Decine di baracche con cartone, plastica e lamiera.
Quì gli immigrati, partiti in tutta fretta hanno lasciato tutto quel poco che avevano: le biciclette con cui raggiungevano i campi per raccogliere arance e mandarini, i vestiti, le scarpe abbandonando definitivamente quelle stesse terre dove pochi decenni fa gli abitanti del luogo condussero lotte sindacali di massa per vedere riconosciuti diritti elementari.
Quella storia è disegnata su un affresco (vedi foto sotto) sul muro della posta centrale, in piazza Valarioti.
«Gli agricoltori devono aprire gli occhi e riconoscere che il loro reddito è falcidiato e decurtato dall`imperio mafioso, che parte dalle campagne e arriva nei mercati. Negli anni `70, la `ndrangheta ha allontanato dai nostri paesi i commercianti che pagavano il prodotto ad un prezzo remunerativo, per rimanere sola acquirente ed imporre il proprio basso prezzo». «Si è poi impadronita di tutti i passaggi intermedi, fino ad arrivare nei mercati e controllare anche il prezzo al consumo», continua Lavorato. «Questa è la filiera perversa che deruba agricoltori, lavoratori e consumatori. La filiera che bisogna combattere ed abbattere per assicurare il giusto reddito all`agricoltore, il legittimo salario al bracciante italiano o straniero, un equo prezzo al cittadino consumatore». (Peppino Lavorato, ex sindaco di Rosarno fino al 2003, compagno di partito di Giuseppe Valarioti, martire dell`antimafia calabrese)
Non c`è più memoria di quelle vicende, così come del recente passato fatto di emigrazione.
Quello che resta è una lugubre sequenza di atti violenti.
L`omicidio del sessantaduenne Palmiro Macrì, ucciso il 7 luglio 2008 da diverse sventagliate di kalashnikov - oltre cinquanta colpi esplosi, un crepitio che rimarrà per sempre nelle orecchie dei passanti - per punire il figlio, colpevole di aver litigato per un parcheggio con un pezzo grosso delle `ndrine. Un anno dopo, uno dei delitti più atroci.
Vincenzo La Torre, 22 anni, e Francesco Amato, 15 anni, rom, residenti a Rosarno sono uccisi di fronte al cancello dell`acquedotto di Scilla con due colpi alla nuca.
Qualche settimana prima, il 18 maggio, un`automobile utilizzata dalle suore di Santa Maria Ausiliatrice era stata incendiata.
Lo scorso due novembre la polizia irrompeva in un normale appartamento e trovava un arsenale da guerra, in cui spiccava un lanciarazzi controcarro modello M-80, di fabbricazione jugoslava. Una potente arma da guerra pensata per distruggere mezzi corazzati.
Sempre a novembre, è ucciso il meccanico Biagio Vecchio, ancora una vendetta trasversale per punire il nipote.
Si tratta solo di una selezione di episodi della "normale" cronaca locale.
Tutte vicende che non hanno suscitato indignazione, moti di piazza, cortei spontanei.
Gli italiani a queste cose ci sono abituati. Non sono africani.
"Queste situazioni le abbiamo ereditate e sono frutto di tolleranza sbagliata...Ci sono responsabilità diffuse che non intendiamo più tollerare..."( Roberto Maroni, ministro dell'Interno )
Maroni, basta con le menzogne.
Questo caos lo hai creato tu
Questa è la realtà che il ministro finge di non conoscere:
1) nel marzo del 2009, Maroni arrivava a Reggio Calabria e - colpito dalla situazione dei migranti nella Piana - annunciava 200 mila euro del PON Sicurezza per l`emergenza migranti, in particolare "primi interventi assistenziali in relazione alla situazione di forte disagio presente a Rosarno ed in altre aree della provincia per la presenza di immigrati". Oggi quei fondi sono arrivati, anzi di più: 930 mila euro per il “recupero urbano delle aree degradate” di Rosarno. Come sono stati spesi? Perché l`emergenza annunciata (che si presenta ogni inverno dal 1990) non è stata affrontata?
