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mercoledì 4 giugno 2008

"NESSUN PORCO E' SIGNORINA"

Dopo quasi vent'anni da “Io speriamo che me la cavo”, il maestro Marcello D’Orta torna in libreria con un nuovo, divertente libro che contiene pillole di saggezza dei bambini sugli animali, dal titolo: “Nessun porco è signorina”, edito da Mondatori.
Tutto è cominciato col desiderio di Marcello D’Orta di approfondire le conoscenze dei piccoli rispetto al mondo degli animali, e per fare questo si è rivolto alla LAV. Attivisti della LAV di Napoli sono andati nelle scuole della città e hanno assegnato - col consenso di direttori e docenti - tracce come queste: Ogni anno muoiono centinaia di cani abbandonati sul ciglio di una strada… qual è il tuo pensiero in proposito?/ Che cosa pensi della corrida?/ Che cosa sai dei combattimenti fra animali organizzati dalla malavita?/ Ti sembra giusto ammazzare un animale per farne una pelliccia?/ Se tu fossi un animale, chi ti piacerebbe essere?/ Che cosa pensi della caccia?/ Sai chi è un animalista?/ Hai mai sentito parlare della LAV?/ Alcune persone non mangiano carne, per scelta. Sono detti “vegetariani”. Che cosa pensi in proposito?
I bambini hanno accolto con entusiasmo la proposta di svolgere i temi, assegnati dal maestro, sul loro rapporto con gli animali.
Risultato? Un libro al tempo stesso esilarante e profondo, che fa riflettere e diverte, in cui i temi sono riprodotti come da stesura originale, quindi pieni di errori e approssimazioni, proprio per rendere l’animo popolare di Napoli.
Al di là quindi delle regole grammaticali, i bambini nei loro temi, hanno espresso, a modo loro, tutta la condanna verso:
chi abbandona i cani per strada (Se si fanno una lastra, esce che non hanno il cuore)

chi fa combattere i cani (Il pit bull, tante che ne ha passate, che è triste pure se lo porti a Mirabilandia)

la vivisezione (Non ho mai sentito parlare di questa vivisezione, ma a naso è una cosa cattiva)

la corrida (Sia il toro che il torero hanno le corne, ma nel torero sono invisibili)

la caccia (Se mio padre facesse la caccia, vorrei bene solo a mia madre)

le signore impellicciate "tutte stupide" perché "se l'animale vuole uscire di casa con o senza pelliccia solo lui può deciderlo".

Accanto a riflessioni che confermano, grande sensibilità (vorrei essere il mio pesciolino rosso, per vedere se l’ho trattato bene), e altre che dimostrano l'amore verso tutti gli esseri viventi (Io prima di scarnazzare una zanzara, gli dico un padrenostro), o consapevolezza (noi bambini, siamo proprio noi a inguaiare gli animali, perché è per noi che ci stà il circo) troviamo i pregiudizi radicati (se i nostri antenati mangiavano il capitone e l’agnello anche noi lo dobbiamo fare, per portare avanti la tradizione di famiglia), o le idee assurde (oggi la vita s’è fatta difficile per tutti, e gli animali devono ringraziare quelli del circo, che li danno colazione pranzo e cena per senza niente).

“L’attenzione dei bambini verso gli animali si spiega – scrive nella prefazione Marcello D’Orta - come forma di solidarietà tra individui socialmente deboli (gli infanti, appunto) ed esseri viventi da sempre sfruttati dall’uomo”. Parlando degli animali, è come se i bambini parlassero di sé: tra lavoro minorile, pedofilia, violenza fisica in famiglia, separazione dai genitori, utilizzo nelle guerre, eccetera, i ragazzi si sentono sempre più minacciati e sfruttati; in qualche caso avvertono in modo drammatico la “diversità” dagli adulti, finendo con lo stringere un rapporto più stretto con gli animali. Se consideriamo poi che, sulla base di alcuni studi recenti, l’empatia verso gli animali risulta essere associata all’empatia nei confronti delle persone, comprendiamo come l’aiutare un bambino a stabilire un profondo legame con l’animale che vive con lui, e con gli animali in genere, può avere effetti positivi anche sullo sviluppo delle sue capacità di relazionarsi positivamente e costruttivamente con gli esseri umani.

L’opera ha una importante finalità benefica perché l'autore ha deciso di devolvere una parte dei proventi delle vendite alla LAV che li impiegherà in iniziative educative nelle scuole per il rispetto degli animali.

"Se gli animali parlasseno, chi sa quanti chi t'è muorto ci menassero..."
TRADOTTO: (Se gli animali parlassero, chi sa quante maledizioni ci manderebbero).

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