Ascoltate Josè Saramago intervistato da Serena Dandini

venerdì 30 maggio 2008

SIAMO RAZZISTI, MA...NON SI PUO' DIRE


Lacune legislative, espressioni discriminatorie, attacchi xenofobi, norme sulla "sicurezza" che potranno avere un impatto negativo sulla vita di migranti e richiedenti asilo: è l'Italia del 2008 secondo Amnesty.
Rapporto Annuale 2008: diritti umani in Italia

Diversi esponenti politici locali e nazionali hanno usato un linguaggio discriminatorio nei confronti dei rom e dei migranti, e per metterci al riparo dal pericolo del diverso, dagli stranieri irregolari, ecco varato il Pacchetto Sicurezza.
Se ci avete fatto caso, le responsabilità del singolo si ripercuotono indifferentemente su tutti i migranti.
Basta leggere alcune dichiarazioni e ci accorgiamo di quanto razzismo c'è in giro.

Il segretario del Partito Democratico e allora sindaco di Roma Walter Veltroni:
"prima dell'ingresso della Romania nell'Unione europea, Roma era la metropoli più sicura del mondo", e ancora: "Se si sta in Europa bisogna starci a certe regole: la prima non può essere quella di aprire i boccaporti e mandare migliaia di persone da un Paese europeo all'altro".
Il prefetto di Roma Carlo Mosca:
"Firmerò subito i primi decreti di espulsione. La linea dura è necessaria perché di fronte a delle bestie non si può che rispondere con la massima severità".
Un consigliere comunale del Comune di Treviso, lo scorso anno invocava "metodi da SS per gli immigrati che recano disturbo".
Un deputato della Lega Nord : "Storicamente contro le invasioni ogni Stato ha sempre utilizzato il proprio esercito per difendersi. Oggi la storia si ripete: siamo sotto un diverso tipo di invasione, attuata con metodi diversi, ma per gli stessi motivi, ovvero soggiogarci a leggi altrui o depredare i nostri beni".
Nel corso del 2007 e sino al maggio 2008 si sono verificati attacchi violenti ad accampamenti rom in diverse città, tra cui Appignano - Ascoli Piceno (aprile 2007), Roma (settembre 2007), Torino (ottobre 2007) e Ponticelli - Napoli (maggio 2008), dove a contribuire c'è stata pure la mano della camorra. Sono state anche segnalate dagli organi di informazione diverse aggressioni ai danni di immigrati romeni e di altre nazionalità, tra cui i recentissimi episodi che hanno colpito a Roma, nel quartiere Pigneto, cittadini del Bangladesh.
I rom e gli immigrati sono individui di cui avere paura, dai quali difendersi, anche a costo di calpestare i più elementari diritti della persona umana
Questo è il risultato dell'insegnamento che diamo ai più piccoli, con le nostre parole e i nostri gesti pieni di odio rivolti a chi è diverso da noi :

Temi e disegni con tesi anti-rom sono stati elaborati da alunni della scuola media dell’Istituto don Bosco di Napoli.

I testi riportati da alcuni quotidiani recitano “Hanno esagerato e abbiamo dovuto bruciare i loro accampamenti”, “La gente fa bene a brucare i campi rom perché abbiamo già troppi problemi e ci bastano”, “Non siamo razzisti, è che loro si sono presi troppo la mano e quindi noi abbiamo dovuto incendiare i loro campi”.
Per favore, usciamo da questo incubo, non crediamo alla stampa che manipola i fatti, inventando un mondo inesistente, né tantomeno ai politici ( che attualmento sono al governo) i quali proprio su questi temi, hanno fatto la loro fortuna.

C'è gente onesta e disonesta ovunque, non facciamo di tutta l'erba un fascio.

«Ormai in Italia sembra che alla radice di tutti i problemi ci siano soltanto i Rom; è più che legittimo volere punire chi delinque, ma diventa penoso lo spettacolo di chi apre la caccia ai ladri stranieri e mantiene a governare i ladri di casa nostra. Evidentemente anche questo rientra nel programma di voler salvaguardare i prodotti nazionali!» (Dario Natura)
La Vignetta è di MAURO BIANI

mercoledì 28 maggio 2008

LA PATRONA DEGLI SQUADRISTI ?

Gli episodi di intolleranza e aggressivita' dilagano.

“Quando una parte della destra radicale viene sdoganata politicamente molti si sentono autorizzati e compiono gesti che probabilmente prima non avrebbero fatto”.
Lo afferma ad Articolo21, il giornalista Claudio Lazzaro, regista di NAZIROCK, boicottato al cinema e nascosto nelle librerie.

Non e' stato possibile diffonderlo al cinema per le diffide arrivate da Forza Nuova, il film conterrebbe "immagini, affermazioni, frasi, scene, ricostruzioni, gravemente diffamatorie del movimento".
Il film ha avuto anche una distribuzione in libreria, pare però che perfino le librerie hanno paura di esibire Nazirock e lo nascondono.

Vi hanno impedito di vederlo al cinema? Non lo trovate in libreria ?

Niente paura potete acquistare DVD+libro on line
Quì, potete vedere alcune sequenze del film Nazirock.

Su eBay.it, l'11-Mag-08 è stata pubblicata questa inserzione :
CROMOLITOGRAFIA FUSTELLATA ITALIANA
RISALENTE AGLI ANNI '20
Raffigura la Madonna del Soccorso, detta anche Madonna del "manganello", per lo strumento che tiene nella mano destra.
Proveniente dalla mia collezione privata.
CONDIZIONI PERFETTE
Formato cm 5,8 x 10,7...

Non sapevo che esistesse la Madonna del Manganello, pensavo che fosse una trovata pubblicitaria o uno scherzo da "preti" , visto l'aria che tira.

Invece scopro che è tutto vero.

La Madonna del manganello è una rappresentazione iconografica della figura cristiana della Madonna, diffusa a Vibo Valentia durante il ventennio fascista e caduta in disuso con la deposizione del regime.
Pur non avendo mai avuto un riconoscimento ecclesiastico ufficiale, la Madonna del manganello rientrò in un insieme di rappresentazioni diffuse, principalmente in forma di statue e santini, negli anni trenta del XX secolo nell'ottica dello spirito clerico-fascista voluto dalla Chiesa e dal regime stesso. Nell'ambito di questa corrente, si arrivò ad alcune aberrazioni quali san Francesco proclamato "precursore del Duce" nel 1926, o l'icona di santa Chiara in trionfo sui fasci littori.
La statua della Madonna del Manganello fu realizzata dallo scultore leccese Giuseppe Malecore come arredo sacro per una chiesa non parrocchiale di Monteleone, attuale Vibo Valentia.
La statua rappresentava una Madonna con bambino, nella tipica iconografia della Madonna del Soccorso che mentre nella mano sinistra sorreggeva il figlio Gesù, con la destra sollevava un manganello nodoso. Ai piedi della donna si trovava un secondo bambino in piedi. La stauta era realizzata in cartapesta colorata, e da questa rappresentazione furono in seguito realizzati con metodo fotografico alcune serie di santini.
L'immagine fu ripresa dagli organi del partito, che la elessero dapprima a "patrona degli squadristi", poi a "protettrice dei fascisti".
Asvero Gravelli, giornalista del regime, fascista intransigente e direttore della rivista Antieuropa, compose anche uno stornello come preghiera per il retro dell'immagine, che citava

« O tu santo Manganello

tu patrono saggio e austero,

più che bomba e che coltello

co i nemici sei severo.

O tu santo Manganello

Di nodosa quercia figlio

ver miracolo opri ognor,

se nell'ora del periglio

batti i vivi e gli impostor.

Manganello, Manganello,

che rischiari ogni cervello,

sempre tu sarai sol quello

che il fascista adorerà. »

La statua scomparve da Monteleone, e fu presumibilmente distrutta, alla fine della seconda guerra mondiale, con essa svanì la sua venerazione. ( TRATTO DA WIKIPEDIA )
NON PENSAVO CHE SI POTESSE ARRIVARE A TANTO, UNA MADONNA PROTETTRICE DEI VIOLENTI. BHO!

martedì 27 maggio 2008

SALVIAMO LA VITA A SAEED JAZEE



L'Unione europea è profondamente preoccupata, per la notizia dell'imminente esecuzione di Saeed Jazee, condannato a morte per un crimine commesso quando era minorenne, e per altri 95 minorenni che attualmente si trovano nel braccio della morte.

L'Unione europea esorta la Repubblica islamica (Iran) a rispettare il Patto internazionale sui diritti civili e politici e la Convenzione sui diritti del fanciullo, che vieta l'esecuzione di minori o persone che sono state condannate per crimini commessi quando erano minorenni.
Tuttavia, dal 1990 in Iran ci sono state almeno 28 esecuzioni, di giovani.

La settimana scorsa l'ayatollah Sharudi ha rilasciato l'autorizzazione per l'esecuzione di Saeed Jazee.

Saeed Jazee, scultore di 21 anni, si trova nel centro di detenzione per minori di Karaj, nella provincia di Tehran. È stato giudicato colpevole dell'uccisione di un ragazzo di 22 anni, avvenuta nel 2003, quando aveva 17 anni.
L'uccisione ha avuto luogo all'interno di un negozio di alimentari di cui era proprietario un amico di Jazee. La vittima aveva appena iniziato a lavorare nel locale e non conosceva Jazee, che era entrato per mangiare un panino.I due hanno iniziato a discutere sul panino che Jazee stava mangiando e il ragazzo lo ha aggredito con un coltello. Durante lo scontro, il coltello è caduto sul pavimento. Jazee è riuscito a prenderlo per primo e ha colpito a morte il ragazzo. Jazee e altri commessi del locale hanno tentato invano di soccorrerlo. Secondo l'articolo 206 (b) del Codice penale iraniano, l'omicidio è classificato come premeditato anche se non c'è l'intenzione di uccidere la persona.

