Ascoltate Josè Saramago intervistato da Serena Dandini

giovedì 20 agosto 2009

75 morti a Lampedusa : "Nessuno ci ha soccorso"

Il gommone con cinque eritrei a bordo, soccorso questa mattina a largo di Lampedusa da una motovedetta della Guardia di Finanza, è stato segnalato solo all'alba di oggi dalle autorità maltesi a quelle italiane impegnate nella missione Frontex, il pattugliamento congiunto del Mediterraneo. L'allarme è stato raccolto dalla centrale operativa di Messina del Gam, il Gruppo aeronavale della Guardia di Finanza, che ha subito allertato le motovedette di stanza a Lampedusa. L'imbarcazione è stata segnalata da Malta quando si trovava a circa 19 miglia dall'isola, al confine con le acque di competenza italiana per quanto riguarda le operazioni Sar (ricerca e soccorso in mare ndr). Le motovedette hanno poi intercettato il gommone a circa 12 miglia a Sud di Lampedusa, al limite delle acque territoriali. Le autorità della Valletta non hanno invece specificato da quanto tempo il gommone, alla deriva da diversi giorni per mancanza di carburante, venisse «monitorato». I cinque eritrei hanno riferito che nel corso della traversata, durata oltre venti giorni, 75 compagni di viaggio sarebbero morti di stenti.(ANSA).


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RAGUSA - Lo scorso 14 agosto abbiamo ricevuto una email da Malta in cui ci chiedevano se sapevamo niente di un gommone con 80-85 eritrei a bordo, tra cui 25 donne, che avrebbe dovuto lasciare le coste libiche intorno al 29 luglio. Da vari Paesi d'Europa i familiari dei passeggeri chiedevano notizie sulla loro sorte, inquieti. Abbiamo risposto di no, che non c'era stato nessuno sbarco di quelle dimensioni e che probabilmente erano stati respinti anche se non ci risultava una notizia di un simile respingimento. Escludevamo infatti che dopo 15 giorni l'imbarcazione potesse essere ancora alla deriva. Non è possibile passare inosservati con tutto il traffico di pescherecci e mezzi di pattugliamento che c'è nel Canale di Sicilia con il mare buono. Abbiamo sbagliato. Quel gommone era ancora alla deriva, e gli unici cinque superstiti sono stati soccorsi questa mattina a poche miglia da Lampedusa, dopo 23 giorni in mare. La traversata è costata la vita a 75 persone. I loro corpi sono stati abbandonati in mare dai superstiti, quattro sono stati ripescati in queste ore al largo di Malta. Abbiamo sbagliato a credere che fosse impossibile che i pescatori non dessero l'allarme. Abbiamo sbagliato a pensare che mai le autorità maltesi e le navi di Frontex avrebbero aspettato l'ultimo momento per segnalare alle motovedette italiane la presenza di un mezzo alla deriva.

I cinque superstiti, tra cui una donna e due minorenni, hanno raccontato in lacrime di avere incrociato dieci pescherecci nelle tre settimane trascorse in mare. Gli amici, i parenti, le mogli, i fratelli morivano uno dopo l'altro. Ogni giorno. Ma i pescherecci non si fermavano. Né si vedevano navi militari all'orizzonte. Di pescherecci se ne è fermato solo uno. Cinque giorni fa. Ha dato loro qualche bottiglia d'acqua e se ne è andato. Perché non ha chiamato i soccorsi? E se lo ha fatto perché i soccorsi non sono arrivati? Cercheremo di capirci qualcosa nei prossimi giorni, intanto ecco un po' di rassegna stampa su questa tragedia che, lo ripetiamo in modo chiaro, si poteva e si doveva evitare. (di )



Com'è possibile che queste persone abbiano vagato nel Mediterraneo per oltre venti giorni senza che nessuna si sia accorto di loro?
Eppure i cinque superstiti, tra cui una donna e due minorenni, hanno raccontato in lacrime di avere incrociato dieci pescherecci nelle tre settimane trascorse in mare.