1) Non tutti sono "clandestini". Tanti lavoratori hanno il permesso di soggiorno in scadenza, sono stati licenziati nelle aziende del Nord dove lavoravano fino a ieri e rischiano di perdere i documenti se non trovano un altro contratto entro pochi mesi. Sono le regole disumane della Bossi Fini.
2) Tanti irregolari sono denegati (richiedenti asilo a cui è stato opposto un rifiuto). Molti hanno il permesso di soggiorno, ad esempio uno dei due ragazzi feriti nell`attentato che ha scatenato la rivolta.
3) Dire che gli stranieri portano degrado a Rosarno è assolutamente falso; il degrado è frutto dello strapotere mafioso, prodotto da italiani, contro cui il suo governo non ha fatto nulla e che viene di fatto accettato dagli abitanti locali. Gli africani, invece, si sono ribellati alla mafia nel dicembre 2008 ed hanno collaborato con i carabinieri, portando all`arresto dei loro aguzzini.
4) I migranti irregolari della Piana hanno sempre chiesto di "poter lavorare in condizioni dignitose". Non vogliono essere "clandestini": si trovano a non avere documenti per le assurde leggi razziste varate da uno Stato irresponsabile.
5) Molti arrivano al Sud perché sperano di trovare uno Stato meno asfissiante, e di sfuggire al clima da caccia allo straniero creato dalla Lega.
6) Gli stranieri - sia "clandestini" che regolari - sostengono l`economia agricola del Sud. Senza di loro, arance, pomodori ed ortaggi marcirebbero nei campi. I loro salari da fame sono indipendenti dal prezzo di mercato. Braccianti e consumatori pagano una filiera malata, caratterizzata da passaggi parassitari, forme estorsive, presenze mafiose.
7) Qual è la "normalità" che Maroni vuole portare nella Piana, cacciando i "clandestini"?
Quella dei morti ammazzati a colpi di kalashnikov dopo una lite per un posteggio?
Quella delle autobombe?
Quella dei razzi anticarro di provenienza jugoslava trovati in normali appartamenti?
Quella dei ragazzini di 14 anni ammazzati con un colpo alla nuca?
Se proseguirà l`azione criminale della Lega, la rivolta di Rosarno si estenderà rapidamente al Nord. Milioni di lavoratori stranieri - che sostengono la nostra economia, pagano le nostre pensioni, tengono in piedi interi settori produttivi - non ne possono più di essere criminalizzati e sfruttati.
3 commenti:
Una guerra tra poveri ingenerata dallo Stato che vuole che ci siano questi odi per depistare la gente dal vero nemico che é un Governo che non mette in condizione gli italiani di vivere in maniera più decorosa e gli immigrati seri di poter provare a costruirsi una vita. Aggiungo che quei centri come già era venuto fuori in passato, sono veri e propri lager e non certo luoghi "accoglienti"....
Concordo!
Però non bisogna dimenticare che nella Piana di Gioia Tauro ci sono circa 4200 ditte censite. Queste hanno bisogno di braccia e di silenzio.
Nel 1999 il sindaco Lavorato, di sinistra ed antimafioso lanciò un appello inascoltato allo Stato italiano.
Tutti sapevano che a Rosarno i lavoratori stranieri erano vittime di violenze inaudite, ma nessuno ha mosso un dito, nessuno ha indagato per sapere chi erano i datori di lavoro che sfruttavano gli
stranieri.
E invece di dare la caccia agli sfruttatori, hanno dato la caccia agli sfruttati,che stanno pagando perchè hanno saputo alzare la testa
Alla fine la LEGGE ha premiato gli sfruttatori
Non tralasciare l'ipotesi che si voglia mandare via i lavoratori di colore per assumere i lavoratori dell'est, 12 ore settimanali a 6€ l'ora per la facciata, 12/14 al giorno a 3€ per cassa di prodotto.
La drangheta governa fin dalla notte dei tempi e quello che ha letto il farmacista ad Annozero, siamo in pochi ad averlo capito.
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