Si spera in un atto di clemenza da parte della famiglia della vittima. Se Jazee sarà perdonato avrà salva la vita

Amnesty International, chiede alle autorità iraniane, di fermare immediatamente l'esecuzione tenendo in considerazione pene alternative per i giovani delinquenti.

Siamo tutti invitati a firmare l'appello.

lunedì 26 maggio 2008

VIA... GIORGIO ALMIRANTE


Il neosindaco di Roma, Alemanno, ha espresso l’intenzione di intitolare una strada della Capitale al leader storico del Movimento Sociale Italiano, Giorgio Almirante.

La proposta di Alemanno di portare in aula la richiesta di intitolare una strada ad Almirante è coerente con il percorso che abbiamo tenuto negli anni - ha detto Marsilio - e non esistono ragioni perché un personaggio così importante nella storia della Repubblica debba subire un qualunque veto da parte della sinistra ideologica che possa impedire l'intitolazione di una strada alla sua memoria"."Giorgio Almirante - ha continuato Alemanno - è stato il precursore della moderna destra democratica in anni tormentati in cui era veramente difficile superare il ghetto in cui era rinchiuso l'allora Movimento sociale".

Proprio a lui, Giorgio Almirante, che affascinò tanto la piccola borghesia dei primi anni Settanta, che si accanì contro i "meticci" e i matrimoni misti, che consentì le persecuzione antiebraiche con arresti e deportazioni, che insieme ad altri futuri protagonisti della storia dell'Msi avevano creato un'organizzazione clandestina, detta Fronte armato rivoluzionario, protagonista di numerosi attentati e sabotaggi.

Proprio a Lui che pronunciò queste parole:

"Il razzismo è il più vasto e coraggioso riconoscimento di sé che l'Italia abbia mai tentato. Chi teme, ancor oggi, che si tratti di un'imitazione straniera (e i giovani non mancano nelle file di questi timorosi) non si accorge di ragionare per assurdo: perché è veramente assurdo sospettare che un movimento inteso a dare agli italiani una coscienza di razza posa condurre a un asservimento alle ideologie straniere". Tutto nasce invece da quell'"insuperabile e spesso drammatico contrasto tra romanità - vera romanità e non quella annacquata della pseudo-cultura internazionalista - e giudaismo. Il che dimostra ancora una volta che in fatto di razzismo e di antigiudaismo gli italiani non hanno avuto, né avranno bisogno di andare a scuola da chicchessia". LEGGI

GLI SI VUOLE INTITOLARE UNA STRADA MA SIAMO PAZZI?

Hanno vinto loro, e la democrazia va a farsi benedire!

Leggete, l' intervista fatta a Giorgio Bocca, partigiano e giornalista.
N.B. La foto in alto, scattata, nel 1966, sui gradini dell'Università a Roma, ritrae Almirante (a destra, con il cappello) assieme ai picchiatori fascisti.

BUONA NOTTE POPOLO!

sabato 24 maggio 2008

LIBERTA' E DIRITTI A CHIAIANO: ABOLIAMOLI!

In un mondo in cui trionfa il militarismo a rassicurare i cittadini spaventati, ci pensano loro:
le forze di polizia.
La polizia, è autorizzata a pestare brutalmente i rom , i clandestini e i manifestanti pacifisti .

La signora Elisa Di Guida, testimone oculare degli scontri dell'altra sera davanti alla discarica di Chiaiano, racconta come la polizia ha caricato improvvisamente senza una ragione sui manifestanti, accanendosi soprattutto sulle donne e sulle persone anziane.

"Datemi voce e spazio perché sui giornali di domani non si leggerà quello che è accaduto. Si leggerà che i manifestanti di Chiaiano sono entrati in contatto con la polizia. Ma io ero lì. E la storia è un'altra". "Alle 20 e 20 almeno 100 uomini, tra poliziotti, carabinieri e guardie di finanza hanno caricato la gente inerme. In prima fila non solo uomini, ma donne di ogni età e persone anziane. Cittadini tenaci ma civili - davanti agli occhi vedo ancora le loro mani alzate - che, nel tratto estremo di via Santa Maria a Cubito, presidiavano un incrocio. Tra le 19,05 e le 20,20 i due schieramenti si sono solo fronteggiati. Poi la polizia, in tenuta antisommossa, ha iniziato a caricare. La scena sembrava surreale: a guardarli dall'alto, i poliziotti sembravano solo procedere in avanti. Ma chi era per strada ne ha apprezzato la tecnica. Calci negli stinchi, colpi alle ginocchia con la parte estrema e bassa del manganello. I migliori strappavano orologi o braccialetti. Così, nel vano tentativo di recuperali, c'era chi abbassava le mani e veniva trascinato a terra per i polsi. La loro avanzata non ha risparmiato nessuno. Mi ha colpito soprattutto la violenza contro le donne: tantissime sono state spinte a terra, graffiate, strattonate. Dietro la plastica dei caschi, mi restano nella memoria gli occhi indifferenti, senza battiti di ciglia dei poliziotti. Quando sono scappata, più per la sorpresa che per la paura, trascinavano via due giovani uomini mentre tante donne erano sull'asfalto, livide di paura e rannicchiate. La gente urlava ma non rispondeva alla violenza, inveiva - invece - contro i giornalisti, al sicuro sul balcone di una pizzeria, impegnati nel fotografare". "
Chiusa ogni via di accesso, alle 21, le camionette erano già almeno venti. Ma la gente di Chiaiano non se ne era andata. Alle 21.30, oltre 1000 persone erano ancora in strada. La storia è questa. Datemi voce e spazio. Perché si sappia quello che è accaduto. Lo stato di polizia e l'atmosfera violenta di questa sera somigliano troppo a quelli dei regimi totalitaristi. Proprio quelli di cui racconto, con orrore, ai miei studenti durante le lezioni di storia".
Elisa Di Guida (docente di Storia e Filosofia - Napoli) (24 maggio 2008
)
Tratto da: Repubblica

Altro racconto.
Il giornalista del Tg3 Romolo Sticchi, preso a manganellate da un polizziotto perchè voleva riprendere con la telecamera i manifestanti.


"Mi trovavo qui in piazza Rosa dei Venti, con la troupe esterna – racconta Romolo Sticchi. L’ho appena raggiunto al telefono. Avverto il vocio dei manifestanti – anch’io avevo una telecamera portatile, di proprietà della Rai. Stavamo passando accanto ai furgoni della polizia. Ho iniziato a riprendere gli agenti che affluivano. A quel punto ho visto uno di loro che mi diceva di non riprendere. Ho fatto per chiedergli, perché? Ma si era già avvicinato e mi ha piantato una manganellata sul collo. Mi sono piegato dal dolore e ho fatto per aggrapparmi a qualcosa, ho ricevuto un’altra manganellata al braccio. Lì ho perso il contatto con la telecamerina ed ho ricevuto un’altra manganellata sulla schiena. L’ho visto raccogliere la telecamera e portarsela via. Inutile protestare". LEGGI

In prima fila c'era pure lei, la bambina rimasta ferita negli scontri di venerdì sera, con il braccio ingessato e al suo fianco la madre e il fratellino più piccolo di 15 mesi: «Ho portato anche lui, e ho mostrato a tutto il paese che cosa hanno fatto a mia figlia, ecco come ci ha trattato lo Stato».LEGGI





Finalmente ho capito qual'è il vero ruolo della polizia in un paese "democratico" !

venerdì 23 maggio 2008

NO AL COMMERCIO DEGLI ANIMALI VIVI


Ogni settimana migliaia di bovini vivi sopportano un viaggio terribile, di tre settimane dal porto di Belem in Brasile fino a Beirut, in Libano.

Prima tappa:

I bovini vengono stipati sui camion e per quattro giorni sono costretti a subire sofferenze inaudire.

Non potranno muoversi o sdraiarsi e non riceveranno né cibo né acqua.

Quelli che cadono restano intrappolati e si feriscono.


Una volta giunti alla nave, l’uso di pungoli elettrici durante il caricamento infligge ulteriori sofferenze ai bovini indeboliti.


Seconda tappa:
Nei diciassette giorni di viaggio i bovini sono costretti a subire ulteriori sofferenze.

Ancora una volta sono lasciati senza cibo e senza acqua.

Ammassati sulle navi, si feriscono gli uni con gli altri per l’agitazione.

Il 10% dei bovini muore durante la traversata oceanica a causa di stress termico ( i tassi di mortalità degli animali sono maggiori in presenza di temperatura e umidità elevate), traumi e malattie respiratorie.


Secondo la FAO, il trasporto su lunghe distanze di animali d’allevamento è un facile veicolo di diffusione di malattie. Tra le malattie animali legate al trasporto vi sono: l’ipertermia maligna, i colpi di calore, la sindrome da stress (PSS), una malattia grave che può portare alla morte. Durante i lunghi viaggi, gli animali sono costretti a stare sugli escrementi e il gas di ammoniaca generato dall’urina può irritare le vie respiratorie degli animali


Terza tappa:
Una volta giunti in Libano, dopo settimane di inutile sofferenza, spesso gli animali sono macellati in modo efferato e in violazione dei principi religiosi

Su iniziativa della LAV, da alcuni giorni migliaia di cittadini italiani stanno sottoscrivendo un appello con il quale si chiede al Pubblico Ministero Benedito Wilson Sà dello Stato di Parà (Brasile), al Presidente dell’Assemblea e al Governatore dello Stato, di trasformare in un bando permanente la temporanea sospensione dell’esportazione di animali vivi, decisa dal Pubblico Ministero proprio a causa delle crudeltà inflitte agli animali.

