I due giovani di origini rom,Viorica Zavache e Sebastian Neculau, accusati di aver tentato di rapire una bimba davanti all'Auchan di Catania, sono stati prosciolti
Nello scorso maggio, giornali e tv diedero per scontata la loro colpevolezza.
Il campo nomadi catanese fu sgomberato, uno degli accusati (Viorica Zavache) ha trascorso tutti questi mesi in carcere e... nessuno degli accusatori ha chiesto scusa o semplicemente ha dato la notizia della sentenza.
Assoluzione: questo il verdetto emesso dal giudice Antonella Romano nei confronti di Viorica Zavache e Sebastian Neculau, i due giovani rom accusati di aver tentato di rapire una bimba all’interno del parcheggio di un noto ipermercato catanese nel maggio scorso.
Per Sebastian Neculau l’assoluzione è stata completa; per Viorica Zavache – che ha atteso quest’udienza rinchiusa nel carcere di Agrigento – il Giudice ha deciso l’assoluzione per quanto riguarda i capi d’accusa di tentata sottrazione d’incapace e di tentato sequestro, ma ha rimesso gli atti alla procura affinché si proceda diversamente.
Durante l’udienza di oggi – celebrata in rito abbreviato – è stata ascoltata la testimonianza della madre della bambina, che ha ribadito la versione secondo la quale la giovane rom avrebbe tentato di portarle via la figlia, chiamando in aiuto il compagno dopo la sua resistenza. Il pm Migliorini ha chiesto dunque per entrambi gli accusati una pena di 3 anni, ma il giudice Romano ha deciso il proscioglimento. «Evidentemente non è stata ravvisata nella Zavache l’intenzione di sottrarre la bambina alla madre» ipotizza la difesa, in attesa del deposito delle motivazioni della sentenza.
Ovviamente soddisfatta della decisione l’avvocato Marilisa Gaeta, difensore dei due giovani: «Si capisce che sono capitati nel posto sbagliato al momento sbagliato», ha ribadito facendo riferimento al clima “anti-rom” che aleggiava nel mese di maggio. La vicenda infatti è accaduta a pochi giorni dagli assalti ai campi rom nel napoletano a seguito dell’altro presunto rapimento di un bambino a opera di una giovane appartenente a questa etnia. Nel giro di poche ore, a livello locale e nazionale, la notizia è stata trattata in maniera sbrigativamente colpevolista dai media, che non hanno esitato a dare per scontata l’equazione “rom-ladri di bambini”.
La conseguenza immediata e più tangibile è stata la fuga degli abitanti del campo del quartiere Zia Lisa di Catania, costretti a lasciare la città nonostante i loro figli fossero inseriti all’interno di un progetto a cura della Caritas locale che permetteva loro di frequentare la scuola.
Si attendono ora gli eventuali sviluppi giudiziari della vicenda: escluso il tentato rapimento della bimba, si dovrà vedere se la procura ipotizzerà accuse diverse per il diverbio avvenuto nel parcheggio del supermercato. Intanto, per Viorica Zavache restano quasi cinque mesi di carcere. E il ricordo di essere stata accusata da un’intera nazione di essere una ladra di bambini.
( di Carmen Valisano )
La ricostruzione.
Storia di bimbi o di monetine? (27 maggio 2008)
Chi lavora all`Auchan di Catania ha subito avuto molti dubbi sull’accusa di rapimento della bambina. `Probabilmente i due rom volevano l`euro del carrello e le cose sono degenerate`. L’area del parcheggio è videosorvegliata. Ma i filmati sono stati esaminati?
“Vediamo spesso scene di questo genere. Di solito i rom seguono i clienti fino alla macchina per chiedere l’euro del carrello. Sarà almeno un anno e mezzo che si usa così. Se poi sul carrello c’è un bambino, può capitare che siano loro stessi a tirarlo giù...”. Davanti all’Auchan di San Giuseppe La Rena, il clima di allarme e di tensione che secondo i giornali si respira da una decina di giorni non lo si sente proprio. È uno dei ragazzi che lavorano al laboratorio del supermercato a raccontarci i gesti quotidiani che accompagnano la richiesta dell’elemosina. Un’abitudine conosciuta dai dipendenti del supermercato, su cui si basa la ricostruzione che, da queste parti, sembra convincere i lavoratori. “È tutto un equivoco, c`è stato tanto scalpore per nulla. Il fatto è stato gonfiato”, risponde la maggior parte dei dipendenti e “probabilmente questa volta - aggiunge uno degli addetti al reparto alimentare - di fronte al rifiuto della signora, hanno provato lo stesso a prendere la moneta spostando la bambina”.
