Don Luciano Scaccaglia, parroco di Santa Cristina tanto amato quanto odiato, è un uomo di fede e di grandi passioni, che non rinuncia alle idee e non serve i potenti, che non china la testa e non conosce mezze misure. Che dice la sua, sempre e comunque.
Oggi combatte per i diritti degli omosessuali, che sono solo uomini e donne che amano. Da accompagnare nel percorso di fede, da accogliere senza giudicare. Pensiero sovversivo, che cammina a braccetto con le sue simpatie per i Dico, sulla strada opposta al Vaticano e a quella richiesta all'Onu, che ha fatto indignare le associazioni gay di tutto il mondo.
La solitudine, d'altronde, è una compagna che conosce bene.
La incontrò quando, pur considerando l'aborto un dramma, volle difendere la 194.
Invitando Livia Turco nella sua chiesa ebbe a dire che quella legge era scritta bene, data la diminuzione, dalla sua entrata in vigore a oggi, del numero d'interruzioni di gravidanza clandestine.
E la incrociò di nuovo, quando aprì la sua chiesa di notte, dando un tetto ai rifugiati politici che da giorni dormivano al freddo.
Gli altri la chiamarono occupazione, lui disse: è solo la comunità che accoglie i suoi fratelli più poveri.
Indossando la veste di teologo, aprì il confronto sul sacerdozio femminile e il matrimonio dei preti.
E insegna che la fede e la ragione non sono due mondi distinti, che la chiesa deve difendere la laicità dello stato e convivere, serenamente e nel nome dell'amore, con tutti gli altri credo.
Ora don Luciano quelle stesse porte che ha aperte a tutti: omosessuali, divorziati, poveri, rifugiati e immigrati, se le vede sbarrare di fronte proprio dalla Chiesa cui ha professato amore e obbedienza. Nei giorni del duplice intervento vaticano rispetto alla proposta francese all’ONU di depenalizzare l’omosessualità e del rifiuto di firmare la Carta dei disabili per l’assenza di un riferimento al divieto all’aborto, la vicenda di don Scaccaglia assume una rilevanza enorme. Perché proprio sul tema dell’omosessualità, don Luciano ha preso posizioni di accoglienza giudicate non in linea col Magistero.Le voci che da alcune settimane si rincorrono nel mormorare un possibile trasferimento del parroco più controverso, amato e disprezzato di Parma non appartengono più solo alle chiacchiere da sagrestia. Si attende nei prossimi giorni la notizia di un trasferimento di don Luciano, ma il provvedimento preso da Roma potrebbe addirittura essere più grave, arrivando alla riduzione allo stato laicale.
( Tratto da: parma.repubblica.it - luigiboschi .it )
6 commenti:
La chiesa sta perdendo sempre più fedeli e tra questi la sottoscritta e mi dispiace!
strana la vita!
a Baget Bozzo è permesso sparare stronzate sull'unto dal Signore e la sua militanza politica poco offende il porporato. poi quando c'è qualcuno che fa sua la parola del Vangelo e pratica l'accoglienza a coloro che sono ai margini di questa società costruita male, lo si addita subito come anti-clericale.
tristezza...
i veri preti sono sempre quelli che non riescono a fare carriera...
pretacci è un bellissimo libro,anche se cannavò è totalmente inadeguato...
Questo prete è un eroe! E' come dovrebbe essere un uomo di chiesa: illuminato dalla Misericordia e dalla Pietà! Ma come lui ce ne sono pochissimi... e quei pochi li fanno fuori! Già, perchè il Vaticano protegge i preti pedofili! Mentre i preti bravi li fa sparire perché danno fastidio...
Che vergogna!
Facile fare fuori i veri preti, sono pochissimi e...si fanno notare.
Tutto il resto, campa di rendita e non sa cosa siano la Misericordia, la Carità, la Fratellanza,la Compassione...
Sono bravi solo a fare le prediche. Credibilità, ZERO.
Grazie a tutti per i commenti.
Sono d'accordo
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