"Se la sospensione dell’esportazione di animali vivi sarà vietata in via permanente, a più di 100 mila bovini all’anno potrà essere risparmiata la sofferenza di un orribile e lungo viaggio per mare e per terra dal Brasile al Libano" (dichiara Roberto Bennati, vicepresidente della LAV)


Il trasporto su lunga distanza di animali vivi destinati alla macellazione è un grande business mondiale.

Esprimiamo il nostro NO al commercio degli animali vivi ! QUI


Se ve la sentite, potete vedere un estratto del video shock ( dalla durata di 3 minuti), diffuso in Italia dalla LAV a sostegno delle azioni della coalizione “Handle with Care” (Trattare con cura) contro il trasporto di animali vivi destinati alla macellazione.


Il filmato in versione integrale è disponibile in formato DVD e betacam, da richiedere all’Ufficio Stampa LAV.tel. 06 4461325

"CHI HA PAURA MUORE OGNI GIORNO"

Il 23 maggio del 1992 moriva a Palermo in un attentato mafioso il giudice Giovanni Falcone,sua moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta.




Sono le 17,48 quando su una pista dell'aeroporto di Punta Raisi atterra un jet del Sisde, un aereo dei servizi segreti partito dall'aeroporto romano di Ciampino alle ore 16,40. Sopra c'è Giovanni Falcone con sua moglie Francesca. E sulla pista ci sono tre auto che lo aspettano. Una Croma marrone, una Croma bianca, una Croma azzurra. E' la sua scorta, erano stati raggruppati dal capo della mobile Arnaldo La Barbera.
Una squadra affiatatissima che aveva il compito di sorvegliare Falcone dopo il fallito attentato del 1989 davanti la villa del magistrato sul litorale dell'Addaura. La solita scorta con Antonio, Antonio Montinaro, agente scelto della squadra mobile che, appena vede il "suo" giudice scendere dalla scaletta, infila la mano destra sotto il giubbotto per controllare la pistola.
Tutto è a posto, non c'è bisogno di sirene, alle 17,50 il corteo blindato che trasporta il direttore generale degli Affari penali del ministero di Grazia e giustizia è sull'autostrada che va verso Palermo. Tutto sembra tranquillo, ma così non è. Qualcuno sa che Falcone è appena sbarcato in Sicilia, qualcuno lo segue, qualcuno sa che dopo otto minuti la sua Croma passerà sopra quel pezzo di autostrada vicino alle cementerie. La Croma marrone è davanti. Guida Vito Schifani, accanto c'è Antonio, dietro Rocco Di Cillo. E corre, la Croma marrone corre seguita da altre due Croma, e quella azzurra. Sulla prima c'è il giudice che guida, accanto c'è, sua moglie, anche lei magistrato. Dietro l'autista giudiziario, Giuseppe Costanza, dal 1984 con Falcone, che era solito guidare soltanto quando viaggiava insieme alla moglie. E altri tre sulla Croma azzurra, Paolo Capuzzo, Gaspare Cervello e Angelo Corbo. Un minuto, due minuti, la campagna siciliana, l'autostrada, l'aeroporto che si allontana, quattro minuti, cinque minuti.
Ore 17,59, autostrada Trapani-Palermo. Investita dall'esplosione la Croma marrone non c'è più. La Croma bianca è seriamente danneggiata, si salverà Giuseppe Costanza che sedeva sui sedili posteriori. La terza, quella azzurra, è un ammasso di ferri vecchi, ma dentro i tre agenti sono vivi, feriti ma vivi. Feriti come altri venti uomini e donne che erano dentro le auto che passavano in quel momento fra lo svincolo di Capaci e Isola delle Femmine.
Fu Buscetta a dirglielo: "L'avverto, signor giudice. Dopo quest'interrogatorio lei diventerà forse una celebrità, ma la sua vita sarà segnata. Cercheranno di distruggerla fisicamente e professionalmente. Non dimentichi che il conto con Cosa Nostra non si chiuderà mai. E' sempre del parere di interrogarmi?".



Messaggio inviato alla signora Maria Falcone, presidente della Fondazione Giovanni e Francesca Falcone:

«Gentile Signora, - scrive il presidente del Consiglio - la ricorrenza dell’eccidio di Capaci è un momento di memore riflessione sul sacrificio del giudice Giovanni Falcone, della signora Francesca e della scorta. L’importanza della lotta del giudice Falcone contro la mafia e la crimininalità organizzata, per la riaffermazione dei valori fondanti della Costituzione, è testimoniata dal progetto di educazione alla legalità che la Fondazione ha promosso nelle scuole per sensibilizzare i giovani su temi essenziali per la crescita della società civile italiana». «Esprimo, pertanto - conclude Berlusconi - anche a nome del governo, la grata solidarietà».


Ricordando Giovanni Falcone:
«Il ricordo di Giovanni Falcone e di quanti hanno sacrificato la vita lottando con coraggio e determinazione contro la mafia resterà sempre vivo. Il loro è stato un sacrificio consapevole, perchè erano consci dei rischi che comporta combattere la criminalità organizzata. Hanno dato la vita per la Sicilia, e per questo saranno ricordati per sempre». Lo ha detto il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo.

Peccato che a proferire queste belle parole siano, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il presidente della regione Sicilia Raffaele Lombardo, due individui dai trascorsi e anche dai presenti poco limpidi. LEGGI


mercoledì 21 maggio 2008

LIBERI DALLE MONTAGNE DI SPAZZATURA SENZA INCENERITORI

Vivere liberi dalle montagne di spazzatura è un diritto, così come è un diritto "vivere liberi dalla paura", afferma il Cavaliere.

Il piano prevede : L'apertura di nuove discariche (anche se aprire nuove discariche sarebbe contro la legge nazionale e anche contro le normative comunitarie " MA CHI SE NE FREGA! ". La creazione di quattro termovalorizzatori ( anche se tonnellate di rifiuti si trasformeranno in ceneri velenose e polveri tossiche " MA CHI SE NE FREGA!". E per quanti pensassero di fare blocchi, per loro arriva il carcere ( fino a cinque anni).
"Sono impianti sicuri e quindi non bisogna averne paura", dichiara Berlusconi.
"Non hanno alcun effetto sulla salute", dichiara Veronesi (oncologo).

Scopriamo però che, "La Fondazione Veronesi," fondata dal professor Umberto Veronesi, vive grazie al contributo di importantissime aziende sia nazionali che multinazionali impegnate nei più svariati settori. Dal petrolio, alla costruzione di inceneritori, alla distribuzione di acque minerali in bottiglia, alla telefonia mobile, fino ai colossi dell’energia italiana. Non ci credete? Provate a dare un'occhiata voi stessi, quì.

Visto? Cè l'Enel Spa che, oltre a gestire centrali a carbone e ad olio combustibile, sta investendo all'estero sull’energia nucleare, Pirelli ed Eni, importanti nomi del settore petrolifero e la VEOLIA Environnement, importantissima multinazionale francese che costruisce, tra l'altro, discariche ed inceneritori di rifiuti e detiene il 49% della società Tecnoborgo Spa di Piacenza che gestisce l'inceneritore di rifiuti di questa provincia ed il 60% della Energonut che gestisce l'inceneritore di Pozzilli . LEGGI

Nessuno di questi due " signori", ha parlato di ridurre la quantità di rifiuti, di riciclare più materiale possibile, di ridurre definitivamente gli imballaggi.
Secondo l'Apat (Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici) la quantità di spazzatura gettata nei cassonetti da un cittadino italiano medio corrisponde a circa un chilo e mezzo al giorno, cioè a 600 chili all'anno.


Il sindaco di Montebelluna in provincia di Treviso, ha messo in atto una gestione intelligente dei rifiuti senza inceneritore.




Vivere liberi dalle montagne di spazzatura, si può!

martedì 20 maggio 2008

APPELLO ECOLOGICO: ATTENZIONE ALL'OLIO FRITTO

Sta circolando un appello a sfondo ecologico.
Pare che un litro di olio fritto buttato nel lavandino della cucina o nello scarico del wc, inquini circa un milione di litri d'acqua.


Siamo davvero colpevoli?


Ecco il testo dell'appello:

URGENTE E' BENE SAPERLO PER LA TUA SALUTE E LA SALUTE DEL TUO MONDO

Sapete dove buttare l'olio della padella dopo una frittura fatta in casa?Sebbene non si facciano molte fritture, quando le facciamo, buttiamo l'olio usato nel lavandino della cucina o in qualche scarico, vero? Questo è uno dei maggiori errori che possiamo commettere. Perchè lo facciamo? Semplicemente perchè non c'è nessuno che ci spieghi come farlo in forma adeguata.Il meglio che possiamo fare è ASPETTARE CHE SI RAFFREDDI e collocare l'olio usato in alcune di queste bottiglie di plastica, o barattoli di vetro,chiuderli e metterli nella spazzatura.UN LITRO DI OLIO CONTAMINA CIRCA UN MILIONE DI LITRI D'ACQUA, quantità sufficiente per il consumo di acqua di una persona per 14 anni.Se tu scegli di inviare questo ai tuoi amici, l'ambiente ti sarà molto riconoscente.

Vado a controllare sul blog di Paolo Attivissimo, giornalista informatico e cacciatore di bufale, e scopro che l'appello ha un fondamento di verità.

