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domenica 23 novembre 2008

Sudafrica: le donne affette da HIV che vivono nelle aree rurali subiscono violazioni dei diritti umani

Il Sudafrica continua ad essere al centro di una grave epidemia di HIV, con cinque milioni e mezzo di persone contagiate dal virus, il più alto numero al mondo. Il 55% dei contagi riguarda le donne.
Allo stesso tempo, il Sudafrica presenta elevati livelli di violenze sessuali e altre forme di violenze legate al genere.
Qui le donne al di sotto dei 25 anni sono da tre a quattro volte più a rischio di essere infettate dall'HIV rispetto agli uomini nella stessa fascia d'età.



L'impatto discriminatorio dei ruoli di genere e degli stereotipi ostacola a sua volta la capacità delle donne a proteggere se stesse e a prendere le decisioni migliori per la propria salute.

Ad esempio, le donne spesso non sono in grado di insistere sull'uso del preservativo per proteggersi dal rischio di trasmissione dell'HIV da un partner maschile, poiché sono economicamente e socialmente dipendenti da questo partner o dalla sua famiglia e/o perché rischiano di essere sottoposte a violenza o abbandonate solo per il fatto di aver suggerito di usare il preservativo. Questi modelli discriminatori, inoltre, mettono le donne a rischio di violenze, abbandoni o altri abusi quando fanno il test per l'HIV e rivelano il loro stato.

La percentuale di donne tra i poveri e i disoccupati in Sudafrica è altissima. La povertà funziona da barriera all'accesso ai servizi sanitari per le donne che, nelle aree rurali del paese, vivono con HIV e AIDS, a causa delle distanze e dei costi di trasporto.

Nel rispondere all'epidemia di HIV, alla discriminazione e alla violenza sulle donne, il governo sudafricano deve rispettare gli obblighi previsti sia dalla legge nazionale, sia dal diritto internazionale dei diritti umani e relativi all'eliminazione di tutte le forme di discriminazione, incluse quelle basate su genere, sessualità o condizione economica, che ostacolano l'affermazione del diritto alla salute. Il governo ha anche l'obbligo di promuovere, proteggere e realizzare il diritto delle donne all'eguaglianza, i loro diritti sessuali e riproduttivi e il diritto alla libertà da qualsiasi forma di violenza e abuso.

Amnesty International chiede ai ministri provinciali competenti in materia di salute e sicurezza di:

  • assicurare che ogni sotto-distretto sanitario nelle aree rurali abbia almeno un centro sanitario in grado di somministrare un trattamento di profilassi post-esposizione (PEP) alle donne vittime di stupro, assieme a cure e trattamenti comprensivi;
  • assicurare che almeno due ufficiali di polizia in ogni stazione abbiano le necessarie competenze professionali e conoscano i loro obblighi in materia di diritti umani nei confronti di coloro che denunciano violenze sessuali e altre forme di violenza di genere.

Data di pubblicazione dell'appello: 20.11.2008

LEGGI E FIRMA I DUE APPELLI
proposti da Amnesty International
, QUI'

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Non sono riuscita a firmare, perchè credo che non funzioni in questo momento il sito di Amnesty, lo farò in seguito, ma credo che sarebbe ora che il mondo occidentale si prendesse la responsabilità di tutto quello che succede in questa parte di mondo, perchè o direttamente o indirettamente nè è la causa.

Ehi ti mando nu vasu randa randa ;))..non è un vaso ;P è un bacio grande grande :)

Rosa ha detto...

@Luana: Ti capii picciridda!
Qua in Sicilia si dice: Nu vasu ranni ranni o nu vasuni. ;)
Grazie Luana i tuoi baci mi riempiono il cuore di gioia, e ancor di più il trovarti d'accordo con le petizioni che propongo. :))