Alcuni saranno presto rimpatriati, altri invece rischiano di passare mesi o anni nelle carceri libiche ( note per le condizioni degradanti e inumane di detenzione).
Parecchi di loro hanno problemi di stomaco e reni, a causa dell’acqua salata che hanno bevuto.
Prima dell’arrivo dei soccorsi infatti, sono rimasti aggrappati per otto ore ai legni di poppa del peschereccio semiaffondato.
Non si conosce invece dove si trovino i 350 passeggeri del peschereccio soccorso domenica scorsa dal rimorchiatore italiano Asso 22. L’unica cosa certa è che anche loro si trovano in detenzione, in attesa del rimpatrio.
migratori senz'ali, contadini di Africa e di oriente
affogano nel cavo delle onde.
Un viaggio su dieci si impiglia sul fondo,
il pacco dei semi si sparge nel solco
scavato dall'ancora e non dall'aratro.
La terraferma Italia è terrachiusa
Li lasciamo annegare per negare.
(Naufragi, di Erri De Luca, da Opera sull'acqua e altre poesie)
6 commenti:
... e l'assordante silenzio su questa tragedia fa capire quanto interesse ha la politica a trovare una soluzione a traffico di essere umani...
mi sento un disco rotto, su questo argomento... scuoto la testa e punto l'indice contro i benpensanti che ripetono tronfi, nei loro maglioni di cashmere: noi i clandestini non li vogliamo... spero che i buddisti abbiano ragione, su quella storia della reincarnazione...
Povera gente
Cara Rosa, hai detto bene, carcere è a la parola giusta per descrive quel luogo che con eufemismo viene chiamato centro di detenzione.
Bella al poesia del grande Erri De Luca!
Situazioni da lager ed indifferenza assoluta della gente.
Che panorama desolante.
sediamoci pure sulla sedia dei colpevoli o.. forse è occupata anche quella?
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