Questo e’ un errore, che non dobbiamo più commettere

PAROLA D'ORDINE:
PASSA PAROLA !

lunedì 19 maggio 2008

CHI SONO I ROM:PROVIAMO A DISTINGUERE IL BENE DAL MALE

Bambini rom scomparsi a Napoli, spariti nel nulla, e di loro non c'è più traccia.
Questi bambini accusati di accattonaggio, sono stati sottratti ai genitori dal Tribunale dei minori e da due anni, padri e madri non sanno più nulla della loro sorte
A denunciare l'episodio è stata l'europarlamentare ungherese Rom Viktoria Mohacsi, che in questi giorni si trova in Italia, a svolgere un'indagine per la Ue.
"Ho raccolto personalmente tutti i documenti riguardo a 12 casi di bambini scomparsi a Napoli a seguito di un intervento del tribunale ma, secondo l'avvocato dell'Opera nomadi, il numero di questi casi sarebbe addirittura di diverse centinaia".
"Mi è stato raccontato personalmente dai genitori quanto accaduto. Un uomo di 55 anni, risiedente in un campo nomadi napoletano, mi ha detto che 2 anni fa, scendendo dal tram, si è visto sequestrare i bambini che lo accompagnavano da 2 poliziotti". Di questi bambini "si sono perse completamente le tracce ed è allucinante che i genitori siano così disperati, perchè non ne sanno più nulla"
Viktoria Mohacsi, denuncerà al Parlamento europeo, quello che ha visto in questi due giorni visitando i campi rom tra Roma e Napoli. Racconterà di un'Italia dove si violano i fondamentali diritti umani, delle orribili condizioni in cui vivono le persone ( baracche di lamiere, in mezzo ai rifiuti e ai topi, senza acqua corrente e senza luce), di bambini di cui si sono perse le tracce e di razzie notturne della polizia. LEGGI

Intanto, nessuno indaga su chi ha lanciato le molotov contro i campi nomadi di via Argine, nel quartiere Ponticelli.
"E' stata un'esplosione inaudita di violenza. Sono fuggiti a tutta velocità, dove era loro possibile, con il terrore negli occhi", ha raccontato Salvatore Esposito, della Comunità di Sant'Egidio, interpellato da El Pais.
El pais ha pubblicato un reportage su Ponticelli che dimostra come ci sia la mano della Camorra dietro i roghi, e le azioni violente contro i rom.
Pare che quel terreno arso servirà alla malavita per edificare.
Eppure i rom di Ponticelli, pagavano ai Sarno una sorta di occupazione di suolo per le loro baracche. Cinquanta euro a famiglia.
Ma quella tassa non è andata giù agli abitanti del quartiere, e i potenti Sarno, per paura di perdere il controllo del territorio, hanno montato ora dopo ora tra gente esasperata e stufa del degrado, l'idea di una "giustizia fai da te".
Nella "villa comunale" di Ponticelli, raccontano, c'era un gruppo di giovani con le molotov già pronte, è bastato il segnale per far divampare l'inferno. LEGGI

Giovanni Zoppoli, referente napoletano dell’associazione “Osservazione”, che conosce bene le realtà dei Rom a Napoli, in particolare quella di Scampia e Ponticelli ; spiega che :“Ci sono elementi che non quadrano Il primo è che la zona occupata dagli accampamenti nomadi rientra nel Piano urbanistico di zona dove da poco meno di un mese sono stati emessi bandi di gara per la costruzione di strutture residenziali: appartamenti, scuole, ospedali, servizi. Quest’area è interessata da un finanziamento pubblico di 7 milioni di euro e il termine per l’inizio dei lavori è fissato per agosto. Se entro tale data i lavori non partiranno, i soldi verranno persi. In altre parole, sembra strano che questo ‘allarme rapimento’ sia scoppiato proprio adesso, pochi giorni dopo i bandi di gara. LEGGI
Luoghi comuni contro rom e sinti.

PARTE PRIMA: i ladri di bambini


PARTE TERZA: il caso L.S.C

PARTE QUARTA: porrajmos
La vignetta è di Mauro Biani, il quale (a proposito di zingari) ci segnala questo film diseducativo e distruttivo.

domenica 18 maggio 2008

L'ARTE DI ALLACCIARSI LE SCARPE

Conoscevo alcuni sistemi per allacciarsi le scarpe, ma che ne esistessero 43.200 diversi, non l'avrei mai immaginato.
A sostenerlo è , il matematico australiano Burkard Polster.
Una sezione un po 'più realistica ci viene offerta da Ian Fieggen.
Nel suo sito si trovano descritti, in modo molto particolareggiato 34 sistemi per allacciare le scarpe con asole e 17 sistemi per allacciare le scarpe con le alette.
Li ho guardati attentamente e debbo dire che, alcune allaciature sono delle vere e proprie opere d'arti.
Quella che più mi ha colpita è questa della foto in basso.

Come potete notare il sistema di allacciatura è molto intricato e terribilmante difficile, nonostante nel sito viene mostrata una chiara immagine e le relative istruzioni per eseguirla.
Io ci ho provato, con risultati molto disastrosi.
Bene, se siete stanchi di avere i lacci legati sempre allo stesso modo, da oggi avete un bel po di materiale da visionare.
BUON DIVERTIMENTO!
Guardate cosa è capace di fare questo ragazzo, con i lacci delle scarpe

giovedì 15 maggio 2008

LA BOULE DE..., PALLA DA COLLEZIONARE

Oggi vi voglio parlare di palle

ma di quelle palle di vetro, con piedistallo, che una volta ruotate fanno cadere tanti piccoli fiocchi di neve, o tanti cuoricini rossi o tante stelle argentate.( che io odio, ma questo poco importa)

PALLE DI NEVE - SNOWGLOBE - BOULE DE NEIGE

Di questi oggetti so che ne esistono svariati tipi contenenti monumenti delle diverse città, santi celebri, animali, personaggi di fiabee e la famosa gondola di Venezia.



Un pò di storia


E’ la Francia il luogo d’origine di questi curiosi oggetti, dove si riscontrano già nella seconda metà dell'Ottocento.

Alla prima Esposizione Universale di Parigi del 1878, sette espositori francesi avevano in mostra come fermacarte delle palle di vetro riempite con acqua all'interno e una polvere bianca che quando si capovolgevano, il tutto cadeva come in una imitazione di una tempesta di neve .

L'anno dopo alla stessa esposizione fu presentata una palla di neve contenente la Torre Eiffel da poco costruita, iniziando una tradizione di souvenir che sopravvive ancora oggi in ogni angolo del pianeta.

I francesi molto attenti e innovativi in questo genere di cose si sono dedicati alla creazione di questi oggetti di vetro fin dall' inizio del 1800 sebbene alcuni affermino che le prime palle di neve risalgono al 1840 e 1850. Il BERGSTROM MAHLER MUSEUM a NEENAH in Wisconsin USA ha la più antica palla di vetro americana che risale al 1870
All'inizio del '900 c'erano artigiani che si dedicavano alla produzione di palle di neve soprattutto in Austria, Francia, Cecoslovacchia, Polonia e Germania. Nel 1920 le palle di vetro con neve attraversarono commercialmente l'Oceano Atlantico quando gli artigiani tedeschi iniziarono ad esportarle in America e Canada. Queste prime palle di neve esportate erano montate su basi blue cobalto dove veniva apposto a mano il nome della città. Nel 1927 un artista della Pennsylvania incominciò ad introdurre nelle palle di vetro figurine che si muovevano come pesci, cigni o omini di neve. L'invenzione fu subito copiata dai Giapponesi negli anni '30 che cominciarono a fabbricare palle di vetro con la base di plastica o di ceramica.
Il boom delle palle di vetro con neve si ebbe alla fine degli anni '30, quando furono messe sul mercato palle di vetro di ogni tipo con grande varietà di fiocchi di neve e montate su basi rotonde, piatte, alte basse, di legno, di sasso, metallo, marmo, porcellana.


All'inizio del 1939 uno dei souvenir più venduti a Washington, era appunto una palla di neve contenente la statua del Grande Presidente Americano, importata dal Giappone. A causa della II° Guerra Mondiale naturalmente questo prodotto non fu più disponibile e allora un negoziante di Washington di nome William Snyder fondò la "Atlas Crystal Works" che produceva palle di vetro, diventando ben presto una delle più grandi ditte specializzate nel settore. Da allora il mercato si è ingrandito sempre più creando anche la figura del collezionista di palle di vetro.



Collezionisti di tutto il mondo

Le palle di neve sono tutte meravigliose,

ma non avere nella vostra collezione questa CHICCA rara ,

è un vero peccato.

Potete regalarla a parenti ed amici.

E' il nuovo souvenir d'Italie 2008, che troverete in vendita in tutti i migliori negozi.



