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martedì 19 agosto 2008

Il Veneto continua a odiare i Rom

Le condizioni dei Rom in Italia sono ormai insoportabili: nessun diritto, nessuna libertà, nessun programma di inserimento al lavoro o di valorizzazione delle professionalità, nessun sostegno educativo a bambini e giovani, nessuna assistenza sanitaria né tantomeno psicologica.

Solo discriminazione, esclusione, persecuzione.

Nuovo attacco incendiario di origine dolosa, attuato da razzisti a Mestre

Verso le ore 20 di sabato 16 agosto, il piccolo insediamento di Rom romeni che si trova in via Vallon , sotto al cavalcavia, è stato dato alle fiamme.
Le baracche, i materassi, i mobili, gi oggetti personali: tutto è bruciato in un rogo
devastante. Per fortuna le famiglie che abitavano quel povero rifugio, più volte oggetto di minacce e insulti razzisti, non si trovavano all'interno delle povere abitazioni.

"Nel Veneto la vita per i Rom è impossibile," commenta Razvan, un Rom che ha abbandonato il Veneto dopo che sua moglie e la sua bambina di sei anni sono state malmenate da razzisti italiani, "perché la polizia, i carabinieri, i vigili e ronde di cittadini cercano le nostre famiglie in ogni angolo delle città, per scacciarle senza sentire ragioni, con insulti, minacce e botte.
Quando la Romania è entrata nell'Unione europea, molti Rom hanno cercato lavoro anche nelle città del Veneto, ma hanno trovato solo ostilità.
Li hanno mandati via in massa, uno sgombero dopo l'altro, senza nessun rispetto per le donne incinte, i malati, i vecchi, i bambini.
C'erano manifesti contro gli 'zingari' dappertutto e tutti erano contro di noi: la destra, la sinistra e persino i centri sociali, che di solito cercano di aiutarci. Pochissimi Rom romeni sono rimasti nel Veneto e non certo per loro volontà. Sono famiglie poverissime, che non riescono neanche a mettere insieme i soldi per tornare in patria. Anche gli 'zingari italiani' che vivono da tanti anni nel Veneto subiscono questo terribile razzismo. I bambini Rom che vanno a scuola vengono insultati e spintonati dai compagni, che li chiamano con parole molto offensive. Gli adulti che lavoravano, hanno perso in molti casi le loro occupazioni. I negozi, i bar, le mense, le chiese e i volontari che assistono i poveri mandano via gli 'zingari', anche quelli italiani. Non sono sorpreso dall'incendio delle baracchine in via Vallon, perché non è la prima volta che la gente del posto se la prende con quelle famiglie".

L'articolo su: Gruppo EveryOne

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