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domenica 19 ottobre 2008

Rosanna Camerligo a Roberto Saviano

Ricevo e pubblico con piacere quanto segue:



Caro Roberto

è appena stata resa pubblica la smentita di Schiavone in relazione alle minacce alla tua vita. Gli credi? Gli “uomini di niente” non hanno onore, né umanità. Io non ti conosco personalmente, ma ti conosco attraverso il tuo libro, i tuoi articoli, lo spettacolo teatrale e il film. Io non ti conosco personalmente, ma il tuo urlo è risuonato e risuona dentro di me. Sono nata e vivo in Campania, nella provincia martoriata di Napoli, in quella chiaiano-marano in cui si vuole fare una discarica in pieno centro abitato. Caro Roberto come fare a dirti resta? Infatti ti dico parti, vai lontano da Napoli, dall’Italia, vai e riprenditi la tua vita. Troppo dolore, troppa sofferenza, tutta la negatività che ci hai raccontato è stata aumentata in modo esponenziale dall’indifferenza, dalle difficoltà che hanno blindato la tua esistenza. Vai Roberto, parti, vai lontano da un paese che ha bisogno di eroi, magari morti, da incensare, da santificare, ma quando quegli uomini sono vivi danno fastidio. Danno fastidio alle piccole meschine umanità che sopravvivono a se stessi, agli squali che navigano a vista, agli “uomini di niente” che vogliono farti la pelle. Il sistema si compatta per liberarsi in un modo o nell’altro di un alieno che rischia di far inceppare qualche ingranaggio. Caro Roberto resisti nella forza della vita, parti e sorridi, incontra chi vuoi, come vuoi e quando vuoi, torna a scrivere stando dentro la vita e non guardandola scorrere davanti a te.

Caro Roberto so che sai che tante persone ti vogliono bene come ad un amico intimo, un fratello, un figlio, e chi ti vuole bene non può dirti resta, so anche che siamo con te, che porti dentro la tua terra, che scriverai ancora e scriverai inevitabilmente di te, di noi, della nostra martoriata terra. Forse potrai aiutarci ancora di più o forse no, ma è la tua vita che deve riprendere. Ricorda che sparsi per questa “povera Patria” ci sono tanti “io sono Saviano”e vogliamo urlare insieme a te basta. Solo questo,vogliamo urlare insieme a te perché questa coltre collosa di menzogne e di malaffare possa prima sbrindellarsi, poi dissolversi alla luce della verità.

A noi italiani e campani resta il senso di vergogna per non essere stati in grado di garantire a te e alla tua famiglia un’esistenza normale, mentre gli “uomini di niente” dormono e mangiano spesso nelle loro case, con le loro famiglie e festeggiano i propri compleanni con gli amici. Caro Roberto sogno il momento in cui la gente prenderà coscienza e una grande ondata di indignazione cancellerà “gli uomini di niente” ovunque essi siano, intanto resistiamo e sappiamo che ovunque tu sarai,noi saremo con te, e la nostra terra sarà dentro di te, perché “io sono saviano”.


(Rosanna Camerligo insegnante, sociologa e psicologa)


La Vignetta è di Totò Calì




Della stessa autrice:

C’era una volta in un tempo lontano lontano un pianeta popolato da triangoli, cerchi e quadrati. I triangoli erano molto ricchi e potenti, la maggior parte delle risorse del pianeta era nelle loro mani. I triangoli erano proprietari di tutto; avevano terra, acqua, cibo, ma erano sempre avidi di potere e di denaro. Avevano sia quello che serviva a produrre ricchezza che quello che serviva a distribuirla, ma anche tutto ciò che serviva a mantenere il controllo del loro pianeta era nelle loro mani. I triangoli erano molto avidi di potere e di denaro e pur avendo la proprietà di quasi tutte le risorse del pianeta non si accontentavano mai. Nel tempo le grandi famiglie dei triangoli, che ben si conoscevano tra loro, avevano convinto i quadrati ed i cerchi a vivere in un certo modo, a tale scopo avevano utilizzato delle scatole magiche, attraverso le scatole magiche erano riusciti ad entrare all’interno dei quadrati e dei cerchi. Le scatole magiche funzionavano attraverso semplici parole e immagini che incantavano chiunque entrasse con loro in contatto: compra-compra, più soldi-più soldi, non fidarti- non fidarti. Quel pianeta era molto bello, era azzurro, verde e bianco in alcuni punti, ma dopo qualche centinaia di anni il pianeta cominciò a soffrire di tanta avidità, superficialità ed egoismo causati dalla strana malattia che aveva contagiato tutti. La sofferenza del pianeta era così profonda che si ammalò, la sua temperatura aumentò a dismisura, poi improvvisamente era freddo e pioveva a dirotto, a momenti i suoi venti soffiavano velocissimi e potenti, sembrava a tratti addirittura arrabbiato anche perché altre forme di vita su quel pianeta stavano sparendo, i punti, i trattini..non c’erano più. Tutto veniva ingoiato dall’avidità di potere e di denaro dei triangoli. In certi momenti quando la sofferenza del pianeta era al massimo, si scatenavano montagne di acqua o tempeste di fuoco e puntualmente morivano i poveri cerchi e a volte anche i quadrati che pure erano abbastanza benestanti e vivevano solo in alcune zone del pianeta. Ma tutti sia i quadrati che i cerchi sottostavano al dominio dei triangoli. Ad un certo punto i cerchi e i quadrati cominciarono come a svegliarsi, cominciarono ad usare fili e reti che li connettevano e a parlare di nuovo tra loro unendosi stretti, stretti. I triangoli cercarono di opporsi a quel risveglio, volevano restare in cima, mantenere il controllo, continuare a fare del pianeta ciò che volevano anche buchi per infilarci dentro i veleni. I triangoli non vedevano altro che il potere e il denaro, per loro non contava altro e sapevano che dovevano continuare a persuadere i cerchi e i quadrati che tutto andava bene nel loro mondo. Per fare questo soddisfacevano strani bisogni e desideri dei cerchi e dei quadrati, desideri, sogni e bisogni che essi stessi avevano organizzato e a volte inventato utilizzando le scatole magiche con le parole e le immagini incantate che andavano di continuo. Compra-compra, più soldi-più soldi, non fidarti-non fidarti, le immagini e le parole avevano oscurato quel mondo e sembrava non esistere altro, erano entrate all’interno dei quadrati e dei cerchi e li avevano riempiti, tanto che le loro aree non avevano più spazi vuoti per respirare e sentirsi.
In realtà né i triangoli,
né i cerchi e neppure i quadrati erano più in grado di sentire se stessi, non percepivano più null’altro che non i comandi. Ma i triangoli sceglievano di dominare gli altri, mentre spesso i cerchi e i quadrati non ricordavano più chi fossero. L’altalena che avevano costruito li aveva totalmente istupiditi, i pochi ancora svegli potevano subire strani trattamenti in modo da convincerli a fare come gli altri. Ma i triangoli avevano dimenticato qualcosa, avevano dimenticato che la sofferenza inflitta al pianeta li stava portando alla distruzione, di questo non s’interessavano, ma i quadrati e i cerchi avrebbero potuto svegliarsi e………………..

