Oggi Danilo Narduzzi torna alla carica e annuncia che chiederà, con una mozione, personale amministrativo nei pronto soccorso per denunciare gli immigrati clandestini che vanno a farsi curare. L’annuncio ricorda l’emendamento del Carroccio, abrogato, per l’abolizione del principio di non segnalazione alle autorità degli immigrati irregolari che si rivolgono al Servizio sanitario nazionale.
"Se i medici non possono segnalare non vedo perché i clandestini debbano continuare a raggirare leggi di Stato, spadroneggiando sul territorio ". Narduzzi precisa che, se viene accolta la mozione leghista," gli immigrati irregolari continueranno ad essere curati negli ospedali della nostra Regione, ma il personale amministrativo a cui non verranno consegnati documenti d’identità e tessera sanitaria, dopo aver inviato il paziente dal medico, provvederà a segnalare la ‘mancanza’ alle autorità competenti".
In Friuli Venezia Giulia prosegue la crociata della Lega per la chiusura degli ambulatori destinati ai migranti irregolari e contro il loro accesso alle cure sanitarie. E la tragica vicenda di Rachel Odiase, morta per una tessera sanitaria scaduta, non ha cambiato di una virgola la posizione dei leghisti. Tratto da :http://clandestino.carta.org/
Girodivite pubblica questo scritto di Adriano Todaro
Rachel Odiase ha 13 mesi. Nigeriana, vive con la famiglia a Carugate, lembo a pochi chilometri da Monza e una ventina da Milano, famosa perché è in una zona di grandi centri commerciali, fra cui l’Ikea dove la domenica migliaia di macchine si riversano in questo “Carosello” consumistico intasando e inquinando tutta la zona. Ma tutto questo alla famiglia di Rachel non interessava di certo. Il 3 marzo scorso, i genitori, di notte, chiamano il 118 perché la bambina ha violenti attacchi di vomito. L’ambulanza trasporta Rachel all’ospedale. Secondo le testimonianze, il medico di turno visita la bambina in 6 minuti e la dimette prescrivendole tre farmaci. Il referto parla di “Buone condizioni generali”. Talmente buone che poco tempo dopo muore.
Continuiamo però il nostro racconto perché questa vicenda è un po’ la cartina di tornasole di questo nostro burocratico Paese. La bambina è arrivata in ospedale alle 00,39 ed è uscita alle 00,45. Il padre, Tommy Odiasse, 40 anni, in Italia dal 1997, con la moglie Linda e un’altra figlia di due anni e mezzo, si mettono subito alla ricerca di una farmacia. Le medicine, però sono inutili. Alle 2 di notte la famiglia ritorna all’ospedale. Tommy Odiasse impreca, grida, vuole attenzione per sua figlia. La risposta è di una violenza inaudita: “La bambina ha la tessera sanitaria scaduta, non possiamo visitarla ancora o ricoverarla”.
E’ vero. La tessera sanitaria è scaduta. Tommy Odiasse è stato licenziato sei settimane prima e senza la presentazione dell’ultima busta paga non può rinnovare il permesso di soggiorno e quindi neppure la tessera sanitaria. Il padre di Rachel, esasperato, chiama i carabinieri i quali risolvono temporaneamente la questione. La bambina viene ricoverata in pediatria. Ormai sono le 3 di notte e nessun medico, secondo la testimonianza del padre, viene a visitarla sino alle 8 della mattina. La bambina ha attacchi di dissenteria. Il giorno passa così. La bambina si aggrava, le fanno flebo e monitorano il suo battito cardiaco attraverso un monitor. Poi il cuore della bambina si ferma.
Tutto sommato un piccolo episodio. Certo, una bambina è morta come, pochi giorni prima, era morto, a pochi chilometri da Carugate, a Melzo, un bambino albanese di un anno e mezzo rimandato a casa dal pronto soccorso. Ma in fondo sono stranieri e non possono certo rivendicare i nostri stessi diritti, non possono pretendere di essere curati negli ospedali cittadini, a nostre spese, se non hanno neppure la tessera sanitaria, se sono clandestini.
E’ il nuovo credo leghista che ha attecchito in profondità nella cultura del popolo del Nord, in quella zona che chiamano Padania, la zona dove in qualche asilo si lasciano senza mangiare alcuni bambini stranieri perché le famiglie non possono pagare la retta, la zona dell’efficienza, della laboriosità, del mito del “fare da sé”, dei “padroni a casa nostra”, del lavoro nero, delle tasse evase, dei fuoristrada, delle lampade abbronzanti.
