Ascoltate Josè Saramago intervistato da Serena Dandini

venerdì 25 luglio 2008

Nessuno vince in guerra


Barack Obama e John McCain continuano a discutere sulla guerra. McCain dice che bisogna tenere le truppe in Iraq fino a quando non avremo vinto, e mandare altre truppe in Afghanistan. Obama dice che bisogna ritirare in parte, non tutte, le truppe e mandarle a combattere in Afganistan.
Per quelli, come me, che hanno combattuto nella II Guerra mondiale, e da allora hanno lottato contro la guerra, è necessario chiedersi: i nostri leader politici sono impazziti? Non hanno imparato niente dalla storia? Non hanno capito che nessuno esce vincitore da una guerra, ma che centinaia di esseri umani muoiono, soprattutto civili e bambini?

Abbiamo forse vinto la guerra in Corea? In realtà ci siamo trovati di fronte ad una situazione di stallo, e abbiamo lasciato tutto come era prima, con una dittatura nel Sud Corea e una nel Nord Corea. Per giunta più di 2 milioni di persone – moltissimi civili – sono morte, gli Stati Uniti hanno scaricato napalm sui bambini e 50.000 soldati americani hanno perso la vita.

Possiamo dire di aver vinto in Vietnam? Siamo stati costretti a ritirarci, dopo che sono morti 2 milioni di vietnamiti, ancora una volta soprattutto civili, ci siamo lasciati dietro bambini ustionati o senza arti, e 58.000 soldati americani morti.
Abbiamo vinto la prima Guerra del Golfo? Non direi proprio. Si è vero abbiamo cacciato Saddam Hussein fuori dal Kuwait, le vittime americane sono state soltanto poche centinaia, ma sono morti forse 100.000 iracheni. Per giunta le conseguenze sono state disastrose per gli Stati Uniti: Saddam era sempre al potere, e l’America è stata costretta ad imporre sanzioni economiche. Questo ha provocato la morte di centinaia di migliaia di iracheni, secondo l’ONU, e preparato il terreno per un’altra guerra.

In Afghanistan, gli Stati Uniti hanno dichiarato “vittoria” sui Talebani. Adesso i Talebani sono tornati e gli attacchi sono aumentati. Il numero dei soldati americani morti in Afghanistan è maggiore rispetto alle vittime americane in Iraq. Che cosa fa pensare Obama che aumentare il numero delle truppe in Afghanistan porterà alla vittoria? E se anche così fosse, da un punto di vista militare, quanto durerebbe, e a quale prezzo di vite umane da entrambe le parti?

Il fatto che gli attacchi in Afganistan si siano intensificati dovrebbe far riflettere su com’è iniziata questa guerra. Dovrebbero essere più cauti coloro che affermano che era sbagliato attaccare l’Iraq ma giusto attaccare l’Afghanistan.

Torniamo indietro, all’11 settembre. I dirottatori fanno schiantare gli aerei sul World Trade Center e sul Pentagono, uccidendo 3.000 persone. Un atto terroristico imperdonabile da qualunque codice morale. La nazione si è infiammata. Il presidente Bush dichiara guerra all’Afghanistan, con l’approvazione del pubblico americano trascinato da un’ondata di paura e rabbia. Bush dichiara “guerra al terrorismo”.

A parte i terroristi, tutti siamo contro il terrorismo. Per cui una guerra al terrorismo poteva sembrare giusta. Ma è proprio questo il problema, che non è stato considerato dalla maggior parte degli americani nella foga del momento: il presidente Bush, nonostante la sua arrogante sicurezza, non aveva la più pallida idea di come fare una guerra al terrorismo.

Sì, Al Qaeda – un gruppo di fanatici relativamente piccolo ma spietato – era responsabile degli attacchi. E sì, c’erano le prove che Osama bin Laden e altri fossero in Afghanistan. Ma gli Stati Uniti non sapevano esattamente dove, cosi hanno invaso e bombardato tutto il paese. La gente ha pensato che fosse giusto, “Dovevamo fare qualcosa” si diceva in giro.
Sì, dovevamo fare qualcosa. Ma qualcosa di sensato, non un atto temerario ed incosciente. Approveremmo un capo della polizia che per colpire un pericoloso criminale, sapendo che si nasconde in un certo quartiere ordina che tutto il quartiere sia bombardato? Ben presto il numero delle vittime ha superato i 3.000, quindi ha superato il numero delle vittime dell’11 settembre. Centinaia di afghani sono stati costretti a fuggire dalle loro case e sono diventati profughi erranti.
Due mesi dopo l’invasione dell’Afghanistan, un articolo sul Boston Globe descriveva un bambino di 10 anni sul letto d’ospedale: “Ha perso gli occhi e le mani a causa di una bomba che ha colpito la sua casa durante il pranzo della domenica”. Il dottore che lo curava ha detto: “Gli americani avranno pensato che fosse Osama altrimenti perché ridurlo così?”
Dovremmo chiedere ai candidati alla presidenza: la nostra guerra in Afghanistan sta vincendo il terrorismo o lo sta provocando? E la guerra stessa non è forse terrorismo?
Pubblicato su: peacereporter

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