LA BOULE A MERDE




Queto souvenir d’ Italie, nasce da un’idea di MASSIMO GARIANO

mercoledì 14 maggio 2008

AVVISAGLIE DI REGIME








Il travaglio dell'Opposizione




Esordì da presidentecon discorso commovente,conciliante allocuzionein bipartisan versione.
Con l’elogio malandrinodi Falcone e Borsellinolodò la legalità,alla mafia l’altolà
garantì col suo lavoro,sprizzò pace da ogni poro.Ringraziò la Finocchiaroe Napolitano, un faro
per l’italica nazione.Con l’orrenda affermazione:“Son di tutti il presidente!”spaventò terribilmente
chi ricorda chi è Schifani.Ovazioni, battimani,bacio dalla Finocchiaro,entusiasmo di Cuffaro
che ha capito che per luison finiti i tempi bui,passerella a Porta a portae una cosa che conforta:
non appena nominatopresidente del Senato,umiliò le Istituzionicon l’ossequio a Berlusconi.
Per fortuna c‘è Travaglioche ci dà qualche ragguagliosul suo splendido passato.Negli ottanta fu Renato
socio di quel Mandalàche per mafia prenderàotto anni di prigionee il cui figlio fu amicone
di Bernardo Provenzanoche dai guai tenne lontano.Al Berlusca fornì il lodoche lo tenne in qualche modo
fuor da tutti i tribunali,ma con metodi illegali,poiché dopo che servìla Consulta lo abolì.
A Cuffaro condannatol’ineffabile Renatoplaudì con un complimento:“Campion del rinnovamento
della terra siciliana!”Una cosa molto stranafu che mai nessun s’afflisseper ciò che Travaglio scrisse.
In Italia, ben si sa,non c‘è chi lo leggeràtranne che pochi esaltatida nessun rappresentati.
Ma se parla alla tivùtutto il mondo viene giù,è bufera sulla Rai,tuonan tutti i parolai,
i Cicchitti ed i Follini,i Gasparri ed i Bocchini,i La Loggia e i Matteoli,della Rai i supremi ruoli.
“Da Travaglio un grave agguato,per di più premeditato!Con Schifani alla berlinail dialogo si mina!”
Finché strillano i fascistied i vecchi democristinon c‘è nulla da stupire,ma c‘è proprio da impazzire
nel veder la Finocchiaro,dell’Opposizione un faro,che si schiera con Schifani,raccontando agli italiani
che la carica gli dàl’infantil verginità.“Santo subito Renato,presidente del Senato!”
Son gli oppositor provettiinciucioni maledetti,del Pd questa è la summa:far con Silvio l’umma umma. (CARLO CORNAGLIA)


DEMOCRAZIA = LIBERTA' DI INFORMAZIONE

E' chiaro presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro? Prima si dimostra che ci sia stata calunnia e poi si esprime solidarietà.
O forse non ricordi bene, la storia del soggetto al quale hai espresso solidarietà?
Leggi! Aiuta a rinfrascare la memoria.

Schifani Renato Giuseppe (FI)Anagrafe: Nato a Palermo l’11 maggio 1950.Curriculum: Laurea in Giurisprudenza; avvocato; dal 2001 capogruppo di FI al senato; 3 legislature (1996, 2001, 2006).Soprannome: Fronte del Riporto.Segni particolari: Porta il suo nome, e quello del senatore dell’Ulivo Antonio Maccanico, la legge approvata nel giugno del 2003 per bloccare i processi in corso contro Silvio Berlusconi: il lodo Maccanico-Schifani con la scusa di rendere immuni le «cinque alte cariche dello Stato» (anche se le altre quattro non avevano processi in corso). La norma è stata però dichiarata incostituzionale dalla consulta il 13 gennaio 2004. L’ex ministro della Giustizia, il palermitano Filippo Mancuso, ha definito Schifani «il principe del Foro del recupero crediti», anche se Schifani risulta più che altro essere stato in passato un avvocato esperto di questioni urbanistiche. Negli anni Ottanta è stato socio con Enrico La Loggia della società di brookeraggio assicurativo Siculabrokers assieme al futuro boss di Villabate, Nino Mandalà, poi condannato in primo grado a 8 anni per mafia e 4 per intestazione fittizia di beni, e dell’imprenditore Benny D’Agostino, poi condannato per concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo il pentito Francesco Campanella, negli anni Novanta "il piano regolatore di Villabate, strumento di programmazione fondamentalein funzione del centro commerciale che si voleva realizzare e attorno al quale ruotavano gli interessi di mafiosi e politici, sarebbe stato concordato da Antonino Mandalà con La Loggia. L’operazione avrebbe previsto l’assegnazione dell’incarico ad un loro progettista di fiducia, l’ingegner Guzzardo, e l’incarico di esperto del sindaco in materia urbanistica allo stesso Schifani, che avrebbe coordinato con il Guzzardo tutte le richieste che lo stesso Mandalà avesse voluto inserire in materia di urbanistica. In cambio, La Loggia, Schifani e Guzzardo avrebbero diviso gli importi relativi alle parcelle di progettazione Prg e consulenza. Il piano regolatore di Villabate si formò sulle indicazioni che vennero costruite dagli stessi Antonino e Nicola Mandalà [il figlio di Antonino che per un paio d’anni ha curato gli spostamenti e la latitanza di Bernardo Provenzano, nda], in funzione alle indicazioni dei componenti della famiglia mafiosa e alle tangenti concordate".Schifani, che effettivamente è stato consulente urbanistico del comune di Villabate, e La Loggia hanno annunciato una querela contro Campanella.Assenze: 321 su 1447 (22,2%) missioni 20 su 1447 (1,4%).Frasi celebri: «Li abbiamo fregati!» (dopo l’approvazione della legge sul legittimo sospetto, che doveva servire per spostare i processi contro Berlusconi e Previti da Milano a Brescia, 1° agosto 2002).«In vacanza alle isole Eolie, Renato Schifani, in compagnia di alcuni amici, ha dovuto aspettare per un’ora di fila che si liberasse un tavolo in un ristorante del centro di Lipari. Il capogruppo di Forza Italia a Palazzo Madama ha pazientemente atteso il proprio turno, senza sollevare alcuna obiezione e senza pretendere un trattamento di favore» (comunicato ufficiale dell’ufficio stampa del sen. Schifani, 15 agosto 2006).«Rita Borsellino sfrutta il nome del fratello per fini politici» (12 settembre 2003).«Sono un sessantottino, ho partecipato anch’io alle occupazioni. Sto dedicando la mia vita a lui, io credo molto in Silvio Berlusconi (...) Mi sono innamorato di Berlusconi perché ho visto in lui quella naturalezza e genuinità della politica che non avevo visto in passato. È un grande stratega e un grande leader» («Libero», 29 luglio 2007).«Oggi Cuffaro ha ripreso saldamente in mano il timone di una Sicilia che già è cresciuta così come i dati sul Pil e sulla disoccupazione ai minimi storici ci indicano. Dobbiamo anche riconoscere al governatore siciliano che è stato e continua ad essere l’unico garante della unità della coalizione, risultato questo che, in un sistema maggioritario, è garanzia di stabilità e quindi di quella risorsa fondamentale per lo sviluppo che è la governabilità di un territorio. Forza Italia sarà al suo fianco in questa nuova fase di governo della Regione per sostenere quella linea riformistica che è alla base del proprio credo politico» (dopo la condanna di Cuffaro a 5 anni per favoreggiamento, Agi, 19 gennaio 2008).

Non vorrai collaborare con il regime?

Moni Ovadia: “Siamo tutti Marco Travaglio” (AUDIO)

martedì 13 maggio 2008

GUAI A CHI GRACCHIA! TUTTI ATTACCANO TRAVAGLIO

Tutto il centrodestra attacca Travaglio, la Finocchiaro approva. Berlusconi ottiene la fiducia, Veltroni prende appuntamento.
No, non ci siamo! C'è qualcosa che non va


- Furio Colombo si è scandalizzato per le parole usate da Luciano Violante che oltre a disprezzare Travaglio e Santoro aveva chiamato pettegolezzo ciò che ha scritto un giornalista scortato per minacce di mafia, ovvero Lirio Abbate. Allora Violante ha replicato: “Colombo ha travisato completamente e spero non intenzionalmente il mio pensiero. Le mie dichiarazioni si riferivano a Travaglio”. Ma Travaglio non ha fatto altro che raccontare ciò che scrive Lirio Abbate nel suo libro “I complici” scritto con Peter Gomez. Evidentemente quello di Violante era solo un pettegolezzo.

- Renzo Lusetti, del coordinamento del Partito democratico, dice che con le affermazioni come quelle di Marco Travaglio su Schifani «non si vince». Il compito dei giornalisti non è quello di vincere, ma di informare. A parte questo, teniamo in grande considerazione l’osservazione di Lusetti, appena reduce dalla doppia grande performance elettorale in cui il centrosinistra ha perso il governo nazionale e il Comune di Roma

- Anna Finocchiaro, capogruppo del Pd al Senato, dice: «Inaccettabile che possano essere lanciate accuse così gravi, di collusione mafiosa, nei confronti del presidente del Senato, su una rete pubblica, senza contraddittorio». Ma quelle di Travaglio sono accuse o, più semplicemente, fatti? Allora il problema è: quei fatti sono veri o falsi? C’è bisogno di contraddittorio? “Annozero” è disponibile. Qualcuno preferisce “Porta a porta”? Travaglio è disponibile. ( dal Blog di Annozero )