Impressioni, ipotesi, dubbi. Non è molto, ma forse vale la pena di pensarci su, in questa storia fatta finora di granitiche e frettolose certezze. I due rom arrestati giovedì scorso e accusati di aver tentato di rapire una bimba non erano degli sconosciuti arrivati per la prima volta davanti al supermercato: già da tempo frequentavano il parcheggio chiedendo l’elemosina. Molti dipendenti hanno confermato di conoscerli e quindi loro sapevano bene di non poter passare inosservati. Anche su questo si basa la difesa che l’avvocato Marilisa Gaeta sta ora preparando, per chiedere al Tribunale del Riesame la scarcerazione dei suoi assistiti.
L’avvocato, al telefono, è di poche parole, ma qualcuna la riserva all’allarmismo della stampa. “C’è qualcosa di anomalo in questa storia”, ci dice, quindi “è fondamentale cercare di non far pendere la bilancia né dall’una né dall’altra parte”. La difesa, ad ogni modo, non nega che nell’episodio che ha portato ai due arresti ci sia stato qualcosa di più della consueta richiesta di elemosina. La reazione dei due rom è stata eccessiva, al punto da spaventare la madre della piccola e spingerla a chiamare il 113. Su questo punto le versioni della madre e quella dell’avvocato sono ovviamente diverse, ma non sembrerebbero poi così lontane. Un punto di contrasto riguarda, invece, i toni usati dalla madre quando le è stata chiesta l’elemosina. Secondo tutti i giornali, la donna avrebbe detto «garbatamente» di non avere spiccioli. La difesa dei due rom parla invece di un diverbio piuttosto vivace, poi degenerato in qualche parola di troppo da parte dei due rom.
Almeno sul luogo in cui è avvenuto il fatto non sembrano esserci perplessità: il parcheggio esterno dell`Auchan. Non dentro il supermercato, quindi, né all’ingresso, come si è sentito dire in modo confusionario in questi giorni, ma fuori, nell’area di sosta. Gli uomini della vigilanza, però, sono avari di dettagli. “Non sappiamo molto. Sì, è successo nel parcheggio, ma la donna si è rivolta subito al 113, non a noi”, dice il responsabile della sicurezza. Cosa anche questa naturale, essendo la donna moglie di un poliziotto. “Soltanto da quando è successo il fatto abbiamo aumentato i controlli anche all’esterno”, riferisce un altro dei vigilantes. L’Auchan è però servito da un sistema di videosorveglianza, come segnalano i numerosi cartelli nell`area di sosta, anche se nessuno riesce a dirci con sicurezza se alcune zone restino scoperte. È possibile quindi che esista una registrazione dei fatti. Ma i filmati di quel giorno sono stati visionati dagli investigatori alla ricerca della prova del presunto tentativo di sequestro? Il personale della vigilanza non ci dice molto. L’avvocato Gaeta ci conferma che, nel fascicolo processuale, non si parla di filmati del circuito di videosorveglianza. Negli ambienti giudiziari non si esclude che un filmato possa esserci, ma la Procura non dà conferma della sua acquisizione.
Questi filmati potrebbero provare qualcosa? È tutto da accertare. Di certo c’è che, se questo nastro non è stato ancora acquisito, bisognerebbe fare in fretta. Il motivo, nel silenzio ufficiale della vigilanza, ce lo spiegano ancora alcuni dipendenti del reparto commerciale: “Queste registrazioni dopo quindici giorni di solito vengono distrutte”. E di giorni, dalla data del presunto tentativo di rapimento, ne sono già passati dodici. Per il momento comunque si attende l’esito dell’udienza del Tribunale per il riesame che avrà luogo la prossima settimana.
