Ebbene, l’Università di Sassari conferirà la laurea honoris causa in diritto, al Colonnello Gheddafi, AMICONE di Silvio Berlusconi, nonchè alleato nella politica di respingimento dei migranti messa in atto da Maroni.
La proposta viene dal professor Giovanni Lobrano, preside di Giurisprudenza, ed è stata approvata dal Consiglio di facoltà.
Giovanni Lobrano: "Il conferimento della laurea honoris causa al presidente Gheddafi da parte di una facoltà che si pone certamente in un contesto diverso da quelle islamico, contribuisce a un processo già in corso di dialogo e di conoscenza reciproca fra sistemi giuridici diversi ma convergenti nel Mediterraneo".
“Anche se ho proposto io la cosa e ho votato a favore - precisa il preside all’ADNKRONOS - e’ mia abitudine scientifica non attribuirmi meriti che non ho. Non posso definirla come una mia iniziativa ma sicuramente la proposta in facolta’ l’ho fatta io. Prima ne ho parlato con alcuni colleghi anziani e poi con il Magnifico rettore, Alessandro Maida. In particolare, ci siamo fatti carico di renderci conto se ci poteva essere una disponibilita’, una attenzione politico diplomatica per l’iniziativa. Poi veramente di piu’ non posso dire perche’ non si tratta di questioni personali di cui posso disporre. Su alcune cose sono veramente impegnato alla riservatezza”.
Insomma, Lobrano ammette che l’iniziativa non è interna alla facoltà, ma frutto di molti contatti in alto loco.
Del resto l’Italia si sta adeguando al sistema giuridico libico:
- lo stesso trattamento indegno dei migranti
- il non riconoscimento del diritto d’asilo
- l'uso della tortura.
I 40 anni di regime del Colonnello Gheddafi, sono macchiati di sangue e gravi restrizioni delle libertà dei 6,3 milioni di cittadini libici.
A dirlo sono i rapporti sulla Libia firmati Amnesty International e Human Rights Watch, che parlano di prigionieri politici, di reati di opinione, di una diffusa impunità e di torture .
Nonostante la tortura in Libia è proibita dalla legge, di 32 detenuti libici intervistati da Human Rights Watch nel 2005, 15 erano stati torturati per estorcere confessioni poi utilizzate nei processi. Sarebbe pratica comune incatenare i detenuti per ore al muro, picchiarli con bastonate sulla pianta del piede, e sottoporli a scariche elettriche. Altre sevizie sarebbero le ferite inferte con i cavatappi sulla schiena, la rottura delle articolazioni delle dita, il versamento di succo di limone sulle ferite aperte, il tentato soffocamento con sacchetti di plastica, la privazione del sonno e del cibo, lo spegnimento di sigarette sulla pelle e la minaccia ravvicinata di cani ringhiosi.
La notizia ha fatto talmente scandalo che sta girando un appello tra i docenti contro la decisione dell'ateneo di Sassari.
Per aderire all'iniziativa, promossa dai Radicali, che sulla questione hanno anche presentato una interrogazione parlamentare, basta scrivere a info@radicali.it
Gheddafi visiterà l’Italia dal 10 al 12 giugno. Una tappa storica, che segna il riallineamento di Roma e Tripoli. Gheddafi parlerà di affari, ma anche e soprattutto di immigrazione, e di respingimenti in mare. Chi conosce quale destino attende gli emigranti e i rifugiati respinti al largo di Lampedusa e imprigionati nelle carceri libiche, non può rimanere indifferente e complice. Per questo siamo tutti invitati a manifestare il nostro dissenso, per non rimanere indifferenti, e per essere migliori di chi ci rappresenta.
Partecipiamo alla campagna nazionale :