A proposito della bufera esplosa in conseguenza delle parole di Travaglio da Fazio, mi viene in mente un commento di Gianni Rodari, col quale il poeta apre un suo testo:"Le parole sono come pietre. - dice - Lanciate nello stagno producono cerchi concentrici che s'allontanano dai tonfi allargandosi fino alla riva. Quelle pietre hanno spaventato gli uccelli e i pesci che schizzano via... nessuno si cura delle rane e delle carpe colpite dai sassi. La parola muove l'acqua, creando scompiglio e sgomento. Se ne approfittano alcuni passanti che raccolgono veloci rane e pesci che galleggiano storditi."Assomiglia un po' al cataclisma innescato da Travaglio l'altro giorno a 'Che tempo che fa'.I commenti tratti da un libro scritto da Marco insieme a Peter Gomez ed edito un mese fa, hanno sdegnato ed anche sconvolto gli inquilini dello stagno. Perfino alcuni pesci rossi, in verità un po' sbiaditi, sono letteralmente guizzati fuori dall'acqua in una danza d'indignazione!Ma che suono avevano quelle parole lanciate nella calma gora? E' semplice....ricordavano amicizie e frequentazioni ambigue fra l'appena eletto Presidente del Senato, Renato Schifani, e alcuni figuri di capi cosca mafiosi. Ma attenti: lo Schifani (strana onomatopeica di un nome) non s'è gettato furente insieme ai suoi numerosi sostenitori contro il libro di prevedibile enorme tiratura, ma contro le parole dette attraverso un mezzo - la televisione - che normalmente si occupa di giochi per famiglie, concorsi fra giovani disposti a esibire cosce e glutei, telegiornali disinformanti, vacui e noiosi.... Sta qui lo scandalo! In quella stessa acqua incolore, le pietre scagliate hanno prodotto un'eco insopportabile.Tant'è che Renzo Lusetti della Margherita, partito Democratico, ha urlato: "....il direttore generale Rai, Cappon, deve prendere provvedimenti concreti, cioè a dire sanzioni, interdizioni dal video...." E poi aggiunge disperato "Purtroppo la Rai non si decide mai".S'indigna Luigi Bobba del Pd: "La televisione che fa Santoro con Travaglio è come un format (cioè a dire roba tipo Grande Fratello): essa estremizza solo un punto di vista (cioè 'Chi è quel mafioso? Che ci fa Schifani con lui?') Si vuole dimostrare una tesi, poi si monta il materiale. Risultato: danni anche politici."Bella questa del format! Cioè chi preconfeziona un discorso e lo avalla con delle prove è un indegno mestatore!Da cui si evince che tutti i grandi scrittori, poeti, registi di questo mondo sono manipolatori infami, furbacchioni abietti.... a partire da Dante, che scriveva pure in rima!E' un esercito di protestatori offesi da sinistra al centrosinistra, a destra un po' a sinistra, a destra senza sinistra fino ai fasci littorio ante litteram.Infatti alle parole di Travaglio s'è indignato perfino Ciarrapico: cinque processi, cinque condanne, oggi senatore del Popolo delle Libertà.Ma attenti, non c'è di che farci troppo sollazzo satirico. Questo schizzare di indignati prelude a un'azione questa volta sì preconfezionata e terribile. Bipartisan.Finalmente destra e sinistra si ritrovano coinvolte dentro a una medesima cultura: quella dell'insofferenza verso la satira e la denuncia di ogni illecito.Qui fate attenzione, non si tratta di occasionali esternazioni prodotte da un fastidioso ronzare contestatorio.... Qui, per la prima volta, dentro tutto o quasi l'arco politico del nostro Paese si è deciso di imporre il silenzio, la pace dello spirito e soprattutto delle idee."Basta con l'antipolitica" come ripetono gli eletti dello stagno e le rane sopravvissute all'ultimo conflitto "eliminiamo i mestatori".Come dice la canzone: "Silenzio. Zitti e basta di gracchiare!" Si chiude. Piantatela con le denunce non controllate, le inchieste sopra le costruzioni abusive, le accuse di appalti truccati, con concorsi dove i vincenti sono già stabiliti. Smettiamola di eccitare gli animi, soprattutto le menti dei giovani e dei pensionati, a costo di annullare qualche garanzia di libertà e persino di democrazia.In poche parole, interriamo lo stagno. Sabbia, per favore! Via le rane, pesci e uccelli. Guai a chi gracchia e rompe il silenzio di chi governa unito. ( DARIO FO )


Questi fatti ed altri, che riguardano i nostri politici, meritavano di essere conosciuti dall'opinione pubblica.

Giornalisti vergognatevi!

PD vergognatevi!

VER GO GNA TEVI!


IO GRACCHIO, CHE FATE CI CENSURATE TUTTI?













SE FACCIAMO TROPPO CASINO...


lunedì 12 maggio 2008

MARCO TRAVAGLIO, COLPEVOLE DI...

Questa volta il colpevole è Marco Travaglio

Colpevole di aver ricordato a tutti gli italiani una vicenda di qualche anno fa riguardante il Sen. Schifani, oggi Presidente del Senato. Travaglio sabato sera, nella trasmissione di Fabio Fazio "Che tempo che fa", si è permesso di leggere un passo del suo ultimo libro, scritto insieme a Peter Gomez: "Se li conosci li eviti" dove fa una piccola biografia di 157 politici che compongono il nostro parlamento Travaglio non fa altro che riprendere, in sunto, quanto già scritto dal giornalista palermitano Lirio Abbate (minacciato di morte da parte della mafia) e da Peter Gomez nel libro dello scorso anno "I complici", dove il passato del Senatore, ma anche di molti altri politici siciliani di destra e di sinistra, è ben documentato e dettagliato. Nel libro si ricostruiscono anni di indagini su Provenzano e su chi ha garantito la sua latitanza per oltre 40 anni.
Spiega Travaglio: «Ho solo citato un fatto scritto già nel mio libro e in quello di Lirio Abbate, giornalista dell'Ansa minacciato dalla mafia e cioè che Schifani aveva avuto rapporti con persone poi condannate per mafia. È agli atti societari della Sicula Brokers fondata da lui, Enrico La Loggia, Mino Mandalà, condannato come boss mafioso, e Benny D'Agostino, condannato per concorso esterno. O si chiede conto a Schifani di questo o non si celebra Abbate come giornalista antimafia». «E poi, — continua — a Fazio ho spiegato che se dopo De Nicola, Pertini e Fanfani, ci ritroviamo con Schifani sono terrorizzato dal dopo: le uniche forme residue di vita sono il lombrico e la muffa. Anzi, la muffa no perché è molto utile». (LEGGI)

Giungono durissime le critiche, sia dalla maggioranza...

Maurizio Gasparri minaccia azioni politiche e penali e se la prende con il direttore generale della Rai Claudio Cappon. «Ancora una volta — tuona il presidente dei senatori Pdl — il cosiddetto servizio pubblico della Rai viene messo a disposizione, senza contraddittorio, dalla condotta diffamatoria di Travaglio. Le offese al presidente Schifani troveranno la giusta risposta nelle sedi giudiziarie». «Ma il problema — continua Gasparri — investe i vertici Rai e in particolare il dg, il cui mandato per fortuna scade, per legge, tra 20 giorni. La vergognosa utilizzazione diffamatoria della Rai non può proseguire. Devono rendersene conto anche i consiglieri in scadenza ma ci auguriamo non scaduti in termini morali».«Travaglio trae conclusioni arbitrarie. Schifani ha avuto a che fare con persone che 18 anni dopo sono state indagate. Di Fazio, megafono della calunnia, non vale la pena parlare ».

...che da quella che dovrebbe essere l'opposizione

«Trovo inaccettabile che possano essere lanciate accuse così gravi, come quella di collusione mafiosa, nei confronti del presidente del Senato, in diretta tv sulle reti del servizio pubblico, senza che vi sia alcuna possibilità di contraddittorio». Commenta Anna Finocchiaro.

RICORDIAMOCI CHE:

L'articolo 21 della Costituzione, che sancisce la libertà di stampa e di espressione, recita: "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure".Inoltre, alla voce "Libertà di stampa" si legge:"La libertà di stampa è una delle garanzie che un governo democratico, assieme agli organi di informazione (giornali, radio, televisioni, provider internet) dovrebbe garantire ai cittadini ed alle loro associazioni, per assicurare l'esistenza di una stampa libera, con una serie di diritti estesi principalmente ai membri delle agenzie di giornalismo, ed alle loro pubblicazioni.Si estende anche al diritto all'accesso ed alla raccolta d'informazioni, ed ai processi che servono per ottenere informazioni da distribuire al pubblico".
PRIMO: La tv di stato fa parte degli organi di informazione citati dall'articolo 21 come "ogni altro mezzo di diffusione", tanto quanto Internet, i blog, la carta stampata e le agenzie di giornalismo.

SECONDO: Citare eventi raccontati da altri giornalisti, come fa Travaglio citando Abbate e Gomez, fa parte del fare cronaca ed esercitare la propria libertà di espressione.

Esprime solidarietà a Marco Travaglio Antonio Di Pietro, che ha pubblicato sul suo blog la «carta d'identità» di Schifani tratta dal libro di Marco Travaglio «Se li conosci li eviti».

Lo difende, seppur sottolineando il diritto di replica di Schifani, Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo21. «Abbiamo sempre sostenuto il diritto di qualsiasi cittadino, a maggior ragione del presidente del Senato, di rivolgersi ad ogni sede appropriata ogni qual volta si sente diffamato. E riteniamo pertanto giusto e doveroso che possa chiedere e ottenere il diritto di replica - spiega -. Bene ha fatto Fabio Fazio a dichiarare immediatamente la sua disponibilità ad ascoltare le repliche; quello che non possiamo condividere è il passaggio dalla critica pur feroce alla richiesta di espellere le opinioni diverse. E non c'è dubbio che Travaglio rappresenti opinioni diverse che sono però condivise da molti cittadini. Ci si scaglia contro le solite trasmissioni e le solite reti crocifiggendo i soliti giornalisti, mentre si legittimano i peggiori prodotti della tv spazzatura».

Ben detto Giulietti!


Schifani interpretato da Neri Marcorè

domenica 11 maggio 2008

I BIOCOMBUSTIBILI AUMENTANO I MORTI DI FAME


C'è chi sostiene che i biocombustibili possano essere la risposta ai cambiamenti climatici.
Se i biocombustibili sostituissero quelli derivati dal petrolio, potrebbero aiutare a ridurre le emissioni che sono la causa dell'effetto serra.
Altri sostengono che questo tipo di produzione priva i Paesi poveri del mondo dei raccolti che verrebbero utilizzati per produrre cibo.
Intanto il costo del mais, che serve a produrre etanolo ( il nuovo petrolio verde), sta aumentando .



Conseguenze

  • Nei paesi ricchi, il costo del combustibile diminuirà, quello del pane e della carne aumenterà.
  • In quelli poveri aumenteranno solo i morti di fame

Fidel Castro e Hugo Chávez, da anni hanno criticato i biocarburanti colpevoli di “affamare e non di salvare il mondo”.
Adesso a sostenerlo sono anche, Evo Morales e Alan García, i presidenti di Bolivia e Perù.