Troppa troppa fretta nel cancellare il video (30 maggio 2008)
Sul presunto tentativo di rapire una bambina a Catania, la Procura aveva cercato di acquisire le immagini della videosorveglianza. Ma la Polizia ha risposto che, nel giro di 24 ore, quelle immagini erano già state distrutte. Cambierà il capo d`accusa per i due rom?
Sono stati distrutti dopo ventiquattr’ore i filmati della videosorveglianza del supermercato Auchan relativi al parcheggio in cui due rom avrebbero tentato – secondo l’accusa – di rapire una bimba. È quanto si evince da un documento trasmesso alla Procura dal commissariato di polizia che ha svolto le indagini. “C`è una delega apposita, con la risposta del dirigente del Commissariato di San Cristoforo, in cui si dice che non è più possibile visionare le immagini né acquisire documentazione”, ci conferma direttamente il Procuratore capo Vincenzo D’Agata, che abbiamo incontrato nel suo ufficio di piazza Verga.
Come Step1 ha già raccontato, il parcheggio dell’ipermercato è dotato di telecamere per la sorveglianza. È dunque possibile che il fatto sia stato ripreso e registrato su di un nastro; una prova che forse aiuterebbe a capire meglio come sono andate le cose, a stabilire se sia più verosimile la versione della madre (“i rom volevano rapire la bambina”) o quella che circola insistentemente tra i dipendenti del supermercato (“i rom volevano la monetina del carrello, ma poi la discussione è degenerata”).
La Procura si è preoccupata di cercare questa prova? “È chiaramente un aspetto che è stato preso in considerazione immediatamente – ci conferma il dottor D’Agata – perchè si tratta di una prova oggettiva per verificare la dinamica dei fatti. La polizia ha risposto, tra l`altro allegando una nota dell`Auchan, che questo video non era più disponibile, in quanto le registrazioni vengono distrutte ogni 24 ore”.
Il procuratore D’Agata non si sbilancia. Fa osservare che, in questo tipo di registrazioni, contano molto «la qualità delle immagini e la posizione da cui sono state riprese». Spiega che dalle registrazioni potrebbero emergere elementi a carico dei due rom, perché anche chiedere l’elemosina in modo troppo brusco può essere un reato, anche piuttosto grave. Ma quale reato? «La questione è stata vissuta dalla signora con estrema drammaticità, nella sua proiezione personale ed interiore, su questo non ci sono dubbi». Ma «bisogna vedere se, in effetti, l`atto aveva quelle oggettive connotazioni per effetto delle quali è ragionevole concludere che la direzione dell`atto fosse quella del rapimento». Non è detto insomma che l’accusa di tentato sequestro sia destinata a restare in piedi. Ma secondo il dottor D’Agata bisogna vedere se ci sono stati «dei gesti minacciosi, per ottenere quello che era stato richiesto, il che sposterebbe l`ipotesi da quella del tentativo di sequestro a quella di estorsione». La difesa, come è noto, non nega che la reazione dei due rom sia stata eccessiva, ma sostiene che minacce non ce ne sono state e dunque contesterebbe sicuramente anche questa ipotesi di reato. Ma in ogni caso l’accusa di estorsione o tentata estorsione, al di là della gravità della pena prevista, sarebbe cosa sostanzialmente diversa dall’accusa di rapimento.
Fin qui, comunque, le parole del Procuratore. Affermazioni caute ma che autorizzano, almeno per logica, qualche domanda. Se la registrazione conteneva elementi a carico dei due rom, è pensabile che i poliziotti, subito intervenuti sul posto, non l’abbiano sequestrata subito per usarla come prova? Ed è pensabile che non ne abbiano reclamato l’acquisizione la stessa madre della piccola e il padre (che di mestiere fa proprio il poliziotto)? Una tale dimenticanza sembrerebbe alquanto inverosimile. Resta l’ipotesi che, nel filmato, potessero esserci elementi favorevoli alla difesa. Ma questo probabilmente non si saprà mai. Come ci spiega l’avvocatessa Marilisa Gaeta, la difesa, durante le prime fasi dell’indagine, può solo occuparsi della convalida dell’arresto. Insomma l’avvocato può raccogliere delle prove solamente in un secondo momento. Il filmato, quindi, è stato distrutto prima ancora che la difesa abbia avuto il diritto di conoscerlo.
