Il Ministro, quindi, di fronte all’ennesimo richiamo (ci sono già stati quello di Amnesty International, ma anche quello del Parlamento europeo e tanti altri), ripropone ancora una volta lo stesso copione che recita più o meno così: "sono farneticazioni, qui nessuno è razzista, ma bisogna dare più sicurezza agli italiani".
Non sarebbe vero dunque che l’Italia sigla accordi bilaterali su rimpatri e deportazioni con paesi che non rispettano i diritti umani e non disdegnano la tortura, come la Tunisia, o che non hanno mai pensato di ratificare la Convenzione di Ginevra sullo status dei rifugiati come la Libia (accordi tra l’altro il cui ’merito’ non ricade certo soltanto sull’attuale governo, ma nei quali D’Alema o Amato hanno avuto un ruolo altrettanto sostanziale).
E non sarebbe allo stesso modo vero, pertanto, che dichiarare di voler indirizzare i tagli del sussidio per gli indigenti solo ai cittadini stranieri, o schedare tutti i bambini di un particolare gruppo etnico, siano politiche intrise di razzismo.
Inoltre non sarebbe razzista aggiungere un aggravamento della pena se uno stesso identico reato viene commesso da un migrante irregolare invece che da un italiano, e non sarebbe certo razzista dichiarare che i centri di detenzione - che imprigionano persone solo perché non hanno i documenti in regola e provengono da un altro paese - non solo debbano esistere e moltiplicarsi, ma vadano presidiati dai militari con i mitra in mano.
Tutto questo, ovviamente, oltre a non avere nulla a che fare con il razzismo, non produrrebbe poi, seguendo il ragionamento del Ministro Maroni, alcuna conseguenza negativa sulla società.
Non sarà certo il razzismo, quindi, ma qualcos’altro, la ragione delle decine di episodi che hanno attraversato da nord a sud l’Italia dell’ultimo disastroso periodo. Così come non hanno agito spinti e legittimati da una certa spiegazione razzista del mondo, dei propri problemi e delle proprie insicurezze, tutti i cittadini di questo paese che si sono ritrovati ad insultare, picchiare, bruciare, sputare contro altre persone, anche donne e bambini, soltanto perché percepiti come ‘stranieri’. Non è definibile come razzismo questo odio intollerante che fino a ieri veniva quanto meno tenuto a freno dal pudore.
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1 commento:
mi insegni a mettere la musica nel sito..grazie
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