Ma nessuno di questi si è fermato

E' terribile !
La traversata è costata la vita a 75 persone. I loro corpi sono stati abbandonati in mare dai superstiti.
Perchè nessuno li ha soccorsi?
Paura?
Ma di chi, di che cosa?
Ecco cosa siamo diventati: MOSTRI

Laura Boldrini, portavoce in Italia dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati ha dichiarato: "E' allarmante che per oltre 20 giorni queste persone abbiano vagato nel Mediterraneo senza che nessuna imbarcazione le abbia soccorse. Un triste primato che preoccupa enormemente. Come se stesse prevalendo la paura di aiutare sul dovere di soccorrere chi è in difficoltà in mare. Come se fosse passato il messaggio che chi arriva via mare sia una sorta di 'vuoto a perdere'".



Sogno in due tempi

di Gaber - Luporini (E pensare che c'era il pensiero - 1994)

MONOLOGO


Non si capisce perché quasi sempre i sogni, proprio nel momento in cui, come specchi fedeli dell'anima, stanno per svelare al soggetto i suoi intendimenti nascosti, si interrompono.
Ero lì, in una specie di zattera... un naufragio, chi lo sa... Insomma, sono lì su un relitto di un metro per un metro e mezzo circa, e, stranamente tranquillo in mezzo all'oceano, galleggio.
Cosa vorrà dire... Va be', vedremo poi. A dir la verità avevo già sognato di essere su una zattera con una dozzina di donne stupende... nude. Ma lì il significato mi sembra chiaro.
Ora sono qui da solo, ho il mio giusto spazio vitale, mi sono organizzato bene, il pesce non manca, ho una discreta riserva d'acqua, i servizi è come averli in camera... ho anche un robusto bastone che mi serve da remo.
Non è un sogno angoscioso, ma cosa vorrà dire? Fuga, ritiro, solitudine, probabilmente desiderio di sfuggire la vita esterna che ci preme da ogni parte. Si diventa filosofi, nei sogni.
Oddio, oddio cosa vedo? Fine della filosofia. No, non può essere una testa. Forse una boa. Non so per cosa fare il tifo. La boa fa meno compagnia, ma è più rassicurante.
No, no... si muove, si muove. Mi sembra di vedere gli spruzzi. Non è possibile che sia un pesce. È qualcosa che annaspa, sprofonda, riappare, lotta disperatamente con le onde.
(con enfasi decrescente) È un uomo, è un uomo, è un uomo, è un uomo, è un uomo!
E ora che faccio. La zattera è un monoposto, ne sono sicuro. Per il pesce non ci sarebbe problema, ma la zattera in due non credo che tenga.
(al naufrago) "Non tiene!"
Macché, non mi sente. Sarà a cento metri. Che faccio? Ma come 'che faccio'... Sono sempre stato per la fratellanza, per l'accoglienza, l'ospitalità. Ho lottato tutta la vita per questi principi. Sì, ma non mi ero mai trovato... Ma quali principi? Questa è la fine. Qui in due non la scampiamo. E lui avanza verso di me, fende le onde. Sarà a settanta metri, cinquanta, trenta... Madonna, come fende!
Quasi quasi gli preparo un dentice. E se non gli piace il pesce? Se gli piace solo la carne?... umana. E no, calma, io devo pensare a me, alla mia sopravvivenza: mors tua vita mea. Oddio... non dovrò mica ucciderlo?
Ma che dico, sto delirando! Lo devo salvare. Poi in qualche modo ci arrangeremo, fraternamente, ci sentiremo vicini. Per forza, non c'è spazio... stretti, uniti, corpo a corpo...
Guarda come nuota... è una bestia! Ma io lo denuncio! Ormai sarà dieci metri. Mi fa dei gesti, mi saluta... mi sorride, lo schifoso. Ma no, poveretto, cosa dico, per lui sono la salvezza, la vita, eh!
Che faccio? Che faccio? Potrei prendere il bastone, potrei allungarglielo per aiutarlo a salire... Potrei darglielo con violenza sulla testa. Siamo al gran finale del dramma. Il dubbio mi divora. L'interrogativo morale mi corrode. Devo decidere. L'uomo è a cinque metri, quattro, tre... prendo il bastone e...
E a questo punto mi sono svegliato. Maledizione! Non saprò mai se nel mio intimo prevale il senso umanitario dell'accoglienza o la grande paura della minaccia. Devo saperlo, devo saperlo, non posso restare in questo dubbio morale, devo sapere come finisce questo sogno!
Cerco di riaddormentarmi, mi concentro... voglio dire, mi abbandono. Qualche volta funziona.
Ecco, ecco... sì, ce lho fatta: l'acqua, l'oceano, le onde... giusto. Un uomo su una zattera... giusto. Un altro che nuota, arranca, annaspa disperato, sento il cuore che mi scoppia. Oddio... che succede? Sono io... sono io quello che nuota. No, io ero quell'altro, eh! Non è giusto, non è giusto! A me piaceva di più stare sulla zattera. Ma quale dubbio morale... Ho le idee chiarissime. Sono per l'accoglienza!
Un ultimo sforzo, la zattera è a cinque metri, quattro, tre... Alzo la testa verso il mio salvatore... Eccomi!
PUMMM! Dio, che botta!
A questo punto mi sono svegliato di nuovo. Mi basta così. Non voglio sapere altro. Spero solo che non sia un sogno ricorrente.
*Però una cosa l'ho capita. No, non che se uno chiede aiuto gli arriva una legnata sui denti, questo lo sapevo già. Ho capito quanto sia pieno di insidie il termine 'aiutare'. C'è così tanta falsa coscienza, se non addirittura esibizione nel volere atutti i costi aiutare gli altri che se, per caso, mi capitasse di fare del bene a qualcuno, mi sentirei più pulito se potessi dire: non l'ho fatto apposta. Forse solo così tra la parola 'aiutare' e la parola 'vivere' non ci sarebbe più nessuna differenza.*

