoro dell'ex ministro Emma Bonino (che si è a lungo battuta per l’eliminazione di questa pratica tribale) e grazie alla moglie dello stesso presidente egiziano Mubarak, Suzanne che, sabato 8 giugno il Parlamento del Cairo ha approvato una legge che stabilisce la mutilazione dei genitali femminili

REATO.



L'infibulazione o circoncisione faraonica: consistente nella rimozione del clitoride, delle piccole labbra e di gran parte (almeno i 2/3 anteriori e la parte più interna) delle grandi labbra, con successiva sutura dei lembi rimanenti della vulva con fili di seta o di cotone, o spine di acacia, Durante il processo di guarigione viene inserita nella vagina una scheggia di legno per poter permettere il passaggio dell’urina e del sangue mestruale.Per aiutare la guarigione vengono arse sotto la ragazza delle erbe aromatiche tradizionali o della linfa essiccata, che sono spesso causa di infezioni violente.In seguito all’operazione, le gambe della ragazza vengono legate e lei viene immobilizzata per diverse settimane finchè la ferita della vulva non guarisce.Gli strumenti per compiere l’infibulazione sono spesso coltelli, lame di rasoi, forbici e pezzi di vetro. L’anestesia non viene quasi mai praticata.E’ la forma più aggressiva e mutilante. Il termine infibulazione deriva dall’usanza, praticata nell’antica Roma, di chiudere con una fibula (fermaglio) le grandi labbra, nel tentativo di evitare che le donne potessero avere rapporti sessuali illeciti. Era ed è considerata una sorta di cintura di castità, una garanzia di verginità, un requisito spesso indispensabile per il matrimonio.Le conseguenze per la donna sono tragiche, i parti e i rapporti diventano dolorosi e abbastanza difficoltosi, spesso insorgono cistiti, ritenzione urinaria e infezioni vaginali. Dopo ogni parto viene effettuata una nuova infibulazione per ripristinare la situazione prematrimoniale.

Benché sia diffusa l'idea che la mutilazione sia prevista dai testi sacri come "purificazione" per le donne, di questa pratica non si trova traccia né nel Corano né nella Bibbia.

La verità è che la donna viene considerata un essere inferiore, con una sessualità da reprimere e da condannare,



Tra le novità introdotte dal nuovo testo di legge, l’innalzamento da 16 a 18 anni dell’età minima per contrarre matrimonio, tanto per gli uomini quanto per le donne, e la possibilità per le madri nubili di registrare i figli all’anagrafe.

La nuova legge tuttavia non può essere considerata una vittoria totale, poichè stabilendo che l'escissione può essere praticata in caso di necessità medica, da la possibilità di continuare la vecchia pratica.

Gli ultimi dati (ONU) stimano oggi la diffusione di questa pratica al 77 per cento fra le ragazze fino ai 17-18 anni e intorno al 60 per cento nelle bambine sotto i 3-4 anni.

sabato 7 giugno 2008

SPANK, IL MIO CANE QUASI VEGANO

Non è accettabile per la salute dei nostri cani mangiare vegetariano.
Secondo Desmond Morris, il noto studioso di comportamento animale, «Non soltanto è sbagliato, ma è anche crudele e stupido. I cani sono naturalmente carnivori, per cui negar loro la carne per sostituirla con dei vegetali equivale a privarli di una parte vitale della loro dieta».

Non penso di essere stata crudele ne tantomeno stupida, con il mio piccolo Spank, quando 13 anni fa scelsi di diventare vegetariana.

Iniziammo gradatamente a togliere gli alimenti di origine animale (abbiamo mantenuto 1 uovo la settimana), sostituendoli con:passato di legumi con pasta e cereali integrali, tofu, seitan, tanta verdura e tanta frutta.

A Spank, da piccolo gli fu diagnisticata un insufficienza valvolare, e quando chiesi al veterinario se era rischioso per il piccino una dieta vegetariana, la risposta che ricevetti fu : " gli animali che non mangiano carne sono più longevi e contraggono meno malattie"


E così fu...


Spank si recava dal veterinario solo una volta l'anno, per il vaccino. Pelo lucido, vista e denti perfetti.


Aveva sempre voglia di giocare, correva e saltava come un pazzo.



Al Signor Desmond Morris e a tutti quelli che la pensano come lui, voglio semplicemente dire che

Spank è vissuto 18 anni.

Per fortuna c'è chi la pensa diversamente : AnimalStation