Ascoltate Josè Saramago intervistato da Serena Dandini

sabato 14 marzo 2009

La disavventura di un deputato del Parlamento europeo a Regina Coeli.

L'avvocato di Karol Racz, Lorenzo La Marca, ha riferito che nel corso dell'ultimo colloquio in carcere, avvenuto sabato scorso, Racz avrebbe avuto forti disturbi all'udito, arrivando a perderlo quasi del tutto; inoltre, avvicinando un dito a un orecchio, ha notato davanti al legale di perdere sangue. L'avv. La Marca, dopo essersi consultato con un medico che consigliava il ricovero immediato di Racz per accertamenti, ha inoltrato una richiesta al Gip di ricovero presso una struttura sanitaria; a tuttora il Giudice non ha dato alcun riscontro al riguardo.

Si ricorda che il diritto alla salute è uno dei diritti inviolabili della persona, sancito dalla Costituzione italiana (art. 32) e dalla Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione europea (art. 3, diritto all'integrità della persona, art. 35, diritto alla salute, e altri).

Alexandru Isztoika Loyos ha dichiarato di essere stato costretto a confessare una colpa non commessa sotto tortura e altri trattamenti inumani.

L'articolo 3 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani condanna le forme di violenza istituzionali: “Nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o degradanti.”

Ma sembra che a nessuno venga in mente di appurare i trattamenti inumani denunciati da Isztoika Loyos e Racz.

Nonostante le prove del DNA (eseguite in più riprese per scongiurare errori su tutte le tracce rinvenute dalla Scientifica sul luogo dello stupro), gli Inquirenti non sembrano intenzionati a rilasciarli, né a metterli in condizione di relazionarsi con altre persone all'infuori dei loro carcerieri e dei due legali.



Temendo l'eventualità di un “suicidio” in cella, o comunque una morte in circostanze misteriose all'interno del carcere, il Gruppo EveryOne, organizzazione internazionale di Diritti Umani, incaricata dall'on. Viktoria Mohacsi al Parlamento europeo, hanno avanzato la richiesta di poter incontrare al più presto in carcere i due romeni, per constatarne le condizioni di salute e interrogarli accuratamente sull'intera vicenda.
" Se vi è stata effettivamente tortura, fra le procedure adottate da chi conduce l'inchiesta sui romeni, possiamo anche aspettarci di trovare una confessione manoscritta e firmata accanto al cadavere di Racs o di Isztoika Loyos: una tipologia di “suicidi” caratteristica dei regimi polizieschi." LEGGI tutto l'articolo

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Ecco come hanno impedito a Giulietto Chiesa ed alcuni esponenti dell'associazione Everyone, di visitare i due detenuti rumeni



Un grave episodio al Carcere Regina Coeli di Roma

A Giulietto Chiesa, deputato del Parlamento europeo , non è stato consentito di avere un colloquio con i due rumeni accusati dello stupro al parco della Caffarella avvenuto il 14 febbraio scorso, nonostante la legge lo permetta a chi è stato eletto dal popolo.

L'illegalità diventa di Stato.


Roma, 13 marzo 2009

Oggi, 13 marzo 2009, sono stato testimone di un fatto gravissimo: la direzione del Carcere di Regina Coeli di Roma non mi ha permesso di visitare i due detenuti rumeni accusati e involontari protagonisti dello stupro al Parco della Caffarella. Chi ha autorizzato i funzionari del carcere a una così evidente violazione della legge?

L'articolo 67 della legge 354/75 che regolamenta il regime carcerario consente a ogni rappresentante eletto di visitare i detenuti senza alcun preavviso; per questo motivo in mattinata insieme ad alcuni esponenti dell'associazione in difesa dei diritti umani “Everyone”, mi sono recato al Regina Coeli per visitare in veste di europarlamentare Karlo Racz e Alexandru Istoika.

