Le indagini, coordinate inizialmente dalla Procura della Repubblica di Siracusa e successivamente dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, ruotano attorno a una presunta organizzazione criminale che aveva la sua base logistica nella chiesa di Bosco Minniti a Siracusa.
Agli arresti domiciliari padre Carlo D’Antoni, parroco della Chiesa di Bosco Minniti, nei suoi confronti il Gip ipotizza il reato di associazione per delinquere.
L'11 febraio padre Carlo ha respinto ogni accusa, fornendo la sua versione dei fatti. Avrebbe chiarito di non aver mai voluto procurare documenti falsi e che il
suo intento aveva esclusivamente fini solidali.
Padre Carlo infatti è un sacerdote impegnato da tempo in prima linea nel sostegno ai disagiati e soprattutto agli immigrati.
Ha trasformato la chiesa di Bosco Minniti in un centro di accoglienza interculturale ed interreligioso con l'approvazione di tanti parrocchiani che lo hanno supportato condividendo le finalità.
Dopo i primi giorni di sbandamento, i volontari e le associazioni che ruotano attorno alla parrocchia, si sono riorganizzati e stanno proseguendo le attività in corso confermando gli impegni in programma.
La manifestazione nazionale degli stranieri che padre Carlo stava curando per la città di Siracusa, in qualità di responsabile locale del movimento " primo marzo 2010", si farà.
“Non sarà facile organizzare l’evento senza il supporto di padre Carlo. Il nostro non sarà uno sciopero etnico, come qualcuno lo ha definito, ma una riconferma dell’interculturalità sempre più presente nel nostro paese. Il nostro è un movimento meticcio – ha proseguito – che riunisce al suo interno italiani e stranieri e chiunque condivida il rifiuto del razzismo e delle discriminazioni verso i deboli”. Gli organizzatori lo hanno definito uno sciopero giallo durante il quale si proverà ad evidenziare l’importanza del lavoro svolto dagli immigrati per il sostegno dell’economia del paese. Cosa succederebbe se i quattro milioni e mezzo di immigrati che vivono in Italia, recita un volantino di propaganda della manifestazione, decidessero di incrociare le braccia per un giorno? Un fiocco giallo per aderire simbolicamente all'evento, gemellato con il francese "Journée sans immigrés: 24h sans nou”, che per una giornata richiamerà l’attenzione di tutti gli italiani sul tema stranieri e sulle barriere e i limiti che ancora resistono. Nella nostra città è previsto un corteo che si muoverà dal campo scuola “Pippo Di Natale” fino a raggiungere l’isola di Ortigia. Cassibile sarà probabilmente sede di un evento distaccato.
Come sicuramente molti tra i visitatori di questo blog sapranno, martedì scorso è stato arrestato il nostro referente di Siracusa, padre Carlo D'Antoni, un uomo coraggioso e generoso, da molti anni schierato a fianco dei più deboli e impegnato nell'accoglienza dei migranti, e che non ha esitato a denunciare la situazione di degrado e sfruttamento (ancora più grave probabilmente di quella di Rosarno) che si è venuta a creare nelle campagne intorno a Cassibile (una frazione di Siracusa).
Le accuse formulate nei suoi confronti hanno lasciato increduli non solo noi di Primo Marzo 2010 ma tutto il mondo associativo, la Chiesa e le persone che hanno avuto la fortuna, in questi anni, di entrare in contatto con padre Carlo e conoscere il suo lavoro nella parrocchia di Bosco Minniti. Scrivo questo post poche ore dopo essere stata lì, in visita, e sono ancora emozionata e commossa. Ho partecipato a una riunione (già programmata) con il gruppo di Siracusa e con quello di Catania e ho visto con i miei occhi la famosa chiesa in cui l'altare è stato spostato per dare un posto e un ricovero a chi non ha un tetto sotto cui ripararsi. Ho visto con i miei occhi i ragazzi di padre Carlo (molti arrivano da Rosarno) e anche la processione di persone attonite venute a dare una mano dopo aver saputo dell'arresto. Persone di ogni tipo, in molti casi volontari o fedeli che da tempo non si erano più visti a Bosco Minniti ma che, dopo una notizia così sconvolgente, sono corsi a dare la loro testimonianza, e lo hanno fatto nel modo più congruo rispetto al carattere di Carlo e dei suoi collaboratori: attraverso le opere.
In questo momento il gruppo di Siracusa, che stava programmando molte e belle iniziative per il Primo marzo, coinvolgendo anche tantissimi immigrati, si trova in grosse difficoltà. Non solo perché è momentaneamente "assente" la principale guida spirituale e organizzativa, ma anche perché i materiali prodotti, le risorse finanziarie e molte altre cose sono al momento inaccessibili. Per questo invito tutti gli altri gruppi a solidarizzare e a dare una mano, nella misura che riterranno praticabile. Cliccando qui e qui troverete due articoli che permetteranno di inquadrare meglio la figura di padre Carlo.
La giustizia deve sicuramente fare il suo corso, ma da parte nostra esiste la convinzione dell'assoluta innocenza di padre Carlo. Se una colpa è stata commessa a Bosco Minniti è stata quella di praticare in modo radicale il principio cristiano dell'accoglienza.,Nello specifico, di dare un domicilio a chi non lo aveva e en aveva bisogno per avviare l'iter legale di regolarizzazione. Sappiamo bene che,oggi, anche per effetto della perversa saldatura che si è prodotta tra razzismo istituzionale e razzismo popolare, questa pratica nel nostro Paese può diventare un reato, nonostante da più parti si invochi la difesa delle radici cristiane. E' un paradosso che, in un Paese che si professa cristiano, praticare il cristianesimo possa diventare un reato. Il problema però evidentemente è a monte. Se una legge, da un lato, produce clandestinità (e c'è un'ampia letteratura che dimostra che questo ha fatto, sino ad ora, la Bossi-Fini, e che le cose stanno andando ancora peggio da quando è in vigore il famigerato pacchetto sicurezza) e, dall'altro, trasforma la solidarietà in illegalità, evidentemente, è da ripensare.