E’ anche un po’ la cultura masochistica di coloro che si lamentano di come vanno le cose e danno il voto alla Lega o al Pdl. C’è un altro episodio che può far sorridere solo a prima vista, ma che forse spiega molto cose di questo popolo. A pochi chilometri da dove io abito, nella nuova provincia di Monza e Brianza, in una cittadina di 40 mila abitanti, lo scorso anno vince la Lega. Sindaco diventa una donna la quale comincia a tagliare tutto ciò che è possibile: meno il 12% all’Istruzione, meno l’11,77% ai Servizi alla persona, meno il 50,85% allo Sport, meno il 52,64% alle Politiche giovanili, e, naturalmente, meno il 55,85 per cento alla Cultura. I cittadini, ovviamente, si lamentano.
Poco dopo l’insediamento, la Giunta nomina un dirigente per i Servizi del Territorio: stipendio 70 mila euro l’anno. Nell’ufficio tecnico del comune lavorano 4 architetti e un ingegnere ma il sindaco decide per un esterno il quale è anche vicesindaco di un altro comune. Per quale partito? Naturalmente la Lega.
Il nuovo dirigente però non è solo vicesindaco, ma ha anche altre qualità. Ha partecipato e vinto, ai giochi Celtici, ben due discipline. Quali? Lancio del sasso e mangiata dell’anguria. Il 28 e 29 marzo si è votato per la Regione. La Lega, in quella città, è aumentata di 9 punti!
C’è chi muore perché è straniero e chi ha il doppio incarico. Si ciancia contro la pillola del giorno dopo, si tuona contro chi vuole affossare le famiglie, contro l’aborto, si scende in piazza per difenderla questa famiglia e poi si fanno morire i bambini già nati. Sepolcri imbiancati, cialtroni senza morale e senza dignità, ciarlatani che affollano gli schermi televisivi invece di affollare il Parlamento e fare il proprio dovere di eletti. Schifo e vergogna di abitare in questo Paese. Si muore perché respinti dagli ospedali e si muore perché si perde il lavoro. Ci si uccide perché non si possono più pagare i lavoratori e si fanno gli scudi fiscali. I lavoratori sono costretti a stare sulle gru o vanno nelle isole a fare l’isola dei cassintegrati.
Ma che Paese è mai diventato? A quale grado di aberrazione siamo giunti? Una volta i sindacalisti andavano nelle piazze e tuonavano contro i padroni. Prendevano tanti applausi. Oggi vanno al convegno della Confindustria e ricevono gli applausi, o meglio per essere moderni come hanno scritto i giornali, una standing-ovation, dagli industriali. Come mai? Perché hanno promesso loro di abolire lo Statuto dei lavoratori, di rendere ancora più flessibile il lavoro, di dare, in pratica, più margini di guadagno agli industriali. Il sindacalista fa un duetto con il ministro del Lavoro, un ex socialista il quale parla della necessità di liberare il lavoro dal conflitto.
Ecco la vera grande riforma. Mettere il sindacato conflittuale alle corde, avere ancora più mano libera sui contratti, far diventare i lavoratori ancora più marginali, ricattabili, disposti a tutto pur di lavorare. Ecco allora l’arbitrato, lo stravolgimento dell’articolo 18 dello Statuto a cui, purtroppo, tanti che si dicono di sinistra hanno ormai accettato. In realtà il progetto di stravolgimento dell’articolo 18 è stato rimandato alle Camere. Napolitano non ha firmato. Ma è un piccolo intoppo momentaneo tanto è vero che Sacconi ha fatto subito sapere che cambierà qualcosa. E, naturalmente, il presidente della Repubblica firmerà.
Anche qua grandi dibattiti, grandi cortine fumogene per occultare, sopire, anestetizzare gli italiani. Firmerà o non firmerà? Domanda che rimbalza per intere settimane. La risposta, salvo rari casi, è che firmerà. Ormai firma tutto. Il presidente della Repubblica è, o dovrebbe essere, il garante della Costituzione. Ma quando firma il cosiddetto legittimo impedimento garantisce i cittadini o un solo cittadino? Se siamo tutti uguali di fronte alla legge, perché mai uno deve essere più uguale degli altri? La realtà è che quella legge è un’altra porcata, con quella firma (e con le altre) Napolitano avalla di fatto, i trucchi da venditore di tappeti di Berlusconi che dovrebbe stare in galera e invece dirige un Paese. Napolitano auspica “riforme condivise” e dichiara di essere “sereno”. Beato lui.