lunedì 17 agosto 2009

Per Niki Aprile Gatti, rogatoria da San Marino all’Italia

Non si arrende di fronte alle difficoltà ed ai silenzi della magistratura italiana la madre di Niki Aprile Gatti , morto a 26 anni il 24 giugno nel carcere di Sollicciano a Firenze.
Con questa lettera, Ornella Gemini (madre di Niki) ha chiesto agli Ecc.mi Capitani Reggenti Massimo Cenci ed Oscar Mina giustizia per il figlio.
In particolare Ornella, chiede di essere aiutata per “non far archiviare il Giudizio che è aperto presso il Tribunale di Firenze e a far emergere tutto quello che è accaduto all’interno di quel carcere il 24 giugno e nei giorni successivi a San Marino.

Oggi si apprende che:

Il Tribunale Commissariale della Repubblica di San Marino ha inviato una rogatoria al Tribunale italiano di competenza in merito alla vicenda Niki Aprile Gatti, il ragazzo italiano, dipendente e socio di aziende sammarinesi, arrestato dalla Polizia italiana per sospetta truffa dell’899 e morto in circostanze non chiare nel carcere di Sollicciano.
Lo ha reso pubblico oggi in una conferenza stampa, in cui si è parlato fra l’altro delle rogatorie fra Italia e San Marino e viceversa, Augusto Casali, Segretario di Stato alla Giustizia, presenti Gabriele Gatti, Antonella Mularoni, Segretario di Stato per gli Affari Esteri, e Marco Arzilli, Segretario di Stato all’Industria. Invano la madre di Niki, Ornella Gemini, sta cercando con ogni mezzo di impedire l’archiviazione del caso.
La Signora Gemini a San Marino si era rivolta alla Reggenza e alla stessa Segreteria di Stato alla Giustizia.
Vedi il comunicato del Congresso di Stato sulla conferenza stampa.


  • Onorevole Presidente Giorgio Napolitano
  • Onorevole Angelino Alfano
  • Tribunale di Firenze

Perchè non rispondete???

Fonte: http://nikiaprilegatti.blogspot.com/

venerdì 7 agosto 2009

No al "mostro sullo Stretto”!

Ascoltate attentamente le parole di Mario Tozzi (geologo)



La costruzione del ponte sullo Stretto, al di là del portato di distruzione di un'area paesaggisticamente straordinaria e di importanza unica dal punto di vista naturalistico e della devastazione cui condurrebbe Messina e Villa San Giovanni a causa di immensi cantieri che interesserebbero queste città per molti anni, non ha alcuna logica dal punto di vista trasportistico ed economico.
Il ponte non serve ai siciliani!