Questi hanno attaccato duramente la produzione di energia “verde” estratta da colture agricole. “Non riesco a capire come alcuni possano usare la terra per produrre combustibili e non per salvare vite umane”, ha detto Morales. Riferemdosi sicuramente al presidente del Brasile Lula

Altro attacco alla politica di Lula era venuto dalle dure critiche di Jean Ziegler, consigliere ONU per la sicurezza alimentare, affermando che i biocombustibili possono divenire un problema grave per la produzione alimentare nei Paesi in via di sviluppo e soprattutto sentenziando che: «Ogni bambino ucciso dalla fame rappresenta un crimine contro l’umanità».

Vi voglio ricordare ancora una volta che se i paesi ricchi riducessero del 10% il loro consumo di prodotti animali ricavati da bestiame nutrito a cereali, potrebbero "liberare" 64 milioni di tonnellate di grano per il diretto consumo umano.

Ecco due buone ragioni, una ambientale e l'altra umanitaria, per non mangiare carne.

A chi si vanta di essere ecologista, voglio ricordare che, un chilo di carne inquina peggio di un Suv

sabato 10 maggio 2008

ADOTTA UN OSPEDALE DI EMERGENCY



Domenica 11 maggio - ore 20.30, Rai3
Fabio Fazio dedicherà a Emergency l'intera puntata di "Che tempo che fa" di domenica 11 maggio.

NON MANCATE!

Sarà ospite in studio Gino Strada che presenterà le attività dell'associazione e la nuova campagna "Adotta Emergency, adotta un ospedale". Durante la puntata è previsto un collegamento in diretta con il Centro chirurgico di Emergency a Kabul a cura di Maso Notarianni di Peacereporter. Verrà poi trasmessa un'intervista a Sunia, la prima paziente operata presso il Centro Salam di cardiochirurgia, inaugurato un anno fa in Sudan.


Che cosa possiamo fare noi?
Possiamo "adottare un ospedale" di EMERGENCY sostenendo direttamente le attività, i pazienti, i medici e tutti coloro che lavorano per il Centro sanitario che scegliamo di aiutare.

Intervento di Gino Strada contro le guerre


venerdì 9 maggio 2008

LA MAFIA UCCIDE IL SILENZIO PURE



A trenta anni dall'omicidio di Peppino Impastato, non solo in Sicilia, ma in tutta Italia si susseguono iniziative, incontri, proiezioni, dibattiti per mantenere viva la memoria e sopratutto, per rinnovare un impegno sociale nel contrasto alle mafie.


L'emittente radiofonica Primaradio di Cinisi, che trasmette nelle province di Trapani e Palermo, ha deciso di trasformarsi completamente per un giorno in Radio Aut



La storia di Peppino Impastato, è protagonista dello spettacolo "Speranze: un grido di lotta a trent'anni dalla morte di Peppino Impastato", un'opera che tratta i giorni della sua vita, il suo impegno politico e sociale, la dicotomia tra eroe e cittadino, martire della lotta contro le mafie.
Lo spettacolo nasce dallo studio e la lettura di documenti, interviste e poesie scritte proprio da Peppino. E' un monologo musicato: tre musicisti, basso, violino, chitarra e voce,
L' attore è di una bravura eccezzionale, e l' opera mi ha molto emozionata .
Guardate il filmato. E' disponibile da una collaborazione con Arcoiris Tv

Cronologia dei fatti di mafia

giovedì 8 maggio 2008

LA MAFIA E' UNA MONTAGNA DI MERDA



Esattamente trent'anni fa, il 9 maggio 1978, nelle campagne di Cinisi veniva ritrovato il corpo senza vita di Peppino Impastato.
Era l'1,40 della notte quando il macchinista del treno Trapani-Palermo, Gaetano Sdegno, transitando nel territorio di Cinisi, avvertì uno scossone e, sceso dalla locomotiva, trovò i binari squarciati da un'esplosione. Attorno al piccolo cratere, sparsi nel raggio di 300 metri, resti umani. Quelli di Peppino Impastato assassinato dalla mafia a 30 anni, per ordine di Gaetano Badalamenti o"Tano seduto" come lo chiamava Peppino dai microfoni di Radio Aut.
La notizia non fece all'epoca molto scalpore, lo stesso giorno infatti i giornali erano impegnati nel raccontare il ritrovamento del cadavere di Aldo Moro.
Quando il suo corpo fu ritrovato, stampa e polizia parlarono di un atto terroristico finito male, oppure di suicidio.


Furono proprio la madre Felicia e il fratello Giovanni a raccogliere documenti e denunce per indirizzare le indagini verso la matrice mafiosa del delitto. Grazie a loro, nel 1994 l'inchiesta giudiziaria fu riaperta, e nel 2002 il boss mafioso Gaetano Badalamenti venne condannato all'ergastolo come mandante dell'omicidio.


- Alex Corlazzoli: intervista Felicia Bartolotta (madre di Peppino) Terre di mezzo 103, maggio 2003


Felicia, dopo 25 anni da quel 9 maggio 1978, cosa ricorda?"Di quel giorno ricordo perfettamente quando i carabinieri hanno smontato casa mia in cerca di qualche prova per sostenere la tesi dell'attentato terroristico, è stato veramente crudele dover accettare una situazione di quel genere; una ferita profonda che a distanza di tanto tempo non sono ancora riuscita a rimarginare. Ricordo anche quel grande corteo lungo il corso principale del paese che ha accompagnato i pochi resti di mio figlio Peppino. Tanti giovani mi hanno spinto ad andare avanti".
La morte di un figlio è un momento drammatico. Cosa si prova a sapere che quella morte è stata causata dalla mafia, da chi abitava nello stesso paese?"Non è soltanto un momento drammatico è sicuramente qualcosa di lacerante, difficile da poter descrivere. Ancor peggio è accettare che è stata la mafia locale ad uccidere me figghiu, mio figlio. Provo un senso di sdegno ma non ho mai avuto sentimenti di vendetta".
Ha mai ripudiato Cinisi?"No. Mai. Tanti ricordi mi legano a questa realtà, ci vedo anche un po' di Peppino".
Ha mai avuto paura per l'altro suo figlio, Giovanni, e per gli amici di Peppino?"Ho avuto paura e vivo veramente nell'angoscia".
Lei è stata madre di un figlio "rivoluzionario" e moglie di un mafioso. Ha avuto in casa la mafia e l'antimafia. Come ha vissuto questo contrasto?"È stato terribile. Una situazione ai limiti della sopportazione umana. Non è facile trovarsi in un contesto del genere, non lo auguro a nessuno". Felicia, si ferma. Mi guarda in faccia con l'aria di chi vuole sottolineare quello che sta per dire: "Però ho scelto di stare dalla parte del figlio".
Ha amato Peppino con paura e trepidazione. L'ha difeso da suo marito ma pure allontanato da casa. Come ha svolto il ruolo di madre all'interno di una famiglia di stampo mafioso?"Un ruolo difficile, sicuramente molto doloroso: amare il proprio figlio non è bastato a proteggerlo dalle insidie di questi criminali; ho cercato di proteggerlo dall'ira e dall'arroganza di suo padre. Sono riuscita, solo in parte, a dargli un po' di sollievo... più di questo non potevo fare. Chi vive all'interno d'una famigghia mafiusa, una famiglia mafiosa, ha pochi spazi per crearsi un ruolo ideale per le proprie esigenze".
Qual'era nell'intimità il rapporto tra lei e Peppino? Ricorda qualche gesto d'affetto nei suoi confronti?Felicia sorride. Alza lo sguardo. Rivolge gli occhi di nuovo alla foto del figlio: "Ricordo quelle meravigliose poesie che mi recitava seguite dalle affettuose carezze; quei suoi sguardi profondi che esprimevano una voglia di serenità e di libertà".
In questi 25 anni, prima della condanna all'ergastolo di Badalamenti arrivata l'11 aprile del 2002, non ha mai pensato che lo Stato l'avesse tradita?"Lo Stato mi ha sempre tradita e mi ha sempre lasciata sola. Dopo 25 anni abbiamo ottenuto verità e giustizia, grazie al nostro impegno quotidiano".
Ha mai incontrato la madre di un mafioso?"Prima della morte di Peppino sì. Dopo l'uccisione mai più".
Lei tante volte ha incontrato altre madri che hanno avuto figli ammazzati. Cosa vi siete dette?"Abbiamo cercato di esprimerci a vicenda solidarietà. Certo non è facile accettare certe situazioni. Ma su una cosa siamo sempre state tutte d'accordo: trattenere le lacrime, rimboccarci le maniche e continuare a lottare per un mondo migliore senza lutti e senza miserie. Sono rimasta colpita in particolar modo nell'incontrare Haidi Giuliani, la madre di Carlo. Con lei ci siamo dette le cose che ti ho detto poco fa".
Qualche giorno dopo la morte di Peppino una madre con un sorriso sardonico disse: "Hai sentito? Dicono che su quello straccione devono scrivere un libro. E che c'è da scrivere?". Sono tante le madri che ieri come oggi hanno accettato passivamente il ruolo di veicolo della cultura mafiosa. Lei non l'ha fatto. E dopo la morte di Peppino ha difeso pubblicamente la verità, varcando la porta di casa, recandosi dai magistrati. Dove ha trovato il coraggio?"In certi momenti il coraggio vien da sé. Peppino non poteva passare per terrorista, non avremmo mai potuto accettare un'infamia del genere. In certe situazioni, se hai un minimo di sensibilità e di amore per tuo figlio, devi reagire. Accettare passivamente il ruolo di veicolo della cultura mafiosa, significa fare una scelta di schiavitù e di asservimento nei confronti di chi mantiene un preciso potere".