Una serenità che non tocca milioni di famiglie che hanno avuto il loro reddito decurtato, nel quarto trimestre del 2009 del 2,8% rispetto allo stesso periodo del 2008. Il tasso d’investimento per i beni strumentali è diminuito dell’8,8%, i consumi dell’1,4%.
Sono sereni i grandi speculatori non la famiglia di Sergio Capitani il lavoratore di 34 anni morto alla centrale Enel di Civitavecchia. Sono sereni coloro che non pagano le tasse e portano i soldi all’estero, i mafiosi in guanti bianchi, la nomenclatura politica, coloro che stanno affondando definitivamente questo Paese. E sono sereni anche i “trombati” alle ultime regionali: prenderanno 455.000 euro. Non le famiglie dei due operai precipitati da una gru a Peschiera Borromeo (MI).
No, in tanti non sono sereni. Eppure in tanti votano Lega o Pdl e credono che l’Italia stia meglio di altri Paesi. E come mai, allora, ci sarà una manovra (“correttiva”, per carità!) di 4-5 miliardi di euro? Molti credono al TG1 quando afferma che Berlusconi è stato “assolto” e non “prescritto”, molti si beano ancora delle idiozie televisive e non si accorgono che ci stanno scippando l’acqua e imponendo le centrali nucleari.
E a sinistra? Litigano su presidenzialismo o semipresidenzialismo. Se deve essere alla francese o in salsa piccante. Veltroni ritorna (non dall’Africa!) e si dice d’accordo con Maroni mentre ancora più a sinistra, la Federazione della sinistra vedrà la nascita a Natale, ma nel frattempo fra Rifondazione e Comunisti italiani si litiga sull’assessore che dovrà entrare in Regione Liguria.
Se continua così, Berlusconi andrà al Quirinale, la sinistra sarà sempre meno presente nel Paese, i lavoratori e gli stranieri continueranno a morire. Ma Napolitano, il migliorista, è sereno.
Basta così. Di brutture ne ho detto anche troppe. Un’ultima cosa però voglio dirvela. Nel sito del comune di Carugate, il paesotto dove vive la famiglia nigeriana di Tommy Odiasse, c’è un dizionario carugatese-italiano. Una “simpatica” idea come loro stessi scrivono. Come in tutti i dizionari, ad una determina voce risponde la conseguente traduzione. Tommy voleva tradurre in carugatese-lombardo la parola assassini. Non l’ha trovata.
5 commenti:
stamattina andrò a spedire la lettera con la quale mi sbattezzo, alle prossime amministrative ( in Sardegna sono a Maggio) riconsegnerò la mia tessera elettorale, mi sa che tra un po' chiederò asilo politico e cittadinanza in qualche altro stato.... io non me la sento veramente più di essere italiana...
@calendula: Anch'io mi vergogno di essere italiana ma, non abbandonerò mai la mia terra. Voglio combattere fino all'ultimo giorno della mia vita, così ho sempre fatto.
Come suggeriva Tina, in un commento, a tutti quelli che si lamentano di questo stato di cose :
"Tu ti lamenti ma che ti lamenti, pigghia nu bastoni e tira fora li renti".
Baci
Tratto da Malarazza ( canto popolare siciliano).
Tu che studi musica, eccoti testo e accordi
link giusto
x Calendula
la prima volta che ho sentito questo termine è stato da mia nipote.."sbattezzo" un anno fa.... ed è decisa a farlo!!
La tessera elettorale io l'ho riconsegnata e ad un paese estero voglio venire anch'io...Non è che siamo parenti e non lo sappiamo???
x Rosa
Tesoro mio il tuo post è tutto sconvolgente.... Io mi chiedo: Ma perchè siamo diventati così Feroci??? Siamo Bestie....!!!!
Questo è gravissimo!!!
Io lo vado urlando da anni ...è un partito di governo!!! Ma ci rendiamo conto??? Ed ora anche rafforzato.....
Questi legiferano ...oltre a fare questo genere di porcherie violando la Legge!! (e fanno morire le persone...)
Un abbraccio a tutte e due!
Ornella
@Tua madre Ornella:
Si, è un partito di governo perchè c'è gente che l'ha votato, distratti da parole d’ordine come sicurezza e legalità, scordandosi la parola umanità.
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