Stanno andando avanti, stanno costruendo il loro “Ponte” fatto di colate di cemento, speculazione, disprezzo per la democrazia.

I cittadini che scenderanno in piazza l’8 agosto a Messina (concentramento l`8 agosto a Piazza Cairoli) non si opporranno semplicemente ad una singola opera, ma ad una concezione sbagliata, ad un modello perverso.
La manifestazione organizzata dalla “Rete No Ponte” è il frutto di un lungo percorso costruito negli anni che ora si arricchisce di una precisa richiesta, ri-orientare la spesa pubblica allontanandola da grandi opere inutili, dannose e non volute verso la riqualificazione del territorio, a cominciare dalla messa in sicurezza anti-sismica, ed infrastrutture di prossimità, come il traghettamento pubblico dello Stretto.

Il movimento Noponte ha sempre espresso la propria contrarietà al Ponte sullo Stretto non soltanto per motivazioni ambientali, economiche, trasportistiche, sociali ma anche sollevando gravi interrogativi su aspetti tecnici legati alla scarsa valutazione sull'alta sismicità dell'area, sulla tenuta delle saldature del Ponte, sui limiti tecnologici attuali per garantire una "luce" così lunga, ecc..
Quegli interrogativi sono oggi confermati ed addirittura aggravati non da un tecnico qualsiasi ma addirittura da quello che fu il presidente del comitato tecnico-scientifico per la verifica della fattibilità del Ponte ovvero il prof. Remo Calzona che dichiara apertamente in una intervista a "La Repubblica" di avere sbagliato le previsioni:
la soluzione del Ponte a campata unica è oggi assai più costosa e per nulla immune da crisi strutturali; il Ponte potrebbe collassare a causa della fatica dei materiali (il cosiddetto fletter,che provocò la caduta del ponte di Tacoma, sopra Los Angeles); è molto probabile che il Ponte subisca il fenomeno del galopping, ovvero una deformazione patita in Danimarca dal nastro d'asfalto del ponte sullo Storebelt, impedendo il passaggio di cose e persone, ovvero il motivo ufficiale per il quale si costruisce un Ponte!!!

Il 22 gennaio 2006 una grande manifestazione partecipata da decine di migliaia di persone (con la partecipazione di una folta delegazione di No Tav) invase le strade di Messina e determinò di fatto uno stop alla costruzione del ponte.
Il Governo Prodi, infatti, inserì l'opera tra quelle non prioritarie. Non cancellò, però, la Stretto di Messina Spa (società incaricata di gestire la costruzione del ponte), né rescisse il contratto firmato da Berlusconi con Impregilo poco prima della scadenza del suo mandato è risultato, così, agevole al nuovo Governo Berlusconi rilanciare l'operazione.

Più volte il governo ha minacciato “l’uso dell’esercito” contro quelle “minoranze” che oseranno opporsi all’avvio dei cantieri ( questo perchè viviamo in uno Stato mooolto democratico...)

Numerosi pullman arriveranno da Palermo, Ragusa, Siracusa, Catania, Reggio Calabria e Cosenza. Inoltre hanno aderito : Rifondazione comunista, Pdci, Plc, Bene Comune, Federazione anarchica siciliana, Unità comunista), sindacati (Rdb, Cub, Cobas, Orsanavigazione), centri sociali (Cartella, Zetalab, ExKarcere, Ask, Auro), reti territoriali (Coordinamento catanese No G8, Cordinamento ibleo per la difesa dalle nocività), comitati cittadini (Giovani e Messina, Energia messinese), un’infinità di piccole e grandi realtà


Lo abbiamo fermato una volta, possiamo rifarlo!



Manifestazione 8 Agosto 2009
Ore 18.00 Piazza Cairoli - MESSINA
Contro il Ponte e per la tutela dei territori


Per saperne di più, acquista il libro : Ponte sullo Stretto e mucche da mungere di Luigi Sturniolo, on line: quì

FONTE: www.retenoponte.it
www.terrelibere.org