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martedì 12 agosto 2008

Appello del Gruppo EveryOne: "Vi sono malati gravi, invalidi e bambini che ora rischiano la vita"


Milano, 10 agosto 2008. Ronde di razzisti, in questi giorni d'agosto mentre l'Italia – spesso anche quella dei Diritti Umani – è in vacanza, percorrono i quartieri di Milano, alla ricerca di insediamenti Rom. Gli episodi di intolleranza si susseguono, contro bambini, donne incinte, vecchi e malati, indistintamente. “Essere 'zingaro' a Milano, di questi tempi, è assai peggio che essere un cane randagio,” dichiarano Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau, leader del Gruppo EveryOne “perché non vi sono ‘leghe’ da chiamare, se si cerca aiuto, ma solo squadre di violenti e intolleranti da evitare, pena i terribili pogrom con cui le famiglie Rom vengono messe in mezzo alla strada, nonostante Commissione europea, Consiglio d'Europa e Comitato antidiscriminazioni delle Nazioni unite abbiano ammonito l'Italia affinché si astenga da violenze e sgomberi senza alternative di alloggio”.

Ieri una piccola comunità di famiglie Rom romene, circa quaranta persone, fra cui numerosi bambini e alcuni uomini e donne sofferenti di gravi patologie oncologiche e cardiache, è stata sgomberata dal sito in via Console Marcello, dove qualche mese fa aveva costruito una decina baracche con materiali di fortuna, per dare un riparo a malati, minori, donne e uomini in gravi condizioni di salute e povertà. “Lo sgombero si è svolto secondo il solito rituale, tutto italiano, della brutalità e della violazione di ogni diritto umano e civile” commentano gli esponenti di EveryOne. “Il Presidente di Union Romani, la storica organizzazione di tutela del popolo Rom nell'Unione europea, ha paragonato la persecuzione contro i Rom in Italia ai prodromi dell'Olocausto. Siamo completamente d'accordo con lui e lavoriamo insieme alla sua organizzazione affinché l'Unione europea approvi uno Statuto che riconosca i diritti della nazione Rom, una nazione senza territorio compatto”.

Intanto si sono perse le tracce delle famiglie Rom sgomberate dall'insediamento di via Console Marcello. “E' un'emergenza umanitaria davanti alla quale le istituzioni e le autorità milanesi avevano finora semplicemente chiuso gli occhi,” proseguono gli attivisti “evitando di prestare assistenza alle famiglie e perseguitandole con controlli, perquisizioni, fermi, minacce di espulsione. In due parole, lasciandole morire”. Il 9 agosto, però, le forze congiunte del nucleo di pronto intervento della polizia municipale e del commissariato di Quarto Oggiaro hanno scatenato la loro offensiva contro le famiglie Rom, mettendole in fuga e distruggendo sia le loro baracche che i loro pochi averi, rimasti al'interno dei rifugi in legno e cartone distrutti dai tutori dell'ordine. “Il popolo italiano si sta abituando all'orrore,” conclude il Gruppo EveryOne, “perché non vi è altra definizione per simili abusi compiuti contro le persone più vulnerabili.

Riecheggiano ancora, nelle nostre orecchie, le parole pronunciate qualche mese fa da un poliziotto milanese:

'Non ce la faccio più. Cambio lavoro. Ho scelto questa vita per proteggere i deboli e gli innocenti, non per far loro del male. Quando vado a dormire, la notte, non riesco a dimenticare gli occhi di quei bambini, di quelle donne e di quegli uomini disperati, la cui unica colpa è di essere scuri di pelle e poveri'.

Abbiamo perso le tracce dei quaranta Rom sgomberati da via Console Marcello e lanciamo un appello a chi si imbatta in loro: dobbiamo aiutarli. Fra di loro vi sono malati in condizioni tragiche, bambini denutriti e situazioni di indigenza cui bisogna porre rimedio con la massima urgenza, pena la perdita di vite umane; se vi imbattete in loro, chiedete ai capifamiglia di mettersi subito in contatto con il Gruppo EveryOne al numero di telefono

334 8429527”.

Intanto, sempre ieri e sempre a Milano, in via Marco Bruto, l'ennesimo rogo di questa estate ha colpito un insediamento Rom, distruggendo baracche e una roulotte.

L'autrice della tempera su tela " Viviamo sulle strade" è Rebecca Covaciu.

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