Da quando sono maggiorenne ho continuato a vivere nell'anonimato e non avevo ritenuto opportuno fare dichiarazioni pubbliche, affidando il mio impegno e la mia scelta ad un gesto: essere tra i soci fondatori di una associazione dedicata a mia zia e lavorare dietro le quinte, anche perché sono una ragazza dalle poche parole e ho preferito finora stare nell'anonimato per poter vivere una vita tranquilla e "normale", sempre fino a quando è possibile. Oggi, mio malgrado, sono costretta ad affidare all'Associazione Antimafie "Rita Atria" (anche perché non lo posso fare direttamente vivendo in località segreta) un comunicato per esprimere in maniera netta e determinata la mia posizione sul film di Marco Amenta dal titolo "La siciliana ribelle", stanca di leggere sui giornali e sui siti web che "è rimasto toccato dalla vicenda", stanca di veder speculare sulla memoria di mia zia, una ragazzina-donna che ha avuto il coraggio di credere nei propri princìpi e di fare determinate scelte, a discapito di se stessa, perché credeva che ci potesse essere un mondo migliore al di fuori del "suo", un mondo onesto, ma a quanto pare si sbagliava. Al signor Amenta vorrei dire che se proprio ci tiene a mia zia allora perché da 12 anni non restituisce materiale privato che in buona fede gli era stato affidato per la produzione di quel film documentario ("Diario di una siciliana ribelle") che per noi alla fine ha rappresentato l'ennesima prova del fatto che nella vita interessano solo le vittime morte, persone che hanno servito lo stato e che ora finiscono nel dimenticatoio o, nelle migliori delle ipotesi, vengono ricordate solo per scopi che poco hanno a che fare con il fare memoria in modo disinteressato.
Nonostante il signor Amenta in presenza di testimoni avesse garantito che "Diario di una siciliana ribelle" sarebbe stato distribuito esclusivamente all'estero e nonostante avesse messo per iscritto che nel materiale filmato contenente immagini private dei miei familiari avrebbe alterato i visi e, inoltre, avrebbe reso irriconoscibile la voce e l'immagine di mia madre nell'intervista girata per il film documentario, non ha messo in atto quanto dichiarato sulla distribuzione esclusivamente estera, e non ha sufficientemente alterato visi e voci come sottoscritto.
Così facendo ha invece messo in serio pericolo me e mia madre.
Non mi interessa sapere se la storia di mia zia abbia toccato il signor Amenta, ma l'amore per una storia, per un impegno civile e morale, si dimostra con i fatti e non con la ricerca del successo, della gloria, degli applausi o della fama.
Non credo che tutto questo serva a ricordare mia zia (e soprattutto una trama che è molto lontana dall'essere la sua storia), ma serva solo per scopi economici e io questo non lo ritengo opportuno.
Spero che il signor Marco Amenta comprenda e accetti questa mia decisione, che viene dettata dal mio cuore e dal profondo amore e rispetto che nutro nei confronti della mia cara zia e della sua scelta.
Appunto, una scelta di resistenza.
Vita Maria Atria
Marco Amenta è riuscito, con i suoi potenti mezzi, a far bloccare in tempi da record su You Tube l'intervista a Piera Aiello e a Luigi Ciotti in cui raccontavano di certo cose scomode.
Ma Marco Amenta non potrà di certo fermare la verità.
L'Intervista a Piera Aiello e a Luigi Ciotti censurata da You Tube per volontà di Marco Amenta è stata spostata sul canale telejato web TV. Clicca qui.
L'Associazione Antimafie "Rita Atria" afferma:
Tutta questa macchina pubblicitaria sulla memoria di Rita Atria ci fa orrore
Stiamo assistendo ad uno dei capitoli più tristi della cinematografia italiana.
Stiamo assistendo anche ad una cosa sconcertante: le grandi testate ignorano il comunicato di Vita Maria Atria e sponsorizzano il film di Amenta.
Le grandi testate fino ad oggi hanno ignorato la presa di posizione di Luigi Ciotti e di Piera Aiello e continuano a pompare un film senza chiedersi come mai non sono stati usati i nomi veri.
A tutti coloro che hanno ancora un minimo di dignità chiediamo coerenza perché Rita Atria non merita l'ennesimo tradimento sociale.
Ovviamente la nipote Vita Maria sta prendendo provvedimenti legali.
FONTE: Associazione Antimafie "Rita Atria"
6 commenti:
E' uno schifo tutto questo! E' uno schifo che gente senza scrupoli che pensa solo ai propri affari, sfrutti il nome e le storie di altre persone per fare soldi, a discapito della Verità e con assoluta noncuranza del pericolo cui possono andare incontro le parti coinvolte nella vicenda. Che schifosi!
Scioccante. No comment.
Che storia, cara Rosa ti ringrazio ancor auna volta per avermi portato a conoscenza di questa storia. Ora vado a vedere l'intervista.
Questo regista non vorrei che avesse qualche oscuro interesse per aver fatto ciò. Ormai dobbiamo abituarci a non fidarci di nessuno. Pare che l'italia ha anche il triste primato di avere doppiogiochisti dappertutto!
Io ho visto il documentario di 13 anni fa e il viso e la voce mi sembravano molto alterati...cioè io non saprei riconoscere una persona così! E il film che non c'entra nulla col documentario è bellissimo.
La figura di Piera Aiello non c'è e quella Ispirata a Rita Atria è trattata con grande intelligenza e tatto.
@Anonimo: Di solito non rispondo a chi non conosco o meglio a chi si firma Anonimo perchè,l'anonimo è colui che non ha il coraggio delle proprie azioni e non è per niente trasparente
Quando si è sicuri di dire la verità non ci si nasconde come hai fatto tu ma, a volto scoperto si grida la verità in modo che tutti possano sentire (come ha fatto l'associazione "Rita Atria" insieme ad altre associazioni antimafia,sin dalla messa in onda televisiva del film di Marco Amenta, per sostenere il contrario di quanto tu asserisci).
Fra l'altro sono sicurissima che tu non conosci personalmente le persone che il regista, a tuo avviso, è stato tanto accorto da rendere irriconoscibili.
Scusami,ma credo solo a quelle persone che lottano a viso aperto, in prima persona, contro ogni Mafia.
Per esempio:
QUESTE
@Silvia:Il coraggio di rischiare la propria vita a beneficio della società civile, rischia di essere vanificata da soggetti senza scrupoli
@Daniele: Per commentare simili "leggerezze" ci vorrebbero centinaie di pagine e fegato d'acciaio
@l'incarcerato:Non sei l'unico a sospettare che il regista in questione abbia ben altri interessi, altrimenti non avrebbe censurato il video intervista a don Ciotti e Vita Maria Atria,non ti pare? Quel video è la chiara testimonianza della sua scorrettezza!
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