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martedì 17 giugno 2008

RICORDANDO ANDREA PAZIENZA

La notte del 15 giugno 1988, a soli 32 anni, MISS EROINA si portò via per sempre Andrea Pazienza, in arte Paz.
Ci lascia un impressionante quantità di disegni, illustrazioni e racconti abbozzati, in cui narra con ironia la realtà di cui egli è il protagonista e il testimone, l'indiziato e il giudice.

Nasce a San Benedetto del Tronto, 23 maggio 1956 da Giuliana Di Cretico e Enrico Pazienza, professore di educazione artistica.
Vive a a San Severo, la città del padre.

A 13 anni si trasferisce a Pescara per frequentare il liceo artistico.
Nel 1975 si stabilisce in pianta stabile a Bologna e si iscrive al DAMS. Divenne molto popolare a Bologna ma quando uscirono i suoi primi fumetti la popolarità cominciò ad appannarsi.

" La gente a Bologna è abituata a frequentare i cretini, non i geni, e siccome la gente non sa nulla degli infiniti problemi che un genio deve affrontare in ogni momento del suo lavoro, non gli perdona certe cose. Le persone, gli amici, i conoscenti cominciarono a riconoscersi nei fumetti di Andrea. Le fisionomie, i nomi, pezzi di conversazione, case, aneddoti, affioravano nei suoi racconti in modo disturbante. La gente si incazzava, e molto. Non capivano che non c'era altro modo, che lui usava pezzi della sua vita perchè era un disegnatore e uno scrittore, e attingeva a un serbatoio che provvedeva a riempire di quel che poteva :feste, giornate di pioggia,sguardi di ragazze,concerti rock, ragionamenti fatti per strada, film, amici, sentimenti.
Più storie uscivano, meno Andrea era popolare. Ho sentito persino di gente che avrebbe preteso dei soldi per quelle " citazioni".
Alla fine Andrea lasciò per sempre Bologna. Anche oggi, penso che il distacco di Pazienza dalla mia città, da noi, abbia avuto a che fare, in qualche modo, con Zanardi. Forse Andrea aveva riempito e svuotato il suo serbatoio troppe volte con noi, forse non gli servivamo più. O forse fu qualcos'altro. Perchè, vedete, Zanardi esisteva davvero, e quando uno così ce l'ha con te, è meglio che cambi aria.
( Giorgio Lavagna fondatore e cantante dei Gaznevada, la famosa band bolognese attiva alla fine degli anni Settanta). Tratto dall'allegato alla testata del gruppo Editoriale L'espresso S.p.A., N°1 "ZANARDI" di Andrea Pazienza

Le sue opere furono pubblicate sulle
migliori riviste : Linus, Male, Cannibale, Frigidaire.

Intervista ad Andrea Pazienza

seconda parte



Pazienza si cimentò con i generi ed i materiali più disparati: quadri, pubblicità, scene teatrali, locandine e manifesti ( noto quello del film di Fellini ‘La città delle donne’)

Andrea Paziena all'opera (notate la eccezionale bravura)



Gli sono stati dedicati : una piazza a San Benedetto, una scuola elementare a San Severo, un istituto d’arte a San Nicandro Garganico, una piazzetta nel quartiere del Torrino-Mezzocamino di Roma. Roberto Benigni gli ha dedicato il suo film Il piccolo diavolo; Roberto De Maria ha tratto un lungometraggio dai suoi fumetti; lo hanno citato nelle loro canzoni Piero Pelù nel brano Presente e i Gang nell'album controverso uscito nel 2000 gli dedicata la traccia numero nove (Paz).

Paz è sepolto nel cimitero di San Severo (disse al padre: «se mi dovesse succedere qualcosa, voglio solo un po' di terra a San Severo, e un albero sopra...»).

Stefano Benni legge, Pompeo di Andrea Pazienza


“Andrea Pazienza era l’albero del paradiso. Ci ha fatto intravedere la bellezza e poi ha chiuso tutto, però ci ha lasciato dei frutti proibiti e noi ce li siamo mangiati, li abbiamo assaporati. Ci resta una grande voglia di vedere compiute le storie incompiute, chissà cos'altro ci avrebbe potuto regalare. Andrea era vicino a tutte le età; poteva essere un bambino e un vecchio, una donna e un uomo, un animale o una biro. Era eclettico ed anche molto bello: aveva la gioia di vivere negli occhi. Era il capostipite di una grande scuola che non ha avuto poi nessun allievo prediletto perché era inimitabile, un talento irripetibile. Quando usciva un fumetto nuovo di Pazienza era una delle forme della felicità, mentre lo leggevo non volevo essere disturbato da nessuno. Era sempre duro, ma duro come lo può essere un bambino. Vedeva tutte le cose come le si vedono per la prima volta. Gli sono attaccato come si è attaccati ad un amico, ci siamo visti tante volte e ci si voleva bene senza mai chiederci il perché, come le cose più belle. Con Federico Fellini parlavamo spesso di lui, era uno dei nostri pupilli, uno dei nostri amori, uno dei nostri argomenti preferiti. Ogni tanto lo penso e qualche volta lo sogno pure; a volte ho sognato con i suoi disegni e i suoi colori. (Roberto Benigni)







Tratto dall'allegato alla testata del gruppo Editoriale L'espresso S.p.A., N°2 "TORMENTA" di Andrea Pazienza

1 commento:

Anonimo ha detto...

Un bacio ad Andrea
ed uno al mio Niki!!
A te un grosso abbraccio

Ornella