Nei quartieri dove il sole del buon Dio non dà i suoi raggi
ha già troppi impegni per scaldar la gente d'altri paraggi,
una bimba canta la canzone antica della donnaccia
quello che ancor non sai tu lo imparerai solo qui tra le mie braccia.
E se alla sua età le difetterà la competenza
presto affinerà le capacità con l'esperienza
dove sono andati i tempi di una volta per Giunone
quando ci voleva per fare il mestiere anche un po' di vocazione.
Una gamba qua, una gamba là, gonfi di vino
quattro pensionati mezzo avvelenati al tavolino
li troverai là, col tempo che fa, estate e inverno
a stratracannare a stramaledire le donne, il tempo ed il governo.
Loro cercan là, la felicità dentro a un bicchiere
per dimenticare d'esser stati presi per il sedere
ci sarà allegria anche in agonia col vino forte
porteran sul viso l'ombra di un sorriso tra le braccia della morte.
Vecchio professore cosa vai cercando in quel portone
forse quella che sola ti può dare una lezione
quella che di giorno chiami con disprezzo pubblica moglie
quella che di notte stabilisce il prezzo alle tue voglie.
Tu la cercherai, tu la invocherai più di una notte
ti alzerai disfatto rimandando tutto al ventisette
quando incasserai delapiderai mezza pensione
diecimila lire per sentirti dire "micio bello e bamboccione".
Se ti inoltrerai lungo le calate dei vecchi moli
In quell'aria spessa carica di sale, gonfia di odori
lì ci troverai i ladri gli assassini e il tipo strano
quello che ha venduto per tremila lire sua madre a un nano.
Se tu penserai, se giudicherai
da buon borghese
li condannerai a cinquemila anni più le spese
ma se capirai, se li cercherai fino in fondo
se non sono gigli son pur sempre figli
vittime di questo mondo.
La città vecchia (1965)
La canzone fu anche censurata all'epoca, i versi "... quella che di giorno chiami con disprezzo specie di troia / quella che di notte stabilisce il prezzo della tua gioia" furono sostituiti con "quella che di giorno chiami con disprezzo pubblica moglie / quella che di notte stabilisce il prezzo alle tue voglie". La versione fu incisa, ma a causa della censura ritirata dalla Karim.
La Città Vecchia di De Andrè è la voce di chi non ha voce, l'affresco,
mai banale di una verità pulsante, nelle parole di un grande osservatore.
Parole che non ho mai trovato.
Eppure queste si adagiano quanto mai a ciò che sento ogni giorno,
mentre guardo la vita, oltre la mia finestra.
Un recinto entro cui sono state relegate le parti più vive
dell'essenza umana, uomini dalle esistenze scomode ma vere.
Terribilmente vere.
7 commenti:
Bel post, evidenzia una volta di più
il Poeta Faber
Bisou
Rosa, quello che hai scritto per ricordare Faber è veramente bello.
Dar voce a chi non ce l'ha è belissimo, perchè è tutta poesia...
Le canzoni di Fabrizio sono vere poesie.
La mia preferita è :Don Raffaè
Un uomo.Una storia.La poesia nella sua massima espressione.
Un sorriso.Antonia.
Fabrizio è stato un grande,lo è amcora adesso...
E' punto di riferimento per tanti giovani.
Grazie del commovente commento da me.
Un abbraccio.
Io sto imparando a conoscerlo soltanto adesso e ogni sua canzone che scopro è una rivelazione!
:-)
PS: grazie dell'articolo che mi hai segnalato...
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