Nonostante la regolare esibizione di tutti i documenti, la direzione ha addotto per quasi due ore tutta una serie di pretesti formali e burocratici (avrebbe per esempio permesso il mio accesso, ma non quello del nostro interprete rumeno) che mi hanno proibito di esercitare le mie prerogative.

Si tratta di una grave violazione delle regole democratiche, che fa parte di un'operazione politica organizzata: pur di sbattere un mostro in prima pagina, si mette alla gogna il primo malcapitato, sull'onda emotiva di un'opinione pubblica sempre più spaventata dai media.

Il caso dei due rumeni peraltro dimostra che tali comportamenti isterici sono dannosi per lo svolgimento delle indagini, distorcendone il regolare funzionamento e impedendo l'individuazione dei reali colpevoli.

In qualità di deputato europeo mi riservo di intraprendere tutte le azioni legali necessarie per accertare le responsabilità dell'episodio e di presentare una formale interrogazione in sede europea.

Giulietto Chiesa
Europarlamentare

Guarda l'intervista a Giulietto Chiesa




Fonte: www.giuliettochiesa.it
La vignetta : Mauro Biani

6 commenti:

Gianna ha detto...

Cara Rosy, quante ingiustizie nella vita...
Poche persone hanno una coscienza?
E' terribile!

Damiano Aliprandi ha detto...

Ti ricordi che avevo scritto un post sui fatti dei cromosomi? Qualcuno giustamente aveva commentato dicendo perchè il rumeno aveva confessato, non ho voluto rispondere che molto probabilmente erano stati picchiati per farli parlare...così è stato.

Come ben sai, non è raro che suicidano le persone in carcere, purtroppo questo avviene e c'è da preoccuparsi anche per loro.

Damiano Aliprandi ha detto...

ps anche io avevo mandato un e mail, ma senza risposta. Non so ma questa cosa mi turba non poco.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Se pensiamo a cosa é successo ad una madre che voleva vedere il suo figlio (alludo alla mamma di niki).

Rosa ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Rosa ha detto...

@TUTTI :Questi volti che da ormai un mese continuiamo a vedere a ogni telegiornale, nonostante il Tribunale del Riesame abbia invalidato l'accusa dal 10 marzo, e le analisi del Dna abbiano scagionato i loro proprietari già il 5 marzo, e che tutti hanno indicato come le "belve" mi ricordano la storia di Girolimoni.
Il fotografo che negli Anni 20 fu accusato di omicidi di bambine e poi scagionato (Il fascismo dell'epoca trovò il capro espiatorio per rasserenare la cittadinanza di allora e dimostrare che lo Stato era più che efficiente e presente).
Non riuscendo più trovare un posto, Girolimoni perse il patrimonio che aveva e cercò di sopravvivere aggiustando scarpe e biciclette a San Lorenzo e al Testaccio. Morì nel '61, poverissimo. Ai funerali, nella chiesa di San Lorenzo fuori le mura, vennero rari amici. Tra questi il commissario Giuseppe Dosi, che aveva smontato le prove contro l'accusato: azione avversata da tutti i colleghi, e che Dosi pagò con la reclusione a Regina Coeli e l'internamento per 17 mesi in manicomio criminale. Fu reintegrato nella polizia solo dopo la caduta del fascismo.
Come a dire:
Anche se scagionata,la belva resta tale.
La cosa che mi fa più schifo sono le persone come Alessandra Mussolini (deputato Pdl)che con certe frasi nobilitano e banalizzano slogan razzisti "Certo, non è che possono andare in galera se non sono stati loro, ma non cambia niente: i veri colpevoli sono sempre romeni".
Attenzione perchè come ha detto qualcuno :"L'esperienza insegna che pratiche riservate inizialmente agli stranieri vengono poi estese a tutti".
Parafrasando Martin Niemöller pastore antinazista, potremmo scrivere :
"Prima di tutto vennero a prendere gli zingari - e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi un giorno vennero a prendere me, e non c'era rimasto nessuno a protestare".