Il 25 aprile cade quest’anno in un momento di crisi politica e sociale senza precedenti.
E’ sotto gli occhi di tutti il totale vuoto da parte del governo degli interventi che si renderebbero necessari per affrontare la gravissima situazione economico sociale in atto.
Situazione che colpisce sempre di più l’occupazione, le condizioni di vita delle famiglie e le prospettive dei giovani.
Un vuoto che la maggioranza al potere vorrebbe colmare mediante una falsa rappresentazione mediatica della realtà.
Questa destra berlusconiana è dedita essenzialmente a trasformare il nostro sistema politico da quello parlamentare, conforme ai principi e alle regole disegnate dalla Costituzione, ad un sistema autoritario e personale non più soggetto alle forme e ai limiti previsti dalle Istituzioni di garanzia.
Ciò avviene attraverso una serie di iniziative della maggioranza di governo, e in particolare dell’attuale premier, che sta creando nel nostro Paese una drammatica contrapposizione tendente a realizzare, e in parte ha già realizzato, un vero e proprio mutamento di regime.
Il momento è grave, ed è in relazione ad esso che l’ANPI lancia un appello affinché questo 25 aprile, festa della Liberazione d’Italia dai totalitarismi fascista e nazista, divenga un grande momento di mobilitazione civile e unitaria, di presa di coscienza da parte di tutti gli italiani per la difesa e l’affermazione dei principi e dei valori della Costituzione.
Tutto questo nella memoria del significato profondo che ha avuto nella storia d’Italia la lotta di Liberazione nazionale per la fondazione repubblicana e costituzionale che è stata, e deve continuare ad essere la bussola per il presente e il futuro della nostra democrazia.
"Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì o giovani, col pensiero, perché li è nata la nostra Costituzione" Piero Calamandrei
4 commenti:
Ottimo post Rosa, per chi vuole intendere...
Ora e sempre resistenza.
Mai abbassare la guardia, mai.
La Resistenza che cos’è
"Non rompere le scatole al tuo padrone. Non parlare di mafia. Non chiedere i soldi che ti spettano. Non dire mai "i miei diritti". Perché tu di diritti non ne hai. Tu non conti niente. Tu non sei nessuno".
24 aprile 2010, di Redazione
Te lo dicono ogni giorno e se non bastano le parole te lo dicono a legnate. A Catania Costanzo ha fatto sempre quello che ha voluto. Come i democristiani e i socialisti sotto Craxi. Come i gerarchi fascisti sotto il fascismo. Quando cambia il vento, cambiano il colore della camicia (viva il duce, viva Andreotti, viva Craxi, viva Berlusconi) ma restano sempre al potere.
Resistenza vuol dire che per almeno una volta nella storia non è andata così. Che almeno per una volta nella storia tu ti sei incazzato e hai detto "Adesso basta. Voglio contare anch’io". Questo è successo un venticinque aprile di molti anni fa. I padroni e i gerarchi ne hanno ancora paura. Perché se è successo una volta può succedere ancora. Per questo dicono che sono cose vecchie e superate, e non bisogna pensarci più. Ma noi invece ce lo ricordiamo.
Molte persone come noi e come te hanno combattuto perché gli operai non venissero bastonati per la strada, perché i mafiosi come Costanzo fossero inseguiti e non protetti dalla polizia, perché i ladri andassero in galera e non tornassero invece a governare sotto un’altra bandiera. E’ grazie a loro che siamo un popolo, nonostante tutto, e non un gregge. Un popolo può sbagliare una volta, può lasciarsi imbrogliare. Ma alla lunga, prima o poi, ragiona.
Viva la Resistenza contro i fascisti e i mafiosi Viva il Venticinque Aprile
I Siciliani
aprile 1994
Fonte: (http://www.ucuntu.org/La-Resistenza-che-cos-e.html)
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