Ascoltate la voce di Peppino su"Radio Aut", con il programma ”Onda Pazza”, ridicolizzava i potenti mafiosi di Cinisi, il paese in cui abitava
*
Trent’anni fa hanno spento la voce di Peppino. Il suo sorriso no! Lo troviamo oggi sul volto di tutte quelle persone che nonostante tutto, ancora credono che si possa cambiare

mercoledì 7 maggio 2008

GOVERNO BERLUSCONI : ERA MEGLIO MORIRE DA PICCOLI CHE VEDER...




Nasce il IV° governo Berlusconi, ecco la lista dei ministri





BARZELLETTA
Saddam domandò a Dio: " Come sarà l'Iraq fra qualche giorno?" E Dio gli rispose: "Sarà distrutto da innumerevoli bombe lanciate dagli americani."Saddam sedette a terra, piangendo.
Bush domandò a Dio: "Come saranno gli Stati Uniti fra qualche mese?" E Dio rispose: "Saranno completamente contaminati da innumerevoli attacchi di bombe chimiche di Bin Laden." Bush crollò al suolo, angosciato.
Berlusconi domandò a Dio: "Come sarà l'Italia fra 2 anni ancora di mio governo?" Dio si accasciò al suolo e pianse disperato.....

martedì 6 maggio 2008

GIU' LE MANI DA SANTORO !

La Vignetta è di VAURO

Annozero, la trasmissione che è stata duramente contestata dal presidente di viale Mazzini, Claudio Petruccioli che ha detto: «Il danno, l'umiliazione e la vergogna che vengono al Servizio Pubblico da questi episodi, sono incalcolabili», rischia di chiudere i battenti.


Claudio Cappon direttore generale ha incontrato Michele Santoro, per discutere delle polemiche seguite all'ultima puntata di Annozero, frattanto l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, analizzerà la cassetta del programma.


Le reazioni politiche non mancano.

L’ex Ministro delle Cominicazioni attuale capogruppo in pectore del Pdl Maurizio Gasparri, dichiara :
È una piacevole sorpresa vedere Petruccioli e perfino l’inerte Cappon scoprire il caso Santoro. Peccato che ci abbiano messo così tanto tempo. […] Bisognerebbe fare una riflessione generale sugli insulti in tv più che una censura. Del resto prima di Santoro anche Mediaset ha regalato spazio al milionario Grillo senza contraddittorio. Ne parleremo anche al Senato. LEGGI


Uno dei capi d’accusa contro la puntata di “Annozero” del 1 maggio è che durante il programma si sia attaccato il capo dello Stato.


Ecco un repertorio degli attacchi subiti dal presidente Giorgio Napolitano nei mesi scorsi, senza che nessuno abbia gridato allo scandalo: né contro chi attaccava, né contro i giornalisti che riferivano gli attacchi.


5 maggio 2006. «Tangentopoli. I silenzi di Napolitano sugli anni di Mani pulite. Nel suo libro “Una transizione incompiuta?”, il capo dello Stato si dimentica di raccontare la storia dei finanziamenti illeciti al Pci». (“Libero”)
10 maggio 2006. «Non riconosciamo Napoletano presidente della Repubblica: se dovessero andare in porto le verifiche sui 70 parlamentari sub judice per le irregolarità del voto, tutto può saltare». (Roberto Calderoli)
16 maggio 2006. «Sette anni di Purgatorio. Retorica, noia e finti applausi: il comunista Napolitano si insedia al Quirinale». (Vittorio Feltri)
16 maggio 2006. «L’ira di Berlusconi: è quasi un colpo di Stato». (“Il Giornale” sull’elezione di Napolitano al Quirinale)
17 maggio 2006. «Che errore applaudire Napolitano». (“Il Giornale”)
17 maggio 2006. «Il presidente ha fatto un discorso di parte. I nostri elettori non gli avrebbero mai battuto le mani». (Daniela Santanchè)
28 maggio 2006. «Quei rimborsi spese del compagno Napolitano. Gli sprechi di denaro pubblico intascati dal presidente». (“Libero”)
31 agosto 2006. «Anche Sogno aspetta scuse da Napolitano». (Giancarlo Lehner, “Libero”)
1 settembre 2006. «Caro Napolitano, e su Pol Pot niente scuse?». (Gennaro Sangiuliano, “Libero”)
3 settembre 2006. «Caso Ungheria. Napolitano & C. sollecitarono la repressione». (Francesco Forte, “Libero”)
26 settembre 2006. «Napoletano a Budapest. Lacrime di coccodrillo. Il pentimento del presidente, coma da tradizione Pci, è ipocrita». (Gianfranco Morra, “Libero”)
2 gennaio 2007. «Ecco il buonismo in salsa ex Pci». (Mattias Maniero, sulla lettera del presidente della Repubblica per il nuovo anno, “Libero”)
10 maggio 2007. «Tre cose che Napolitano non ha fatto (e non farà)». (Marcello Veneziani, “Libero”)
23 maggio 2007. «È già finito l’interventismo attivo del capo dello Stato? Davvero al Colle non si ha nulla di dire su un uomo di governo che pretende nomine ed epurazioni dal comandante della Finanza? Il silenzio di Napolitano, se persiste, non fa che accrescere la sfiducia dei cittadini nelle istituzioni». (Francesco Storace sul caso Visco-Speciale)
18 luglio 2007. «La sinistra ha messo le mani su tutte le istituzioni, visto che hanno la presidenza della Repubblica, del Senato, della Camera, 11 giudici contro quattro nella Corte costituzionale, il Csm». (Silvio Berlusconi)
25 luglio 2007. «La prima stecca di Napolitano». (Massimo Teodori sui richiami del presidente al giudice Clementina Forleo, “Il Giornale”)
25 luglio 2007. «Napolitano & C. garantisti a metà». (Francesco Cossiga, “Libero”)
12 ottobre 2007. «Questo coro sta diventando noioso e Napolitano farebbe bene a rileggersi gli atti della Costituente quando era la sinistra ad opporsi alla introduzione dei senatori a vita nella Costituzione. Credo che questa sia una indignazione fasulla». (Francesco Storace in risposta alle critiche del Quirinale alle sue dichiarazioni contro la senatrice Rita Levi Montalcini)
13 ottobre 2007. «Se il presidente della Repubblica prende a calci un senatore, si becca la risposta. Non è intoccabile. Chi si ritiene intoccabile vuol dire che è affetto da amor di casta. Non è che se l’aggettivo “indegno” lo usa contro di me il presidente allora è un complimento, mentre se lo uso io contro di lui è un insulto. Dobbiamo metterci d’accordo sulla lingua italiana». (Francesco Storace)«Giorgio Napolitano non ha alcun titolo per distribuire patenti etiche. Per disdicevole storia personale, per palese e nepotistica condizione familiare, per evidente faziosità istituzionale. È indegno di una carica usurpata a maggioranza». (www.storace.it)
16 ottobre 2007. «Non sono pentito di questo polverone, ho soltanto espresso un’idea, come prevede la costituzione… Il primo a doversi pentire di aver dismesso i panni dell’arbitro ed essere entrato in campo è il capo dello Stato». (Francesco Storace)
23 novembre 2007. «Espulsioni-deportazioni? Da che pulpito, Napoletano… Il capo dello Stato paladino dei romeni dimentica il suo placet al gulag Solgenitsyn». (“La Padania”)«Cossiga “elogia” Giorgio Napoletano. “Un vero comunista”». (“Libero”)
8 dicembre 2007. «Napoletano non farà niente. Sa bene chi lo ha messo lì». (Roberto Castelli, “La Padania”)
27 dicembre 2007. «Ponzio Napoletano scarica Contrada: non è affar mio». (“Libero”)
11 febbraio 2008. «Napolitano, oltre ad avere militato nel Partito comunista italiano e nelle sue successive evoluzioni, null’altro pare abbia fatto se non l’essere il buon erede di quell’ideologia comunista, rivoluzionaria che non ha mai disdegnato la violenza. Per tali ragioni, crediamo che nessuno abbia nulla da imparare da una persona con questo curriculum». (Sergio Divina e Maurizio Fugatti, parlamentari della Lega, in occasione del conferimento a Napolitano del titolo di professore onorario dell’Università di Trento)
23 marzo 2008. «La cresta di Napoletano. I rimborsi gonfiati dell’onorevole Napoletano». (Vittorio Feltri, ripropone un articolo del 2004 sui rimborsi per l’europarlamentare Napolitano, “Libero”)
1 aprile 2008. «Sappiamo che ogni decisione del Consiglio dei ministri dovrà passare per le forche caudine di un capo dello Stato che sta dall’altra parte». (Silvio Berlusconi)
9 aprile 2008. «Faccio un caso di pura scuola. Se per ipotesi fosse eletto un altro capo dello Stato nella nostra parte politica, riterrei un dovere dare la seconda carica dello Stato, la presidenza del Senato, ad un esponente della sinistra. Ma questa è una ipotesi di pura scuola». (Silvio Berlusconi, “Omnibus”, La 7)
10 aprile 2008. «I Missili di Silvio. Berlusconi ora è sicuro di stravincere e annuncia: altro che inciuci, daremo alla sinistra la presidenza del Senato solo se Napoletano lascia libero il Quirinale». (Oscar Giannino, “Libero”)



Perché nessuno ha denunciato Beppe Grillo quando ha parlato a Torino, il 25 aprile, eppure le sue parole sono state riportate, da tutti i giornali.

Niente niente, hanno trovato il giusto pretesto per censurare Michele Santoro? (non sarebbe la prima volta!) e per che cosa poi, per aver trasmesso dichiarazioni non solo di interesse pubblico ma anche leggittime.
- La notizia commentata dall'avv. Antonello Tomanelli del Foro di Bologna LEGGI
e ancora la censura a : Enzo Biagi, a Sabina Guzzanti, a Paolo Rossi