martedì 2 settembre 2008
I tifosi napoletani non potranno più partecipare alle trasferte
I tifosi napoletani non potranno più partecipare alle trasferte fino alla fine del Campionato appena iniziato. Lo ha stabilito l'Osservatorio sulle manifestazioni sportive riunito oggi al Viminale dopo gli incidenti di domenica. "Si è stabilito il divieto di trasferta delle tifoserie organizzate del Napoli Calcio - ha annunciato il Ministro dell'Interno Roberto Maroni al Tg1 - per tutto il Campionato". (Fonte: Tiscali-notizie)
Tutta colpa di quelle bande di cretini chiamati ultras!
Da perfetto capitano Fabio Cannavaro ha varcato tra i primi i cancelli del centro tecnico di Coverciano.
«Ho letto, ho letto ed ho visto quello che è accaduto alle stazioni di Napoli e di Roma, una brutta storia».
Che cosa si prova a vedere certe scene di assurda violenza, alla prima giornata di campionato poi.
«Si provano rabbia e indignazione perché ancora una volta viene sporcata l'immagine di Napoli ed invece si ha tanto bisogno di messaggi positivi. Ma c'è anche da dire un'altra cosa».
Che cosa?
«Che non va colpevolizzata una città intera, che non si deve fare di tutta l'erba un fascio per colpa di una minoranza, quanti erano quelli che hanno terrorizzato le stazioni di Napoli e di Roma, un centinaio? C'era anche tanta gente che aspettava la partita con la Roma soltanto con l'animo del tifoso vero, quello appassionato della propria squadra e basta».
Era il caso di far partire quel treno?
«Viste le condizioni, decisamente no, ma è anche vero che è stato giusto così, nei confronti di quelle persone che nutrono soltanto una sana passione sportiva. Secondo me è più semplice isolare i violenti che vietare le trasferte ai tifosi».
Chi nutre la passione per il Napoli, i tifosi veri, i napoletani perbene sono stanchi, il nostro giornale ha ricevuto migliaia di telefonate e di messaggi, tutti dicono: ora basta.
«E tutto questo fa capire che i tifosi veri sono tantissimi, la stragrande maggioranza, come si fa a dire a queste persone: ci sono i violenti, non andate a tifare per la squadra del cuore; chi ha la responsabilità dell'ordine pubblico deve isolare le frange violente, ricordo che all'epoca di Maradona si organizzavano i treni speciali e mi pare che tutto filava liscio».
Ora c'è da aspettarsi il divieto delle trasferte.
«E così si penalizzano gli sportivi autentici e basta. E non si risolve il problema all'origine, cioè stroncare sul nascere i fenomeni di violenza. Se così sarà sarebbe un peccato, perché il Napoli ha bisogno del sostegno dei propri tifosi».
Una volta lei disse: ho fatto bene a scegliere Madrid.
«Ma non sono andato via dall'Italia per la violenza, certo da quando gioco nel Real mi sono potuto rendere conto che il calcio in Spagna è vissuto in un'altra maniera, chi va allo stadio ci va solo per vedere la partita: ha il suo posto numerato, si siede, non può alzarsi, non può portare con sé oggetti ritenuti pericolosi e sa che se va fuori di testa, viene arrestato. In Spagna c'è il timore della legge, il rispetto per i rappresentanti dell'ordine».
Che cosa si può dire in conclusione.
«Proviamo a pensare positivo, che le forze dell'ordine ed i veri tifosi siano determinati nell'isolare le frange violente; la mentalità ultrà ha dei valori veri: creare striscioni, preparare coreografìe da stadio, quelli che sfasciano un treno e terrorizzano i cittadini non sono ultrà, sono soltanto dei *** il Napoli ne ha tantissimi di tifosi veri, quelli che l'hanno seguito a Lanciano, in Albania, sui campi spelacchiati della serie C». (Fonte: Eurosport)
Tutta colpa di quelle bande di cretini chiamati ultras!
Da perfetto capitano Fabio Cannavaro ha varcato tra i primi i cancelli del centro tecnico di Coverciano.
«Ho letto, ho letto ed ho visto quello che è accaduto alle stazioni di Napoli e di Roma, una brutta storia».
Che cosa si prova a vedere certe scene di assurda violenza, alla prima giornata di campionato poi.
«Si provano rabbia e indignazione perché ancora una volta viene sporcata l'immagine di Napoli ed invece si ha tanto bisogno di messaggi positivi. Ma c'è anche da dire un'altra cosa».
Che cosa?
«Che non va colpevolizzata una città intera, che non si deve fare di tutta l'erba un fascio per colpa di una minoranza, quanti erano quelli che hanno terrorizzato le stazioni di Napoli e di Roma, un centinaio? C'era anche tanta gente che aspettava la partita con la Roma soltanto con l'animo del tifoso vero, quello appassionato della propria squadra e basta».
Era il caso di far partire quel treno?
«Viste le condizioni, decisamente no, ma è anche vero che è stato giusto così, nei confronti di quelle persone che nutrono soltanto una sana passione sportiva. Secondo me è più semplice isolare i violenti che vietare le trasferte ai tifosi».
Chi nutre la passione per il Napoli, i tifosi veri, i napoletani perbene sono stanchi, il nostro giornale ha ricevuto migliaia di telefonate e di messaggi, tutti dicono: ora basta.
«E tutto questo fa capire che i tifosi veri sono tantissimi, la stragrande maggioranza, come si fa a dire a queste persone: ci sono i violenti, non andate a tifare per la squadra del cuore; chi ha la responsabilità dell'ordine pubblico deve isolare le frange violente, ricordo che all'epoca di Maradona si organizzavano i treni speciali e mi pare che tutto filava liscio».
Ora c'è da aspettarsi il divieto delle trasferte.
«E così si penalizzano gli sportivi autentici e basta. E non si risolve il problema all'origine, cioè stroncare sul nascere i fenomeni di violenza. Se così sarà sarebbe un peccato, perché il Napoli ha bisogno del sostegno dei propri tifosi».
Una volta lei disse: ho fatto bene a scegliere Madrid.
«Ma non sono andato via dall'Italia per la violenza, certo da quando gioco nel Real mi sono potuto rendere conto che il calcio in Spagna è vissuto in un'altra maniera, chi va allo stadio ci va solo per vedere la partita: ha il suo posto numerato, si siede, non può alzarsi, non può portare con sé oggetti ritenuti pericolosi e sa che se va fuori di testa, viene arrestato. In Spagna c'è il timore della legge, il rispetto per i rappresentanti dell'ordine».
Che cosa si può dire in conclusione.
«Proviamo a pensare positivo, che le forze dell'ordine ed i veri tifosi siano determinati nell'isolare le frange violente; la mentalità ultrà ha dei valori veri: creare striscioni, preparare coreografìe da stadio, quelli che sfasciano un treno e terrorizzano i cittadini non sono ultrà, sono soltanto dei *** il Napoli ne ha tantissimi di tifosi veri, quelli che l'hanno seguito a Lanciano, in Albania, sui campi spelacchiati della serie C». (Fonte: Eurosport)
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