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mercoledì 17 settembre 2008

Amnesty International si oppone all'esecuzione di Troy Davis

Troy Anthony Davis è stato condannato a morte nel 1991 per l'uccisione dell'agente di polizia Mark Allen MacPhail in un Burger King di Savannah, nello Stato della Georgia: un omicidio che Davis continua a negare di aver commesso.

Contro di lui non sono mai state presentate prove concrete e l'arma del delitto non è mai stata ritrovata.

Il processo si è basato interamente su deposizioni fatte a seguito di pressioni della polizia, le quali presentavano notevoli incongruenze e che in seguito sono state ritrattate da molti dei testimoni.
Davis si è visto inoltre negare ripetutamente la possibilità di presentare nuove testimonianze che avrebbero potuto scagionarlo dall'accusa di omicidio.

Davis era già stato a un passo dall'esecuzione nel 2007. Il 16 luglio 2007, neanche 24 ore prima, la Commissione per la clemenza l'aveva bloccata e rimandata di 90 giorni, rinvio poi prolungato dalla Corte suprema della Georgia che aveva deciso di riesaminare il suo caso. L'esame è terminato il 17 marzo di quest'anno, quando la Corte ha negato un nuovo processo a Davis.

Il 12 settembre 2008, la Commissione per la clemenza ha respinto la richiesta di commutazione della condanna a morte di Troy Davis, la cui data d'esecuzione è fissata per il 23 settembre.

La Commissione si è riunita con l'avvocato e i familiari di Davis, con la famiglia di Mark MacPhail e i pubblici ministeri di Davis. Al termine dell'incontro i membri della commissione non hanno fornito alcuna spiegazione riguardo il procedimento che li ha portati a decidere di negare la clemenza. L'avvocato di Davis ha dichiarato di voler presentare alla Corte suprema degli Stati Uniti una mozione per la sospensione dell'esecuzione.
Amnesty International si oppone incondizionatamente alla pena di morte, ritenendola una punizione crudele, inumana e degradante ormai superata, abolita de jure (per legge) o de facto (per prassi), da più della metà dei paesi nel mondo. La pena di morte viola il diritto alla vita, è irrevocabile e può essere inflitta a innocenti.

Costituisce una violazione dei diritti umani fondamentali, non offre alcun contributo costruttivo alla lotta contro il crimine violento ed è priva di effetto deterrente. Il suo uso sproporzionato contro i poveri e gli emarginati costituisce un grave atto di discriminazione, così come il suo uso quale minaccia o repressione nei confronti di oppositori politici.

Amnesty International si oppone all'esecuzione di Troy Davis a prescindere dalla sua innocenza o colpevolezza così come per qualunque altro caso di pena di morte.

Firma contro l'esecuzione

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