Cosa avrebbero potuto fare i cerchi e i quadrati?

Scegli tra le alternative possibili
  • - i quadrati e i cerchi si svegliano e si ricordano chi sono, collegandosi alla loro intima natura geometrica, quindi con grande indignazione ascoltano il proprio dolore e quello del pianeta. I quadrati e i cerchi si liberano da ciò che è stato messo nelle loro aree comprese le parole magiche compra-compra, piùsoldi-piùsoldi non fidarti-non fidarti e cominciano a liberarsi dell’avidità di potere e di denaro e si promettono l’uno all’altro di restare sempre uniti stretti, stretti nei loro fili, nelle loro reti sempre più concrete e attive.
  • - I triangoli non hanno alcuna opposizione, tutti o quasi continuano a dormire e alla fine il pianeta si distruggerà in qualche modo..e come i dinosauri anche i triangoli, i cerchi e i quadrati spariranno da quel pianeta che vivrà ancora felice.

Rosanna Camerligo insegnante, sociologa e psicologa da Chiaiano-Marano rosanna.camerlingo@alice.it www.focusing-unione.it

mercoledì 3 settembre 2008

Se fosse una favola…

C’era una volta un re avido di potere e di denaro,
che aveva radunato alla sua corte altri uomini come lui. La gente in quel Paese buttava molte cose e non si accorgeva che ciò che chiamava rifiuti, in realtà era qualcosa di prezioso come l’oro.


Il re avido di potere e di denaro con i suoi complici di corte, decisero di diventare ancora più ricchi e potenti e si organizzarono in modo da prendere tutto ciò che la gente buttava, fare grandi buchi nella terra, riempirli fino all’orlo e ancora di più.



La Terra però soffriva di tutte quelle cose che a forza le mettevano dentro; usciva da esse, dopo un po’ di tempo, un liquido nero e maleodorante e anche l’aria diventava mefitica tanto che perfino gli uccelli scappavano.
Resistevano i gabbiani dalle lunghe ali che cercavano il cibo su quelle strane colline e i topi e gli insetti che invece erano molto contenti.


Oltre a questi grandi buchi puzzolenti dove seppellire a strati le cose che avanzavano o che non servivano più, il re avido e i suoi complici di corte, decisero anche di costruire grandi, enormi torri piene di fuoco dentro, dove bruciare le cose che restavano o che non servivano più. Ma anche dalle enormi torri usciva un fumo strano che faceva ammalare i bambini e gli animali, i vecchi e i giovani, le donne e gli uomini.


In quel Paese il re avido di potere e i suoi complici di corte non si curavano del loro popolo che si ammalava sempre di più e diventava sempre più povero. I più disgraziati per pochi soldi, incendiavano le cose che non servivano più e si vedevano fumi alti e neri come funghi enormi, alzarsi nella “terra dei fuochi” sia di giorno che di notte, mentre gli occhi di tutti piangevano e la terra in silenzio ingoiava veleno.


Tutto sembrava strano in quel Paese e irreale perché nessuno sembrava vedere che quel re era nudo di umanità come pure i suoi complici di corte.

Solo pochi uomini e donne armati di pazienza uscivano per le strade a raccontare la verità, ma tutti, anche i molti sapienti del regno, sembravano dormire di un sonno lungo e profondo.


Il re avido di potere e di denaro e i suoi complici di corte, in realtà da molti anni avevano fatto un
incantesimo: essi infatti possedevano scatole magiche da cui uscivano sempre le stesse immagini e le stesse parole incantate: compra-compra, più soldi-più soldi,
non fidarti-non fidarti.

Con le scatole magiche il re avido di potere e di denaro e i suoi complici di corte riuscivano a tenere tutti in un sonno profondo, in modo che non si svegliassero.

E ora continuiamo insieme….come potrebbe andare avanti questa storia?

( La storia è stata scritta da: Rosanna Camerlingo)

postata sul sito:
chiaianodiscarica

Foto di : Le mie foto Maurizio Cimino