Rimane da capire, a questo punto, se davvero le registrazioni della sicurezza di Auchan durino 24 ore (come riferito dalla polizia al Procuratore) o quindici giorni (come raccontato nei giorni scorsi a Step1 dal personale di Auchan). Sembrano due dati contraddittori, ma forse lo sono solo fino a un certo punto. Abbiamo provato ad avere notizie ufficiali dalla direzione di Auchan e dalla sorveglianza, ma senza successo. Da quanto siamo riusciti ad apprendere in via informale, però, sembra che le registrazioni vengano davvero conservate per 24 ore solo quando non documentano infrazioni o aggressioni. Qualora invece la vigilanza interna, nel controllare i nastri, trovasse elementi del genere, queste parti di video verrebbero conservate. Così non è stato. Forse perché questi elementi non sono stati trovati. E il processo, a questo punto, può basarsi solo sugli indizi.
Il Procuratore capo D’Agata, infine, ha qualcosa da dire sul modo in cui è stata trattata questa storia. “Dobbiamo evitare in Italia di lasciarci prendere dalle reazioni viscerali, poiché in questo Paese abbiamo sul piatto una giustizia che oscilla dal garantismo esasperato, che poi si traduce in un certo clima di disposizioni a favore di chi è indagato, ad un giustizialismo, che può essere anche fondato sulla semplice cultura del sospetto, senza mai trovare una via mediana nella quale si affermi con certezza e rigore l`autorità dello Stato”. Su questo punto, il capo dell’ufficio che sostiene l’accusa appare molto più prudente di quanto lo sia la stampa italiana.
6 commenti:
Eh sì. L'Italia per alcune cose ha la sembianza del Regime. Ma non possiamo dare un nome sbagliato alle cose. Possiamo votare chi vogliamo e chi ci sta in Parlamento ci rappresenta alla perfezione. L'informazione ne è la conseguenza.
ps: Vieni nel mio blog quando vuoi saluti.
cara Ros@...è come ci raccontavamo nel mio fiume: siamo sempre pronti a puntare il dito contro il diverso, contro l'ospite...è molto più facile e, incredibilmente, popolare...sarà per questo che è così triste?
E' successa una cosa che non mi aspettavo. Trovi tutto da me. Quando hai letto, decidi tu che fare! Grazie mille per il sostegno
in ritardo ne ho parlato anch'io ma non in maniera così esaustiva..cmq ho conosciuto personalmente molti casi simili in cui i rom sono stati o vittime immediatamente dimenticate (ad esempio il papà di Vesna barbaramente assassinato dinanzi ai piccoli figli dalla Ndrangheta calabrese)oppure presunti colpevoli immediatamente incarcerati senza prove..
bacio
X mau/c: Hai ragione a parlare di presunti colpevoli immediatamente incarcerati senza prove.
Non so se stai seguendo la vicenda "Bussolengo".
Angelo e Sonia Campo e Denise Rossetto, ai quali vengono contestati i reati di resistenza a pubblico ufficiale e tentata rapina della pistola di un milite, si trovano in carcere.
I Carabinieri di Bussolengo dichiarano: «Ci hanno insultati e aggrediti, una donna ha cercato addirittura di sfilare la pistola dalla fondina a un maresciallo, noi ci siamo limitati a difenderci e a immobilizzarli».
Sembra strano che i militi non abbiano ne denunciato ne riportata nessuna lesione e le fotografie, scattate da Sergio di Nevo Gipen, mostrano chiaramente che le botte ricevute dai rom sono state a dir poco esagerate.Martedì 23 settembre, presso il tribunale di Verona, si è svolta la seconda udienza (avvenuta a porte chiuse), e come quella di una settimana fa, è stata rimandata a martedì prossimo, 30 settembre.La signora, Sonia Campos è stata rilasciata, dopo essere stata condannata a sei mesi, con la condizionale. Purtroppo Denis e Angelo sono invece stati condotti ancora una volta in carcere.Il patteggiamento proposto dai loro avvocati difensori è stato respinto dal PM, per cui nulla è cambiato rispetto all'udienza di martedì scorso. Staremo a vedere!!!
Queto è il link al post sulla vicenda, se ti fosse sfuggita
http://mariarosetta.blogspot.com/2008/09/bussolengo-rom-subiscono-un-pestaggio.html
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