(Stefania Ragusa presidente di "primo marzo 2010" http://www.primomarzo2010.it )
IN NOME DELLA LEGGE: DIFENDI GLI IMMIGRATI? ARRESTATO!
E' il caso di Padre Carlo, di Siracusa: da anni “tenuto d'occhio” perché prendeva le parti dei “clandestini”: finché l'hanno arrestato. Nessuno di quanti lo conoscono crede alle accuse contro di lui. Una sola - che non hanno osato esprimere - è vera: quella di essere un cristiano. Aiutare i poveri, ospitare gli stranieri, difendere i perseguitati
Non è una chiesa come le altre. Nella Chiesa di Bosco Minniti a Siracusa, da molti anni, tutti possono trovare rifugio; gli extracomunitari, scappati per mille ragioni diverse dai loro paesi, ci abitano, la vivono, la animano condividendo le difficoltà quotidiane. Entrateci all’ora dei pasti: è la mensa di tutti i popoli. Al posto dell’altare una tavolata immensa dove almeno cento immigrati di ogni nazionalità si trovano riuniti a mangiare. Alle pareti, simboli di diverse religioni. Qui sono stati accolti anche molti di immigrati scappati da Rosarno e presto ci saranno, come ogni anno, quelli che arrivano per la raccolta stagionale nei campi tra Cassibile e Pachino.
Tutto questo dà fastidio ai potenti. In un momento in cui si tenta in tutti i modi di rendere la vita sempre più impossibile agli immigrati, si compie l’ennesimo attacco politico, l’ennesimo tentativo di stroncare l'accoglienza e l'integrazione.
Padre Carlo D’Antoni è ora agli arresti domiciliari insieme ad altri otto indagati (Antonino De Carlo, un collaboratore del sacerdote, l’avvocato Aldo Valtimora e sei immigrati), accusati di gestire il rilascio di permessi di soggiorno falsi. Il reato ipotizzato dal Gip di Catania è associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'illecita permanenza di stranieri nel territorio dello stato italiano. E poi accuse di riduzione in schiavitù e di falso ideologico in atto pubblico e false dichiarazioni a Pubblico Ufficiale per aver “inventato storie travagliate e commoventi” al fine di ottenere titoli di soggiorno per motivi umanitari o di protezione temporanea. Inventato!.
Ma se è vero che molti extracomunitari finiscono nelle maglie del mercato illegale delle regolarizzazioni e se è vero che un traffico di clandestini tra Siracusa e la Campania esiste, gli immigrati di Bosco Minniti dicono che l’attacco a padre Carlo è infondato, che lui non ha nulla a che vedere col racket dei documenti, che non ha mai commesso quei reati. Dicono che l’esperienza di Bosco Minniti deve continuare, in una chiesa senza frontiere, aperta a tutti, un luogo in cui si lotta per il diritto a una vita dignitosa.
Sonia Giardina
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Padre Carlo Dantoni è stato fra i primi a seguire il processo per il naufragio del Natale ’96 al largo di Portopalo e l'inchiesta di Dino Frisullo sulla holding degli schiavisti. Dopo 13 anni si è arrivati alla condanna a 30 anni dei 2 imputati, anche se in seguito alle leggi razziali e ai respingimenti in Libia le mafie mediterranee continuano sempre più ad ingrassarsi .
Come allora esigiamo verità e giustizia nel colpire i carnefici dei migranti , ma ci opponiamo a qualsiasi campagna di criminalizzazione di chi si spenda nell’accoglienza, anche disobbedendo a leggi ingiuste . Un motivo di più perché la giornata di mobilitazione antirazzista del 1° marzo a Siracusa e in Sicilia veda scendere in piazza i migranti e chiunque si batta contro le nuove politiche d’apartheid.
Rete Antirazzista Catanese
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ALLE LEGGI RAZZIALI BISOGNA DISUBBIDIRE
I “reati” di padre Carlo, se anche fossero veri, non sarebbero affatto reati nuovi: c'erano già prima. “Aiuto a schiavi evasi”, come nell'Alabama dello Zio Tom. “Aiuto a ebrei fuggitivi”, come nell'Italia del duce.
Non sono affato reati, in verità. Sono doveri per chi è cristiano - sono obbligo per chi è civile - sono vergogna incancellabile per chi ne ha fatto “legge” e angheria.
Alle leggi ingiuste bisogna disobbedire. Bisogna far fuggire gli schiavi, nascondere gli ebrei, aiutare i “clandestini”. Per noi cittadini italiani (non padani, non mafiosi: italiani) è un dovere precisissimo che ci ordina la nostra sovrana, la Costituzione. E' infedele quel funzionario che, nascondendosi dietro “leggi” antiitaliane, tradisce la Repubblica e viola il giuramento alla Costituzione. “Io eseguivo gli ordini” non è, e non è mai stata, una giustificazione.
La Fiat ora proclama apertamente: “Al diavolo voi siciliani! Io vi licenzio tutti quanti e porto le mie fabbriche in Cina”. Ai vecchi operai settentrionali: “E' vero, mi avete servito per quarant'anni - dice - Mi avete permesso di nascondere miliardi e miliardi all'estero e di governare di fatto il vostro paese. Che importa! Al diavolo anche voi tutti. Le prossime Cinquecento le farò in Messico o in Brasile”.
E il popolo, instupidito, tace. Fino a quando?
Riccardo Orioles (http://www.ucuntu.org/)